TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Chi è Gesù Cristo?

 

La Passione

 

La morte

 

          Marco in 20 versetti dice tutto, descrive la via crucis e la morte di Gesù, gli eventi si succedono rapidissimamente, interessante che fa i nomi dei figli di Simone di Cirene, potevano essere ancora vivi, potevano testimoniare, sono quindi indizi di verità storica. Dei malfattori anche si dice poco, si dice solo che Gesù fu crocifisso con due malfattori. Le tappe sono:

  • Golgota

  • Offerta del vino

  • Spartizione delle vesti

  • Titulum crucis

  • Crocefissione malfattori

  • Insulti e scherni

  • Morte all'ora nona

          Ci troviamo di fronte a un racconto storico affidabile, oltre alla citazione dei nomi di figli di Simone di Cirene anche i nomi delle donne: Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore, tutti testimoni che avrebbero potuto essere interrogati.

          In Marco c'è anche un significato teologico profondissimo, ad esempio viene evidenziato il contrasto tra la dignità messianica divina di Gesù e i fatti che contraddistinguono una tale dignità, quindi il contrasto tra la sua dignità messianica e il fatto che Gesù è denudato, che vengono tirate a sorte le sue vesti, crocifisso tra due malfattori, gli insulti dei presenti, che scuotono il capo, bestemmiano, i sommi sacerdoti e persino i due malfattori suoi compagni di sventura. C'è un forte contrasto tra la dignità di Gesù e la sua innocenza, e la bestemmia e il rifiuto che subisce. Anche nel momento della morte, anche se il centurione riconosce chi è, tutto il contorno sembra essere ostile e contraddire questa verità, c'è un contrasto fortissimo, di ruoli e di scena e l'evangelista Marco vuol far vedere il significato della rivelazione di Dio in Cristo. Marco ci vuol far vedere che la luce risplende nel momento più cupo delle tenebre, sulla croce di Pilato viene svelato chi è il Figlio di Dio, ormai per conoscere chi è Dio dobbiamo vedere alla croce di Gesù. Da quando Dio si è rivelato in Cristo la croce diventa l'icona del nuovo volto di Dio, anche la scena del centurione “veramente ques'uomo era il Figlio di Dio” mostra questo: era un pagano e un romano, uno che non fa parte del popolo eletto riconosce Gesù per quello che è, e lo riconosce per come muore sulla croce. In questa confessione di fede Marco ha assolto il senso del suo vangelo, ritorna all'inizio del suo vangelo, “Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio” anche la scena della rottura del Tempio di Gerusalemme sta a significare l'annuncio di un nuovo Tempio, un Tempio che non è più costruito questa volta da mani d'uomo.

          Matteo riporta le principali sentenze di Marco, ma arricchisce con alcuni eventi: il velo del Tempio, il terremoto, lo scoperchiamento dei sepolcri la resurrezione di alcuni giusti che appaiono a Gerusalemme dopo che Gesù è risorto da morte (Mt 27,51-53). Sembra quasi che Matteo annoti con particolari inediti ciò che nel racconto base era già stato presentato. Il quadro simile è su:

  • Gesù è abbandonato e completamente solo, Gesù muore da solo

  • E' insultato dai passanti, dalle autorità e dai sacerdoti

  • Negata l'identità del Figlio di Dio

          Abbiamo da una parte concordanza quindi, dall'altra differenze, la concordanza fa emergere che siamo di fronte a un racconto storico, abbiamo il criterio storico della molteplice attestazione, le differenze vogliono affermare da un punto di vista teologico lo stesso fatto. I sinottici insistono sul fatto che si fece buio su tutta la Terra, il contrasto con Giovanni è evidente, lì c'è il guardare il crocifisso, entrare nella glorificazione del Figlio di Dio. I Sinottici sottolineano le tenebre che hanno a che fare con il linguaggio apocalittico-profetico, che annuncia il Giorno del Signore.

           Finora vediamo una concordanza nella narrazione, i due racconti di Matteo e di Marco si integrano dal punto di vista storico, poi dopo la morte abbiamo delle peculiarità di Matteo già citate (il terremoto, l'apertura delle tombe, la resurrezione dei giusti) fanno emergere che la morte di Gesù non è altro che l'elemento finale della storia, con la morte di Gesù è iniziata una nuova epoca, un mondo nuovo, la morte di Gesù è l'inizio di un'era nuova. Quei segni sono il motivo in Matteo che fa accendere la fede in Gesù Figlio di Dio, mentre nell'evangelista Marco sta nella professione di fede del centurione, quindi Gesù che muore in croce si manifesta come Figlio di Dio, dal vedere quel modo di morire, in Matteo la fede in Gesù Figlio di Dio si accende dal vedere accadere quei fenomeni. La debolezza della croce nasconde l'evento della salvezza, come si chiama questa debolezza che richiama la nostra salvezza? Agape, si tratta di una debolezza per amore.

          La crocifissione di Gesù sta a significare che quell'evento è capace di capovolgere il destino della storia, Matteo ci fa vedere che siamo all'alba di una nuova umanità, si insiste sul velo del Tempio perchè quel velo era insuperabile, solo il Sommo Sacerdote poteva varcarlo, questo velo che crolla è la barriera che separava i vicini dai lontani da Dio, è crollato questo velo ma la croce di Cristo è capace di raccogliere tutti, non ci sono più vicini e lontani, questa potenza di Dio nell'evento della crocifissione in Matteo è evento della resurrezione, alcuni risorgono e si presentano però a Gerusalemme solo quando Gesù è risorto. La croce è quindi un modo di parlare della resurrezione, ma il significato di chi è risorto lo cogliamo soltanto con la resurrezione di Cristo. Nello scorrere del tempo quindi la resurrezione viene dopo ma la sua ragione è già qui davanti alla croce. Giovanni ci parlerà della croce già come glorificazione. La croce è il momento della nascita di un mondo nuovo, non come una tappa superata poi dalla resurrezione.

          Quando leggiamo Luca ci accorgiamo che ci sono dei contenuti originali. La differenza è che Luca vuole far emergere la figura morale di Gesù come quella del martire paziente, in questo senso Luca è coerente con il resto del suo vangelo perchè durante la vita di Gesù vi erano molti tratti di delicatezza, come quelle parabole dell'amore misericordioso, questi tratti coerenti con l'intento dell'autore emergono con tutta la loro forza nel racconto della passione. L'innocenza di Gesù che persino Pilato ha riconosciuto viene ora proclamata dal buon ladrone, che ha un compito importantissimo riconoscere la bontà e l'innocenza di Gesù, ma anche il centurione romano dice “realmente quest'uomo era giusto” preceduta dalla frase “il centurione glorificava Dio dicendo:” glorifica quindi Dio attraverso Gesù, il Gesù che era attento ai poveri e ai peccatori ora muore tra due malfattori, questo lo dicono tutti i sinottici, ma in Luca uno dei due si comporta in maniera diversa. Gesù in croce non solo rifiuta ogni violenza, ma perdona tutti e promette il paradiso il ladrone pentito, il primo quindi che porta con sé in paradiso è un ladro, qui vediamo che nella croce lo stile di vita di Gesù trova coronamento, in Luca più che negli altri, Gesù che predica il perdono è colui che concede il perdono ai peccatori. Adesso nella croce Gesù diventa l'icona della misericordia, in questo senso Gesù è la figura del martire cristiano, ma anche molto di più. La differenza tra un martire e Gesù è che il martire dice l'uomo davanti a Dio, cioè il martire porta davanti a Dio tutte le contraddizioni dell'uomo, Gesù in quanto martire però ci fa vedere come Dio riesce ad assumere la sofferenza umana, e Luca ci fa vedere il modo in cui noi dobbiamo vivere la sofferenza, perchè abbiamo un esempio, Gesù ci ha mostrato come si muore martiri, chi è il martire. La sofferenza resta sempre un'occasione per comprendere l'amore di Dio, resta però sempre misteriosa, resta misterioso come Dio è entrato in questo cammino e ha dato un senso a questo cammino. Qui anche la folla ha un senso positivo, a differenza degli altri sinottici, il racconto di Lc 23,48-49 (“48]Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. [49]Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti ”) c'è chi vuole convertirsi quindi, battersi il petto vuol dire questo. La crocifissione ha una risonanza pubblica il contrasto tra fede e incredulità lo vediamo nell'atteggiamento dei due ladroni e anche dei soldati che alcuni disprezzano, ma il centurione riconosce. La folla assiste silenziosa e poi se ne va via commossa battendosi il petto. Gesù è colui che perdona e si abbandona con fede nelle mani del Padre misericordioso. Il progetto era l'amore a ogni costo, non la morte, l'amore a ogni costo è passato attraverso la morte.

          Giovanni riassume tutto nella contemplazione del crocifisso che dona sangue e acqua per Giovanni nell'umanità del Figlio si riconosce tutta la presenza di Dio, l'apice della rivelazione è nella croce. In Luca sarà la pentecoste, per Giovanni è il calvario, si rivela anche la Chiesa lì per Giovanni. Le cinque scene che Giovanni presenta:

  1. titulus crucis in tre lingue;

  2. Le vesti e la tunica, la croce come attrazione di tutti gli uomini, riunificazione del popolo di Dio, quella divisione della tunica che era la divisione del popolo ora è indivisa

  3. La Madre di Gesù e l'apostolo Giovanni, in Giovanni sono rappresentati tutti i discepoli, che sono affidati a Maria.

  4. La quarta scena è quella in cui Gesù ha sete, qui c'è non solo la sete fisica, ma la sete della salvezza, tanto che subito dopo Giovanni dice “è compiuto” ora sulla croce è compiuto tutto il dramma della salvezza. Gesù ha sete di salvezza per l'umanità peccatrice, vuole colmare la Chiesa del dono della salvezza che avviene attraverso la salvezza

  5. Colpo di lancia, collegato Gv 7,37-39, questa è la scena del compimento, il sangue versato è la nostra salvezza e l'acqua è lo Spirito effuso su tutti i credenti

          Per Giovanni Gesù sulla croce è vincitore, la glorificazione avviene mentre si compie lo scandalo della croce, in Giovanni la croce è già gloria e resurrezione, praticamente Giovanni dice che la croce è la rivelazione dell'amore di Dio.

 

La Passione