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Geroboamo II (783-743 a.C.)

Re del Regno del Nord che sotto il suo regno attraversava un periodo di splendore. Geroboamo accede alla scena politica dopo sanguinose lotte dinastiche culminate con l'eliminazione della grande dinastia di Omri e l'uccisione di Acab e Gezabele, cui seguì l'insediamento del generale Jehu, favorito da un partito filo-assiro. In questo tempo, infatti, si manifesta la potenza assira, che, a causa delle sue campagne militari, priva Israele dei suoi nemici tradizionali, gli Aramei di Damasco, e conquista anche alcuni suoi territori. Ma sotto i re Joachaz e suo figlio Joash, alcuni di questi territori vengono recuperati dalle mani assire e, data l'assenza di nemici pericolosi, si apre per Israele e Giuda un periodo di sostanziale tranquillità. E' in questo periodo che regna, al Nord, Geroboamo II, il quale riuscì ad allargare addirittura i suoi confini favorendo la rifioritura economica del Paese. Si intensificarono, infatti i commerci con l'Arabia, la Fenicia ed alcune zone del mar Rosso; la popolazione divenne molto densa e fiorì l'industria tessile e della tintura; gli edifici si caratterizzavano per la loro bellezza. Ma assistiamo anche ad una decomposizione dello stato sociale: cresce il dislivello crescente tra i ricchi e i poveri, gli agricoltori sono alla mercé degli strozzini e delle calamità, i commercianti si danno alla frode (falsano le bilance, vendono gli scarti) e i giudici vengono corrotti. In questo periodo la pace appena raggiunta tra il regno di Israele e quello di Giuda, favorisce lo sviluppo di un benessere economico. Si accentuano le ingiustizie sociali, favorite anche dalla corruzione che raggiunge la stessa amministrazione della giustizia.

In questo contesto si situa il sorgere del fenomeno dei “profeti” il cui messaggio è conservato e attualizzato nelle generazioni successive. Nell’epoca di Geroboamo II il culto di Baal potè di nuovo essere praticato pubblicamente, anche se la religione di stato rimaneva lo jahvismo. Caratteristica di questa situazione era il fatto che molti nomi di persona israelitici avevano come elemento teoforo Baal, e solo un terzo avevano invece Jahvé come elemento teoforo. Questo significa che o solamente quel terzo erano veri adoratori di Jahvé oppure che l’appellativo Baal era adoperato anche per Jahvé. Questa situazione creò in molti ambienti un atteggiamento ostile verso i cananei. Questo si vede anche nello Jahvista e nell’Elohista e più tardi anche nel Deuteronomio, i quali chiedono la cacciata e lo sterminio dei Cananei.

“In quell’epoca la lotta era concentrata su un nemico, che faceva una forte pressione su Israele: il regno degli ‘aramei di Damasco’, che si trovava a settentrione del regno del Nord. Al tempo di David esso era ancora sotto la sovranità di Gerusalemme. Ma già Salomone non era riuscito a impedire che acquistasse l’indipendenza. Col tempo era diventato la più grande potenza nella religione della Palestina-Siria e incalzava continuamente Israele”1. Ora però era arrivata l’Assiria a cambiare gli equilibri, la sua forza era molto superiore a quella dei piccoli stati e così il regno di Damasco non poteva più mettere in campo la sua forza superiore contro Israele. Nell’anno 800 la pressione assiro-palestinese divenne più forte e il re di Damasco fu costretto ad assoggettarsi.

Ancora una volta i piccoli stati palestinesi vollero opporsi alla grande potenza dell’Assiria. Il Regno del Sud però non prese parte all’azione, quindi il regno del Nord e il regno di Damasco si volsero contro il regno del Sud prima di marciare sull’Assiria.

1) Klaus Vogt, Piccola storia d’Israele, pag 55