TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

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Esegesi dell'Antico Testamento

 

Piccola storia di Israele

 

Fase Medio Monarchica

 

Con la morte di Salomone i regni vengono scissi nel 931 a.C. il popolo ebraico si era diviso in due stati: a Nord il regno di Israele, con capitale Samaria, e a Sud il regno di Giuda, con capitale Gerusalemme. Penetrarono sempre di più nelle città elementi cananei fino a che nel 750 a.C., ormai il sincretismo era ampiamente praticato. La narrazione delle tradizioni orali dell’esateuco, fu rielaborata nel periodo dei Re. Vi furono aggiunti alcuni pezzi rispetto alla narrazione-base: la richiesta della mano di Rebecca, la riconciliazione di Giacobbe con Esaù, il racconto di Giuseppe, la prima trattativa di Mosè col faraone, le prime piaghe d’Egitto, l’istituzione di un ordinamento giudiziario per consiglio del suocero di Mosè, la storia di Balaam, l’assegnazione dei territori a Gad e a Ruben, e l’insediamento di Giosuè a successore di Mosè. Dopo la divisione del regno anche la narrazione si divise. Dalla parte meridionale derivò la fonte dello Jahvista (J), dalla parte settentrionale la fonte dell’Eloista. I due regni hanno una durata differente. Il regno del nord dura fino al 722 a.C. e si succedono 20 re appartenenti a 10 famiglie o dinastie diverse. Il regno di Giuda dura invece fino al 586 a.C. ed è dominato sempre da re della dinastia davidica, eccetto il periodo dove regna Atalia, figlia del re del Nord. Il regno di Giuda probabilmente riesce a vivere di più grazie al suo isolamento.

       Selezioniamo solamente i Re più importanti.


 

Regno di Israele (o del Nord)

(Capitale: Samaria)


 

885 - 874 Omri

874-853 Acab (Opera profetica di Elia e Eliseo)

841-813 Jehu

793-753 Geroboamo II

760-750 Amos (di Tekoa)

755-725 Osea


 


722-720 Conquista di Samaria da parte della Siria. Fine del regno d’israele


 

Regno di Giuda (o del Sud)

(Capitale:Gerusalemme)


 


 


 

792-740 Uzzia (o Azaria)


740-736 Jotam (740-701 Isaia)

735-716 Acaz

734-732 Guerra siro-efraimitica (730 ca. Michea)


 

Dopo la divisione del regno, il sincretismo, continuò ad avere forte diffusione sotto Roboamo e Abia, anche in conseguenza della politica matrimoniale della casa reale. La madre di Roboamo era una ammonita, il cui nome indica adorazione per una dea straniera. La madre di Asa, che discendeva dal matrimonio di Assaline, figlio di Davide, con una principessa aramea della Transgiordania settentrionale, eresse alla dea Ascera una ‘immagine abominevole’, cioè – secondo l’uso si simili termini – un simbolo sessuale”1 (1 Re 15,13). Nonostante ciò la dinastia davidica non si propose mai l’abbandono dello jahvismo.

Si cercò inoltre a Gerusalemme di ripristinare la purezza della religione di Jahvé, allontanando ad esempio dalle città i prostituti maschi che erano nel tempio accanto alle femmine, come avvenne sotto Asa. I confini tra lo jahvismo e la religione Cananea non erano ovunque ben delineati, il sincretismo aveva portato in determinati luoghi a non riuscire più a riconoscere una religione jahvitica baalizzata e una religione di Baal jahvizzata.

Durante la dinastia di Omri, l’influsso cananeo aumentò, infatti da un lato si parificarono i diritti dei sudditi cananei con gli israeliti e dall’altro si accolse il culto di Baal.

Omri (885-874 a.C.) era molto abile ed edificò la nuova capitale Samaria. Riuscì a fondare, grazie ai suoi successi, per breve tempo una dinastia, cosa eccezionale per il Regno del Nord per il quale ogni successione al trono riaccendeva continuamente la lotta.

Acab (875-854 a. C.) fu fatto sposare per ragioni politiche con una principessa proveniente da una città-stato cananea che incoraggiò il culto per la sua patria alla gente che aveva attorno. Acab non si mise dalla sua parte in maniera incondizionata ma chiese il parere dei profeti che la moglie, Gezabele, combatteva invece. I redattori biblici considerarono questo molto poco e lo giudicarono molto severamente. Una delle figlie di Acab fu data in sposa al re del regno del Sud, ciò produsse una stretta collaborazione tra i due regni.

Elia viene presentato dagli autori biblici come l’antagonista di Acab, come il salvatore del vero culto di Dio. Elia aveva combattuto contro il culto di Baal, che invece incoraggiava la moglie di Acab.

Quando Acab morì, andò al potere il figlio avuto da Gezabele: Ioram (854-841 a.C.). Una delle vicende più drammatiche e appassionanti di questo periodo è il colpo di stato di Iehu (841-813 a.C.). Unto dal profeta Eliseo, Iehu soppresse la dinastia di Acab, ristabilendo il culto di Iahvè (II Re 9, 1-37). La pulizia di Iehu travolse Ioram, re di Israele, che tante energie aveva speso nella difesa da Hazael re del confinante Aram, e Acazia, nipote di Ioram e re di Giuda. Inutile ricordare che il colpo di stato di Iehu provocò un forte indebolimento politico di entrambi i regni. Jehu uccise Ioram e diventò nuovo sovrano eliminò nel sangue la casa di Acab, e la stessa madre, Gezabele, fu gettata dalla finestra. Mentre la figlia di Gezabele, Atalia, che aveva sposato il re del regno del Sud, portò il culto di Ball anche al regno del Sud. Dopo la morte del marito, Atalia uccise tutti i membri della famiglia reale e regnò per sei anni (842-836 a.C.). Ma ci fu una sommossa cui parteciparono soprattutto gruppi di sacerdoti che non erano d’accordo con la politica religiosa di Atalia. Non si poteva accettare una donna come re e che inoltre incoraggia culti stranieri. Divenne re quindi Joas, l’unico che era scampato allo sterminio di Atalia.

Iehu, padrone in casa, era inerme di fronte al colosso assiro che impose pesanti dazi agli ebrei. Nel celeberrimo obelisco nero di Salmanassar IIIconservato al British Museum, ci sono cinque registri scolpiti, rappresentanti il tributo al monarca assiro da differenti paesi. Apposta al secondo registro vi è un’iscrizione che suona: «Tributo di Jehu, figlio di Omri, io ho ricevuto». George Smith, primo interprete della saga di Gilgamesh, dimostrò che questo Jehu era proprio lo Iehu della Bibbia. Infatti, nella Collezione Kouyunjik, egli scoprì un altro documento, col resoconto della guerra fra Assiria e Siria (ovvero l'Aram, confinante col regno di Israele, e terra degli aramei) che confermava i tributi di Hazael e Iehu ricevuti da Salmanassar III (858-824 a.C.) nel diciottesimo anno del suo regno. Quali erano i tributi di Israele al sovrano di Assiria? Sono elencati nell’iscrizione dell'obelisco nero: oro, argento, oggetti preziosi, stagno e armi. La debolezza politica della nazione ebraica coincise con l’affermarsi della monarchia assira.

Sotto il re Azaria (792-740 a.C.) il Regno del sud ha conosciuto un periodo di splendore. E intorno allo stesso periodo anche il regno del Nord con Geroboamo II (793-753 a.C.) attraversava un periodo di splendore. Geroboamo accede alla scena politica dopo sanguinose lotte dinastiche culminate con l'eliminazione della grande dinastia di Omri e l'uccisione di Acab e Gezabele, cui seguì l'insediamento del generale Jehu, favorito da un partito filo-assiro. In questo tempo, infatti, come abbiamo detto, si manifesta la potenza assira, che, a causa delle sue campagne militari, priva Israele dei suoi nemici tradizionali, gli Aramei di Damasco, e conquista anche alcuni suoi territori. Ma sotto i re Joachaz e suo figlio Joash, alcuni di questi territori vengono recuperati dalle mani assire e, data l'assenza di nemici pericolosi, si apre per Israele e Giuda un periodo di sostanziale tranquillità. E' in questo periodo che regna, al Nord, Geroboamo II, il quale riuscì ad allargare addirittura i suoi confini favorendo la rifioritura economica del Paese. Si intensificarono, infatti i commerci con l'Arabia, la Fenicia ed alcune zone del mar Rosso; la popolazione divenne molto densa e fiorì l'industria tessile e della tintura; gli edifici si caratterizzavano per la loro bellezza. Ma assistiamo anche ad una decomposizione dello stato sociale: cresce il dislivello crescente tra i ricchi e i poveri, gli agricoltori sono alla mercé degli strozzini e delle calamità, i commercianti si danno alla frode (falsano le bilance, vendono gli scarti) e i giudici vengono corrotti. In questo periodo la pace appena raggiunta tra il Regno di Israele e quello di Giuda, favorisce lo sviluppo di un benessere economico. Si accentuano le ingiustizie sociali, favorite anche dalla corruzione che raggiunge la stessa amministrazione della giustizia.

In questo contesto si situa il sorgere del fenomeno dei “profeti” il cui messaggio è conservato e attualizzato nelle generazioni successive. Nell’epoca di Geroboamo II il culto di Baal potè di nuovo essere praticato pubblicamente, anche se la religione di stato rimaneva lo jahvismo. Caratteristica di questa situazione era il fatto che molti nomi di persona israelitici avevano come elemento teoforo Baal, e solo un terzo avevano invece Jahvé come elemento teoforo. Questo significa che o solamente quel terzo erano veri adoratori di Jahvé oppure che l’appellativo Baal era adoperato anche per Jahvé. Questa situazione creò in molti ambienti un atteggiamento ostile verso i cananei. Questo si vede anche nello Jahvista e nell’Elohista e più tardi anche nel Deuteronomio, i quali chiedono la cacciata e lo sterminio dei Cananei.

In quell’epoca la lotta era concentrata su un nemico, che faceva una forte pressione su Israele: il regno degli ‘aramei di Damasco’, che si trovava a settentrione del Regno del Nord. Al tempo di David esso era ancora sotto la sovranità di Gerusalemme. Ma già Salomone non era riuscito a impedire che acquistasse l’indipendenza. Col tempo era diventato la più grande potenza nella religione della Palestina-Siria e incalzava continuamente Israele2.

Ora però era arrivata l’Assiria a cambiare gli equilibri, la sua forza era molto superiore a quella dei piccoli stati e così il regno di Damasco non poteva più mettere in campo la sua forza superiore contro Israele. Nell’anno 800 la pressione assiro-palestinese divenne più forte e il re di Damasco fu costretto ad assoggettarsi.

Ancora una volta i piccoli stati palestinesi vollero opporsi alla grande potenza dell’Assiria. Il Regno del Sud però non prese parte all’azione, quindi il regno del Nord e il regno di Damasco si volsero contro il regno del Sud prima di marciare sull’Assiria. Il re del regno del sud era Acaz (735-716) che non ascoltando Isaia chiede l’aiuto e l’intervento del re Assiro. La cosa non sarebbe stata necessaria, infatti l’Assiria stava per sottomettere i propri nemici. L’Assiria sottomise il regno di Damasco e del regno del Nord lasciò indipendenza solamente alla citta-stato di Samaria e a poco altro territorio. Nei territori conquistati furono deportate le classi più elevate della popolazione e sostituite da una nuova classe.

Dopo qualche anno la parte del Regno del Nord che era rimasta indipendente, sospendeva il pagamento del tributo all’Assiria e si alleava con L’Egitto. Salmanassar V, re dell’Assiria, assediò Samaria che fu conquistata dal suo successore, Sargon II nel 722-720 a.C. La nuova classe alta straniera, che rimpiazzò quella esistente, portò anche i propri culti, e il regno del Nord divenne quasi uno stato pagano.

Quando il regno d’Israele cadde in mano agli Assiri, il culto di Jahvé fu continuato a praticare, favorito proprio dagli Assiri a beneficio dei ceti inferiori lasciati nel paese. Nel Regno di Giuda il re Acaz, divenuto ormai stato vassallo assiro, in segno di sottomissione dovette introdurre a Gerusalemme culti di dei assiri. La teologia deuteronomistica condanna per questo i re di Giuda, che però avevano solamente la scelta tra il vassallaggio, che comportava l’introduzione di dei stranieri, e l’inquadramento nel sistema delle province assire con deportazione dei ceti superiori.

Dopo Acaz regnò Ezechia (716-687 a.C.) che cercò di portare avanti una politica di indipendenza dall’Assiria. “Le sue sollevazioni antiassire alle quali Ezechia partecipò fallirono tuttavia e condussero persino alla temporanea separazione di gran parte del territorio di Giuda da Gerusalemme. Nel 701 Sennacherib cercò persino di impossessarsi della città, che fu però salvata, contro ogni aspettativa, dall’improvvisa ritirata del re. […] L’esito fu tale da accrescere notevolmente il prestigio di Gerusalemme con il suo tempio: contro di essa – così si interpretò in seguito l’accaduto – aveva fallito anche il quasi onnipotente re assiro.3 Quella liberazione portò quindi alla credenza dell’inviolabilità di Gerusalemme.

1 Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, Parte seconda, I 11,3

2 Klaus Vogt, Piccola storia d’Israele, pag 55

3 Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, Parte seconda, I 11,4

 

 

 

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