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Yahvè, Jahvè, JHWH, Tetragramma

Il Tetragramma: il nome di Dio

Il nome del Dio di Mosè è testimoniato nella forma JHWH sia nell"Antico Testamento sia nell"iscrizione moabita di Mesa. La pronuncia giusta è Yahvè, ed è confermato dalle trascrizioni greche, "come quelle che troviamo in Teodoreto e in Clemente Alessandrino"1. In passato l"interpretazione più comune del nome era "colui che cade", perché in origine sarebbe stato il dio del fulmine. Dopo ci sono state tante altre interpretazioni, in Esodo 3,14 invece, il nome significa che di questo dio si può affermare il hãjâ, questo termine in ebraico non significa soltanto un essere statico, bensì dinamico. Significa Egli è nel senso dell"esistenza attiva e operante.

Traslitterazione del Tetragramma

Il tetragramma biblico o "tetragrammaton" è la sequenza delle quattro lettere ebraiche יהוה (yod, he, waw, he JHWH) che compongono il nome proprio di Dio nella Bibbia ebraica. In passato era largamente attestata la traslitterazione "JHWH". In epoca contemporanea invece la traslitterazione più diffusa è "YHWH", dato che il valore consonantico che la lettera J possiede nelle lingue neolatine e inglese non corrisponde alla yod ebraica.

La pronuncia del Tetragramma

Gli Ebrei considerano dall'antichità il tetragramma troppo sacro per essere pronunciato: nella lettura della Bibbia e nelle preghiere è sostituito in ebraico con HaShem ("il nome") o Adonai ("Signore"). Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da consonanti; poiché esso non viene più pronunciato, non si sa più quali vocali debbano essere interpolate alle consonanti: l'ebraismo ritiene persa la corretta pronuncia del nome sacro. Da ciò è nata, a partire dal XVI secolo e soprattutto da parte di studiosi cristiani, una ricerca approfondita e vasta tuttora in discussione. La pronuncia esatta è Jahvè testimoniato da Es 3, JHWH sarebbe una forma arcaica del verbo essere ebraico. Teodoreto quando parla dell'uso dei samaritani di pronunciare il nome di Dio traslitta in greco con Jabe, la pronuncia esatta è riportata anche da Clemente Alessandrino. Per i testimoni di Geova invece la corretta pronuncia sarebbe Yehowah, ma questo dipende dal fatto che quando vennero aggiunte al testo ebraico le vocali, ricordiamo che l'ebraico era composto solo da consonanti, furono aggiunte le vocali di Adonai che era ciò che veniva pronunciato quando nelle Scritture trovavano JHWH, proprio per evitare di nominare il nome di Dio.

Jahvé un Dio geloso

Jahvé è un dio singolo, un dio geloso, non accetta altri dei, per la concezione della schiera di Mosè gli altri dei esistevano ma erano meno forti di Jahvé e il loro popolo doveva dare culto solo a lui, infatti è un dio geloso. La religione mosaica quindi non è un monoteismo teoretico ma si può invece parlare di monojahvismo o monoteismo pratico, infatti non si nega l"esistenza di altri dei, ma loro prestano culto solo al loro che è il dio supremo. Questo dio è singolo, non gli si riesce neanche ad aggiungere una moglie oppure un figlio e una figlia; Il tentativo di mettergli a fianco una dea non ebbe successo. Jahvé è un Dio dal valore etico che esige incondizionata fiducia e ubbidienza. Le sue esigenze non riguardano solo gli atteggiamenti verso di lui, ma anche verso il prossimo e in questo differisce dal Dio madianita della montagna di Mosè.

Si immaginano inoltre in Jahvé dei sentimenti umani che lo rendono più vicino, agli Israeliti servivano delle raffigurazioni concrete. In lui nonostante questi sentimenti, non c"è nessuna debolezza o difetto umano, non è come gli dei omerici. Egli non poteva essere deriso e rimaneva sempre una divinità sublime.

Divieto di rappresentazione tramite immagini

Come non è dato nessun nome proprio di Jahvé, non si può neanche rappresentare con immagini; infatti come la conoscenza del nome dà il magico potere a chi lo conosce di disporre della persona che porta quel nome, così un"immagine di Dio potrebbe essere utilizzata per fini umani.

1 Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, II,6