TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

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Insurrezione Maccabea

 

          I seleucidi non dominano a lungo saldamente in Palestina. Già dopo una generazione scoppiò il grande conflitto tra questa potenza e la comunità religiosa di Gerusalemme, questo conflitto portò alla fondazione di una propria monarchia. Di questa epoca ci parlano i due libri dei Maccabei. Il conflitto scoppiò perchè da parte dei Seleucidi ci furono gravi ingerenze nelle proprietà. I Seleucidi avevano ottenuto nel frattempo delle sconfitte dai romani, nel 189 Antioco III aveva dovuto concludere la pace di Apamea. Dopo la sua morte nel 187b a.C. gli successe Seleuco IV Filopatore, il cui fratello Antioco era costretto a vivere a Roma come ostaggio. Seleuco riuscì a farlo tornare in patria, inviando a Roma al suo posto il figlio Demetrio. Quando Seleuco morì, il fratello si impadronì del potere scavalcando Demetrio, ebbero così inizio le contese dinastiche. La potenza romana si andava sempre più estendendo nel mediterraneo e anche l'Egitto tolemaico si era fatto di nuovo insidioso, anche perchè era sostenuto dai romani. Le guerre e i nuovi obblighi militari gli causarono alte spese, così che dovettero rifarsi sui paesi sottomessi. 

          A Gerusalemme c'erano delle contese per la carica di Sommo Sacerdote, sotto Seleuco IV abbiamo un Sommo Sacerdote di nome Onia, considerato pio e degno da coloro che erano fedeli alla Legge (2 Mac 3,1 s.; 4,1 s.), aveva però dei nemici tra i suoi stessi sacerdoti che con delle calunnie cercavano di farlo cadere (2 Mac 3,4 s.;4,1 s.), richiesta che sembra non sia stata accolta da Seleuco. Quando però Antioco IV si impadronì del potere dopo l'assassinio di Seleuco, un certo Giasone, fratello di Onia, offrì doni in denaro al nuovo re e la promessa di dare nuovo impulso alla ellenizzazione di Gerusalemme e fece quindi destituire Onia. Il re quindi si intromise in questo modo all'interno delle vicende religiose, e quando tre anni dopo Menelao offrì al Re somme ancora più grandi, Giasone venne a sua volta destituito. Nel 169 a.C. quando corse voce che Antioco era morto, Giasone conquistò il potere a Gerusalemme e il sommo sacerdozio. Menelao e i suoi seguaci scacciati si recarono da Antioco che li ripristinò al potere. Giasone fu costretto a fuggire in Transgiordania. La crisi finanziaria era grave e per questo Antioco fu costretto a prendere gli oggetti preziosi dai vari santuari che si trovavano nei suoi domini.

          Così successe anche al santuario di Gerusalemme e quando reintegrò Menelao, ne approfittò per prendere degli oggetti preziosi del tempio ed entrò persino nel santuario. Questa profanazione irritò i circoli israelitici fedeli alla Legge, che da quel momento videro in lui un nemico della loro fede. Questi fatti probabilmente provocarono numerose rivolte. Nel 168 a.C. Antioco IV fu costretto da un decreto del senato romano, ad abbandonare l'Egitto e a rinunciare alle sue mire espansionistiche. Il re mandò allora il suo sovraintendente ai tributi ad assalire, saccheggiare, incendiare Gerusalemme e in questo modo causò la morte di molti abitanti. Donne e bambini furono condotti in schiavitù e Gerusalemme fu trattata come una città nemica. Nel cuore di Gerusalemme fa costruire una città: l'Acra. Qui vi installa una guarnigione greca e popola la città di Giudei guadagnati all'ellenismo. Egli vuole che tutte le genti del suo popolo formino un solo popolo e quindi dovevano scomparire tutte le usanze particolari, così ritirò tutto ciò che era stato concesso ai Giudei, proibisce le pratiche del Sabato, la circoncisione, i libri santi e i sacrifici nel Tempio. In cambio fa erigere templi alle divinità greche, tutti i giudei ricevono l'ordine di sacrificare alle divinità greche. Ordinò, inoltre, di annientare la comunità religiosa di Gerusalemme, che considerava ribelle.

          Il partito ellenizzante si sottomise senza troppa difficoltà, il resto della popolazione accettò per timore le cose ma questa accettazione nascondeva la crescita di uno spirito di rivolta. Mattatia e i suoi cinque figli si rifiutarono di offrire sacrifici alle divinità pagane e uccidono l'ufficiale che doveva far eseguire gli ordini. Inizia la rivolta, intorno al 167 a.C. (1Mac 2). Mattatia e i suoi vicini fuggono sulle montagne di Giuda di difficile accesso e radunarono una truppa di partigiani, formata da uomini pii, gli hasidim, che rispettavano così tanto la legge da farsi uccidere piuttosto che difendersi di sabato (1Mac 2,29-39). Mattatia abroga la legge del sabato per il caso di conflitto. Nel 166 a.C. muore Mattatia, gli succede Giuda che per le sue imprese sarà chiamato Maccabeo (l'uomo martello), il padre gli lasciò un esercito di 6.000 uomini. Giuda vince il distaccamento seleucida comandato da Apollonio, sconfigge il governatore della Siria e lo insegue fino alla costa, poi ancora un grande esercito comandato da tre generali. Gli strepitosi successi di Giuda sono dovuti alla sua abilità ma anche agli avvenimenti esterni. Nel 164 Giuda purificò il tempio e ne rinnovò l'inaugurazione in occasione della festa di Dedicazione, che è la festa delle luci legata al candeliere a otto bracci. I successi di Giuda sono però fragili, Gerusalemme è ancora colonia militare dominata dall'Acra. Per resistere Giuda fa fortificare la collina del Tempio, poi interviene in Galilea e suo fratello in Galaad, non riusciranno a tenere questa regione, quindi invita le popolazioni giudaiche a raggiungere Gerusalemme. Discende anche al sud e distrugge gli altari pagani, Giuda crede di avere la meglio ma è vinto a Betlemme. Gerusalemme è assediata e Antioco V firma una pace vantaggiosa per i Giudei (1Mac 6). Menelao fu giustiziato da Antioco e dichiarato colpevole di tutti i mali della Giudea. Gli successe Alcimo, la comunità giudaica si divide, gli Asmonei non si accontentano della pace ritrovata, vogliono proseguire la lotta fino all'indipendenza, mentre gli Asidei sono soddisfatti della restaurazione del culto e del sommo sacerdote Alcimo della famiglia di Zadok.

         Alcimo non godrà a lungo del favore dei Giudei, inizialmente vicino agli Asidei, egli era filo-seleucide e si rivolterà contro i Giudei facendone giustiziare più di settanta con l'aiuto del potere. Giuda riparte in guerra perchè il nuovo sovrano Demetrio I (162-150 a.C.) gli aveva mandato contro un esercito, ottenne l'aiuto dei Romani che ingiunsero al sovrano di lasciare in pace la Giudea, questo era utile per la politica Romana. Nonostante ciò Demetrio proseguì la sua campagna, vince e uccide Giuda. In seguito alle guerre il paese è affamato, elessero come capo al posto di Giuda il fratello Gionata. Alcimo fece distruggere il muro che impediva ai pagani l'accesso al Tempio e morì nel 159 a.C.. Il Generale seleucida Bacchide è costretto a firmare la pace con Gionata, probabilmente a causa di difficoltà alla corte dei seleucidi. Per cinque anni non succede niente, alla corte seleucide c'è rivalità tra Demetrio I e Alessandro Bala, preteso figlio di Antioco IV. Entrambi cercano l'appoggio di Gionata che si destreggia tra i due e ottiene così la liberazione di tutti i prigionieri giudei detenuti nell'Acra e la possibilità di fortificare Gerusalemme, al momento giusto sceglie poi di aiutare Alessandro Bala, che per ringraziarlo gli offrì la carica di sommo sacerdote, Gionata entra in possesso delle funzioni sacedotali nel 152 a.C. Per i rigorosi osservanti Gionata sarebbe il sacerdote empio. Nel 150 Bala trionfa definitivamente su Demetrio I e per festeggiare invita Gionata al suo matrimonio con Cleopatra, figlia di Tolomeo VI sovrano d'Egitto. Gionata si associa al governo dello stato, e sostenne Bala contro le pretese di Demetrio II, poi si volge contro le città ellenistiche della costa. Nel 145 Bala è vinto da Demetrio II, Gionata riesce ad ottenere i suoi favori e si vede confermati i suoi poteri. Demetrio II si trova in difficolta con il generale Trifonte, Gionata si schiera al suo fianco dietro promessa che gli sarà ceduta l'Acra, la promessa non sarà mantenuta. Allora Gionata e il fratello Simone, si alleano con Trifone, fortificano Gerusalemme e Trifone preoccupato da questa nuova potenza fa rinchiudere a tradimento Gionata e scende contro Giuda.

           Simone succede al fratello e respinge Trifone e conquista Giafa, questo allora fa giustiziare Gionata, il fratello fa erigere un tempio in suo onore (1Mac 13,25-30). Simone si ritrova a fianco di Demetrio II che gli conferma i titoli del fratello. Simone rafforza il suo potere occupando Ghezer e soprattutto ottenendo la resa dell'Acra nel 141 a.C. Antioco VII nel 140 succede a Demetrio II e conserva l'alleanza con Simone contro Trifone. Quando però si sente libero intima a Simone di restituire Ghezer, Giaffa e l'Acra, e Simone rifiuta e batte l'esercito seleucide vicino a Mondin (1Mac 16). Nel 135 a.C. Simone e i suoi due figli vennero uccisi in un intrigo di palazzo.

          Il figlio Giovanni fuggi al massacro, e costrinse Tolomeo che aveva organizzato il tradimento a rifugiarsi nella cittadella di Dok. Dal 134 al 104 a.C. governa, quindi, uno dei discendenti della famiglia maccabaica: Giovanni Ircano. Antioco VII nel frattempo iniziava la conquista della Giudea e poneva l'assedio a Gerusalemme. Ancora una volta gli affari interni dei seleucidi fermarono la loro azione ma Giovanni Ircano, fu costretto a firmare una pace gravosa, fu pagata una grossa cifra per Giaffa-Ioppe, gli vennero consegnate le armi e degli ostaggi da trasformare in marcenari. Giuda era di nuovo uno stato vassallo, ma nel 128 a.C. muore Antioco, e da allora Antiochia sarà solo territorio di rivalità e non interverrà più in Giuda. Giovanni Ircano iniziò ad ingrandire il suo territorio con un esercito di mercenari, ai territori conquistati impone la circoncisione con la spada. Si impossessa di Sichem e distrugge il tempio sul Garizim nel 128 a.C., i suoi figli rasero al suolo la Samaria e ci sarà una diaspora dei samaritani. Il territorio è ingrandito e il commercio è florido, gli Asidei non accettano però il cumulo delle cariche governative e sacerdotali.

          In questo periodo nasce anche il partito farisaico che chiede la purificazione del ruolo del Sommo Sacerdote, Giovanni Ircano non vuole abbandonare la carica e i farisei si rivolgeranno sempre di più verso la speranza messianica del nuovo Davide. Giovanni si allontanò dagli Asidei quindi e cercò sostenitori presso i Sadducei. Giovanni Ircano muore nel 104 a.C. Aristobulo succede a suo padre e fa imprigionare i fratelli e morire di fame la madre. Alla sua morte vennero rilasciati i fratelli (103 a.C.), Alessandro Ianneo ne sposò la vedova e divenne suo successore. Vuole conquistare Tolemaide-Acco ma è vinto, si estende pero ad est. I suoi successi erano però precari. Poi sconfitto un'altra volta giungerà a stento a Gerusalemme dove troverà l'opposizione interna, i farisei sollevano il popolo contro di lui e per vendicarsi fa uccidere 6.000 Giudei. I Farisei allora fanno appello al Seleucida Demetrio III che batte Alessandro Ianneo vicino Sichem 88 a.C. I Giudei temendo una nuova conquista seleucida si ricongiungono con Alessandro he fa crocifiggere 800 avversari, per aumentare il supplizio fa sgozzare davanti a loro le mogli e i figli.

           In questo periodo cresce la divisione tra i farisei e i sadducei. Nel movimento degli Anawim, si sviluppa un movimento di hasidim. Questo gruppo emerge all'interno di questo movimento. Ha desiderio di fedeltà totale alla Torah, questo gruppo sviluppa poi la resistenza armata. In questo gruppo a sua volta si sviluppa una separazione, alcuni continuano la lotta, un altro gruppo interessato solo alla fedeltà della Torah si separa e sono i farisei (160 a.C.). Contemporanea ai farisei, o forse un po’ prima, esistevano i sadducei. I sadducei volevano essere fedeli alla lettera alla Torah, mentre i farisei erano aperti anche alle tradizioni e volevano essere fedeli in modo integrale alla Torah. Quando si sviluppa questa divisione notiamo che anche i sadducei intendono sviluppare una fedeltà integrale alla Torah, ma i sadducei insistono sull'interpretazione letterale alla Torah. I sadducei non accettano la fede nella resurrezione perchè non c'è nella Torah, ma i farisei l'accettano perchè secondo loro è nella Torah orale. I farisei sono gli eredi veri degli Anawim. L'empio è l'opposto degli Anawim, sono le persone che scendono a compromessi magari per avere cariche statali. Questi empi non hanno la fede nel futuro e quindi vogliono tutto nella vita presente. A tutto ciò fa da ostacolo il "giusto", la vita del giusto è una sconfessione aperta della situazione di vita dell'empio. Gli empi non credono alla ricompensa della santità. "Dio ha creato l'uomo per la incorruttibilità" (Sap) e si fa riferimento a Gn 1 per dare la prova di ciò. Questa frase della Sapienza parla della resurrezione, quindi va sulla linea farisaica.

             8.000 Giudei fuggirono verso la Siria, tra questi anche gli Esseni. Nonostante fossero perseguitati i farisei hanno un influenza sempre più ampia, trascrivono le spiegazioni della legge scritta, utilizzzando tutti i mezzi della dialettica per completare i loro commentari essi diventano i dottori della legge. Ridotta l'opposizione interna Alessandro riprende la sua politica di espansione e di impossessa del Golan e della Transgiordania fino al paese di Moab. Alessandro muore in battaglia nel 76 a.C. Alla morte gli succede la moglie, e non potendo assumere l'incarico di Sommo Sacerdote, l'affida al figlio Ircano II, ella inverti le alleanze interne e fece leva sui farisei. Fece entrare i farisei nel Consiglio del anziani e i Sadducei perdono via via ogni potere. Giunti al potere i farisei vogliono vendicarsi dei sostenitori di Alessandro, e questo è occasione di nuove tensioni: i sadducei si raggruppano intorno al secondo figlio di Alessandra, Aristobulo, che forte di questo appoggio prepara la successione. Il regno di Alessandra nonostante ciò è celebrato come regno di abbondanza e pace.

              Alla sua morte nel 67 a.C. Aristobulo prende il potere e costringe il fratello a rinunciare a tutte le cariche in cambio della vita. Ircano II si alleò con il governatore dell'Idumea e nel 65 sconfigge Aristobulo, che riesce a raggiungere Gerusalemme e rinchiudersi nel Tempio. La divisione del regno tra i fratelli era ciò che sognavano i Romani. Pompeo convoca le parti faccia a faccia e promette la sua venuta a Gerusalemme e nel frattempo esorta le parti a rispettare la pace. Aristobulo ritiene di potersi ribellare, Pompeo marcia immediatamente su Gerusalemme, Ircano gli apre le porte Aristobulo è fatto prigioniero e i suoi sostenitori si rifugiano nel tempio. Il tempio sarà preso nel 63 a.C. e Pompeo entra nel Tempio e persino nel Santo dei Santi. Gli ambienti devoti sono scandalizzati. La sovranità asmonea è definitivamente tramontata, gli ambienti farisaici se ne rallegrano, essi attendono il Messia della stirpe di Davide. I romani resero Gerusalemme tributaria ai Romani e resero i Giudei sudditi Romani.

 

Piccola storia di Israele