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Classificazione dei cristiani

            La classificazione all'interno della Chiesa tra diverse figure di cristiani: laici, monaci, religiosi, sacerdoti.

            Secondo la Chiesa antica molto affermata è il dono della profezia. All'inizio del III secolo si afferma l'uso degli ordines, nascono gli ordines, che non nasce con l'accezione di ordine sacerdotale, Origene introduce il termine clero, che significa semplicemente separato, e oppone al clero i laici, laicos. Ma il vero ideatore di una classificazione è Gregorio Magno, collegandosi ai prototipi biblici di Noè Daniele e Giobbe elenca i tre ordines che noi oggi conosciamo:

  • I pastori, preti

  • I continentes, religiosi

  • I coniugati, laici

         In una sua omelia su Ezechiele parla di questi tre padri Noè Giobbe e Daniele e vede tre figure di cristiani, si afferma così uno schema ecclesiale chiamato del tria genera cristianorum, che influenzerà tutto il medioevo. C'è una gerarchia? C'è una piramide e a determinare questa piramide è il contatto con il sacro. Questo sarà molto svalutante per i laici e promuovente per chierici e monaci, il monaco sceglie una vita sacra, è colui che è vicino al sacro, il prete non è valutato per la vita sacra, era un secolare viveva nella maniera degli altri però gestiva le cose sacre e quindi anche lui stava al vertice della piramide, alla base i laici distinti dal sacro, e quindi non trovano molto spazio.

            Il monaco è certamente una figura molto importante nel medioevo, sostituì nell'immaginario collettivo il martire, si aveva bisogno di una figura trainante, una figura modello simbolo dell'identità dell'essere cristiani, questo diventa il monaco, che rappresenta un ritorno alle origini, spesso c'è un ritorno al deserto. Il monastero viene costruito in modo tale che la legge architettonica risponda a un preciso bisogno teologico. Il tria tende a divenire un duo, monaci e preti si scambieranno le caratteristiche, questo avverrà con la riforma Gregoriana, nasce l'idea del breviaro per i preti, tende a dare ai sacerdoti uno stile di vita monastico. Anche i monaci prenderanno alcune caratteristiche dei preti, infatti il monaco non diceva messa.

          L'accentuazione delle distanze tra sacerdoti e semplici fedeli ha dei risvolti anche sotto il profilo liturgico. A cominciare dall'VIII secolo, il canone della messa comincia ad essere recitato dal sacerdote a voce bassa, con le spalle rivolte verso il popolo, che anche a causa dell'uso del latino ormai non più capito finisce per divenire estraneo alla celebrazione. Così che non è più il popolo di Dio che offre l'eucarestia, ma è solo il sacerdote a farlo in suo nome.

            Abbiamo un periodo che sul piano dei fatti vede il rilancio dei laici, come avviene ad esempio con San Francesco. Nascerà poi una figura nuova che è il cavaliere, che non è assolutamente una figura guerresca, faceva un giuramento cristiano, quasi monastico. San Rocco è un laico, figura emblematica, figura del pellegrino, pellegrinaggio concepito come vita cristiana. Dedicarsi a vivere pellegrinando da un posto all'altro, lasciavano tutto ai poveri e poi si dedicavano al pellegrinaggio. Quindi questa idea del laico lontano dalla spiritualità è da correggere sul piano dei fatti.

            Innocenzo III canonizza il primo laico, e parlando dei laici bisogna parlare anche delle donne. Oggetto di una considerazione ambigua, considerata moltissimo dai Padri, ma anche nel Medioevo, pensiamo a Santa Monica, San Francesco e Santa Chiara, i grandi santi sono spesso affiancati da una donna. Importante per il profetismo, ma anche chi faceva catechismo ai figli erano le donne.

            Tertulliano si appella all'Antico Testamento e dice che la figura di Eva è quella del diavolo, e si scaglia con il trucco delle donne, non devono truccarsi non devono farsi vedere. Si arriva ad escludere la donna dal concetto di essere stata creata a immagine di Dio. Importantissimo sarà San Tommaso d'Aquino che riconosce che la donna è stata fatta a immagine di Dio, afferma che la donna poteva anche battezzare, per Tertulliano tutti potevano farlo tranne la donna.

            Abbiamo tradizioni consistenti sulle diaconesse, nella didascalia sugli apostoli si parla esplicitamente di ruolo diaconale delle donne. Il problema è cosa dovevano fare queste diaconesse, qual era il loro compito, nessuno storico serio mette in discussione che le diaconesse ci fossero nella Chiesa antica, ma quale era il loro compito, forse erano dedicate alla formazione delle donne e ai sacramenti della donna, aiutava nella celebrazione del sacramento delle donne. Il can.19 del Concilio di Nicea afferma che le diaconesse appartengono a uno stato laicale, nella Didascalia degli apostoli si diceva il contrario, in quanto c'era il rito dell'imposizione delle mani per divenire diaconesse.

            Il termine laico era riservato ai maschi, anzi non solo ai maschi, ma ai principi, la donna quindi si trovava a non essere neanche considerata laica. L'idea che la donna non è stata fatta a immagine di Dio si trova anche nel Decreto di Graziano, anche in questo periodo comunque bisogna distinguere la teoria dai fatti. Grandi figure di donne di grande spessore, alcune donne fondano monasteri, opere di carità, nei paesi bassi ci sono le beghine, ci vorrebbe un capitolo per parlare di queste figure profondamente importanti, non erano suore, non erano consacrate, ma avevano una vita comune che diventava centro di scambi e promozione culturale nel loro paese.

 

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