TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

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La sindone

 
Che cosa è?
cristo.jpg (8434 byte) Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indica un tessuto di lino di buona qualità

La sindone è un lenzuolo di lino tessuto "a spina di pesce" lungo 436 e largo 110 cm.

Su questo lenzuolo soltanto su un lato è impressa un'immagine, di un uomo dell'età di circa 30 anni sicuramente morto, che è stato flagellato, inchiodato, che aveva una corona di spine e che è stato ferito al costato da cui è uscito sangue e siero.

L'impronta presenta la singolare caratteristica di comportarsi come un negativo fotografico.

Ne è ufficiale custode l'Arcivescovo pro tempore di Torino (cioè quello in carica). La Sindone è a Torino dal 1578

          La  Sìndone è un Lenzuolo di lino quindi tessuto "a spina di pesce" con tecnica in uso duemila anni fa sia in Egitto (si conservano reperti egiziani vecchi di cinquemila anni), sia in Palestina, sia in altre zone del Medio Oriente; il filato è "ritorto a Z" (in senso orario) anziché ad S (in senso antiorario). E qui inizia poi la diatriba, secondo alcuni questo filato ritorto a Z sarebbe tipico della Palestina all'epoca di Gesù a differenza della tecnica a S, sencondo altri l'esatto contrario. Nessuno sembra però negare che un simile tessuto possa essere veramente di quell'epoca, sia che fosse molto diffuso (come affermano alcuni) sia che se ne trovino poche eccezioni (come affermano altri). L'intreccio del tessuto è realizzato in modo rudimentale con un telaio a pedale. La tessitura è a spina di pesce, tre a uno, che forma strisce larghe circa 11 millimetri. Secondo Curto, fino al III secolo d.C. la tela di lino fu il tessuto egiziano per eccellenza e a quanto pare durante la prigionia in Egitto gli ebrei avrebbero imparato molto bene l'arte della tessitura. C'è però una differenza secondo Curto sul tipo di impianto del tessuto. I panni egizi sono tutti lavorati a tela ortogonale, il tessuto a spina di pesce invece è di origine mesopotamica e siriaca, questo tipo di tecnica già nota nell'area medio-orientale ai tempi di Gesà era largamente usata in Siria. Quindi questo tessuto deve essere giunto in Palestina da regioni limitrofe come la Siria e la Mesopotamia. Frammenti di seta del III secolo d.C. sono stati trovati a Palmyra, nell'attuale Siria e altri tessuti analooghi, risalenti al periodo greco-romano, a Dura Europos, sempre in Siria. Altri studiosi portano prove che all'epoca di Gesù era nota la tecnica della lavorazione a spina di pesce anche in Egitto. Franco Testore ricorda che lo spigato era molto conosciuto in Egitto già nel 3400 a.C. Alcune stoffe provenienti dalla tomba di Kjaje e Mirim (1405 a.C.) hanno un accenno di tessitura diagonale a 45 gradi e nelle necropoli di Antinoe (Alto Egitto, inizio del II secono d.C.) sono stati trovati esemplari di stoffe di lana con tessitura analoga a quella della Sindone. Gabriel Vial ha approfondito lo studio tessile della Sindone ed è convinto che il primo tessuto conosciuto in lino veramente simile come tessitura al telo di Torino, anche se non identico, sia della seconda metà del XVI secolo. E' una tla conservata ad Herentals presso Bruxelles, attribuita a Maarten de Vos, raffigurante l'ultima cena. La Sindone di certo ha delle caratteristiche uniche sono state ritrovate sul telo due particolati cimose mai trovate in tessuti anteriori al XIX secolo. Nel 1973 Gilbert Raes, direttore dell'Istituto di tecnologia tessile di Gand (Belgio) ebbe a disposizione vari campioni prelevati dalla Sindone, le ricerche di laboratorio rivelarono tracce di fibre di cotone identificate come Gossypium herbaceum, questo farebbe pensare a una provenienza dall'Egitto visto che è stato lavorato probabilmente su un telaio che prima aveva lavorato cotone(1). L'indagine palinologica condotta nel 1973 dal criminologo svizzzero Max Frei ha permesso di individuare sulla Sindone 57 pollini di piante diverse provenienti da Gerusalemme, da Edessa (oggi Urfa), da Costantinopoli, dalla Francia e dall'Italia, esattamente il tragitto della Sindone.

          Ne è ufficiale custode l'Arcivescovo pro tempore di Torino (cioè quello in carica). La Sindone è a Torino dal 1578, con alcune occasionali assenze, di solito per guerre, come durante l'assedio francese alla città del 1706 e, l'ultima volta, nel corso del II conflitto mondiale, al cui scoppio nel 1939 (in previsione che pure l'Italia, come poi avvenne, entrasse in guerra) fu trasferita, per ripararla dai bombardamenti, presso il Santuario di  Montevergine, vicino ad Avellino. Ritornò nel capoluogo piemontese nel 1946.

          La Sindone, è un lenzuolo ancora in parte misterioso: presenta diverse macchie, la cui natura e causa solo parzialmente sono note. Per una parte di queste macchie la Sindone si comporta come  un negativo fotografico per altre parti no. Questa è un'immagine formata a contatto, per questo al negativo appare più chiara, non può essere quindi un dipinto. Come sia stata impressa questa immagine sul lenzuolo non si sa, c'è chi dice che è stata fatta con l'esplosione di energia della trasfigurazione. Forse invece c'è stata una scoloritura chimica dovuta al sangue al sudore, ma certo malgrado si sia cercato di riprodurla non ci si è riusciti, quindi non si sa. Nasce anche il problema di come può essere stato tolto il lenzuolo al morto che ne era avvolto senza rovinare il lenzuolo. Dove c'è più contatto l'immagine è più nitida

 

(1) Orazio Petrosillo- Emanuela Marinelli, La Sindone un enigma alla prova della scienza, RIZZOLI:1990, pp. 212-213

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