TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

La sindone

 

La storia documentata

          Sono databili tra il 1389 e il 1390 i primi documenti che si riferiscono ad una Sindone che è certamente quella che si conserva a Torino, questo è provato dal fatto che questa data in poi ci sarà una continuità soddisfacente delle fonti. Negli anni tra il 1353 e il 1356 il suo primo possessore noto, Geoffroy de Charny, collocò nella chiesa da lui stesso fondata sotto il titolo dell'Annunciazione nel suo feudo di Lirey. Già in quei secoli si registrano controversie sull'autenticità di questo telo. La Sindone comunque continuò ad essere conservata ed esposta, pur con le restrittive disposizioni di Clemente VII, nella Chiesa di Lirey, dove è documentata sino al 1418. Il 6 luglio di quell'anno, Humbert de la Roche, firmava una ricevuta dei beni della chiesa di Lirey, compresa la Sindone, ritirati per rvitare una possibile razzia, in quel periodo si ebbe infatti il riacutizzarsi della guerra dei cent'anni. Humbert aveva promesso la restituzione di tali beni ad emergenza finita, ma dopo la sua morte avvenuta nel 1438, la moglie Marguerite tenne la Sindone con lei.

          Probabilmente a Ginevra nel 1453 avvenne il trasferimento della Sindone ai Savoia, la data tradizionale ma non certa del passaggio è il 22 marzo, la Sindone non fu donata, ma probabilmente venduta, se non per soldi in cambio di qualche beneficio per Marguerite. La Sindone rimase poi di proprietà di Casa Savoia sino al 1983, quando venne destinata per testamento da Umberto II alla Santa Sede. Durante questi secoli ha seguito le sorti della dinastia, prima fra tutti i viaggi che la portarono in Piemonte. Nel 1478 vi fu una probabile ostensione a Pinerolo poi la Sindone fu di nuovo in Piemonte nel 1488 e ancora a Vercelli nel 1494, mentre nel 1498 risulta essere a Torino.

          Si pensò quindi di dare  una sede stabile alla Sindone, un luogo d'immagine e difeso, la Cappella ducale del Castello di Chambery, la Sindone vi venne trasferita l'11 Giugno del 1502 con una solenne cerimonia. Il 1506 è una data importante dal punto di vista religioso; in questo anno infatti Papa Giulio II concede il culto liturgico e pubblico della Santa Sindone. Nella notte del 4 dicembre 1532 scoppiò l'incendio dal quale il lenzuolo fu salvato a fatica, ma non prima che si verificassero i danni ancor oggi ben visibili, anche se riparati dalle Clarisse del 1534. Tornata a Chambery poi la Sindone venne portata a Torino dal duca Emanuele Filiberto.

          Nel 1694 il Lenzuolo fu definitivamente collocato nella Cappella del Guarini, dove è stato per trecento anni, salvo alcuni periodi nei quali fu messo al sicuro da pericoli bellici. Nel 1898 un avvocato con la passione della fotografia chiede ai Savoia il permesso di fotografarla; A permesso accordato otterrà dalla sindone alcune lastre che segneranno, nella storia del sacro telo, una svolta: la Sindone è in realtà un negativo "fotografico" e perciò il negativo ottenuto dall'avvocato non è altro che un positivo. Nel 1993 per permettere i restauri della Cappella, la Sindone è stata trasferita nella teca dietro l'altar maggiore del Duomo. Di qui è stata asportata la notte dell'11 aprile 1997, a seguito dell'incendio che ha gravemente danneggiato la Cappella del Guarini ed ha anche minacciato l'integrità del Lenzuolo, rimasto comunque fortunatamente indenne. (1)

La preistoria della Sindone

            Iniziare dalla storia recente per poi tornare all'antica è quanto meno insolito, ma ho voluto iniziare con ciò che è certo e si conosce bene per poi tornare ai primordi, a ciò che è in discussione. Infatti per chi considera la Sindone un falso la storia è quella di sopra lì inizia e non prima. Ora andiamo a cercare documenti per lo più non certi, indizi.

          Il primo collegamento può essere quello con il Mandilion di Edessa. Anche all'origine di del Mandilion c'è una leggenda: una corrispondenza epistolare tra Gesù e il re di Edessa, Abgar V, che, malato, chiede il suo intervento per la guarigione. Viene mandato ad Abgar proprio un telo raffigurante il volto di Gesù che molti come lo storico Ian Wilson identificano come la Sindone piegata in modo da non mostrare il corpo seminudo e martirizzato del condannato, in effetti se si piega la Sindone a metà e poi ancora quattro volte si riduce a un rettangolo al cui centro spicca il solo volto. Un esame a luce radente avrebbe in effetti evidenziato sulla Sindone delle tracce che possono essere riconducibili ad antiche piegature nelle sedi interessate. La tradizione quindi dell'esistenza di una raffigurazione del volto di Cristo è quindi molto antica, anche se la sua origine non è documentata nè chiara.

          Nel 544 appare in una cronoca dell'assedio da parte dei Persiani, scritta da Evagro lo Scolastico circa cinquant'anni dopo gli avvenimenti. In essa si cita di nuovo l'immagine del Volto, questa volta definito "non fatto da mano umana", portato questo telo sul luogo della battaglia sbaragliò con un fuoco inestinguibile le truppe nemiche. Da questo momento il Mandilion è spesso citato. Grande importanza ebbe nella crisi iconoclasta, molti fecero notare come questa lotta alle immagini era ingiustificata proprio perchè per molti secoli si era venerata l'immagine di Edessa. Venne citata anche nel II concilio di Nicea del 787, in cui venne sancita la leggittimità delle immagini.

          Nel 944 il generale bizantino Giovanni Curcas pose l'assedio a Edessa, assedio che abbandonò solo dopo che l'Emiro arabo della città ebbe consegnato il Mandilion, nonostante la rivolta della comunità cristiana di Edessa. il 15 Agosto giunse a Costantinopoli accolta con grande giubilo. In questi secoli appargono notizie anche di una Sindone. Inoltre Costantino VII Pofirogenito co-imperatore nel 944 ci descrive il volto del Mandilion come una secrezione liquida senza materia colorante nè arte pittorica, e che l'immagine si sarebbe formata con il sudore di sangue del Getsemani. Altri testi inoltre fan pensare che sul telo non ci sia solo il volto ma si veda la piaga del costanto e che contenga l'impronta di tutto il corpo. In un sermone del X secolo ad esempio la lettera di Gesù ad Abgar è modificata, Egli avrebbe inviato un telo nel quale Abgar avrebbe potuto vedere non soltanto l'aspetto del volto, ma anche tutto il corpo impresso per intervento divino. Questi elementi non provano l'esistenza certa della Sindone prima dell'anno 1000 ma certo ne sono un indizio. Altro dato che aiuta all'interpretazione è l'iconografia, mentre nei primi secoli le rappresentazioni di Gesù erano le più varie, ad un certo punto le raffigurazioni iniziarono ad avere tratti simili, tratti che sono simili a quelli della Sindone. Se per alcuni questa è ulteriore prova della falsità della Sindone (visto che in realtà un artista medioevale avrebbe presentato l'immagine a lui più vicina, mentre nei primi secoli circolavano altre raffigurazioni di Gesù) per altri questo potrebbe essere segno di un'immagine che ad un certo punto della storia si è imposta come l'Immagine di Cristo, e questa potrebbe essere quella del famoso Mandilion, e questo sarebbe un indizio a favore della datazione della Sindone molto prima dell'anno 1000.  Rimanendo ad analizzare l'iconografia, altro dato da segnalare è che in coincidenza con l'arrivo del Mandilion a Costantinopoli nell'iconografia della sepoltura di Cristo viene introdotto l'uso di un grande lenzuolo.

          Testimonianze molto antiche di Sindone non mancano, a parte quelle dei vangeli canonici di cui parleremo avanti, ci sono anche quelle di alcuni apocrifi come il Vangelo degli Ebrei, un vangelo apocrifo che godette di larga credibilità presso i primi cristiani e che viene utilizzato anche da S.Girolamo, che tramanta un passo in a un servo del sacerdote Gesù stesso consegnò la propria Sindone.

          A Costantinopoli abbiamo la testimonianza di Robert de Clari che ha lasciato scritto di aver visto nella città l'esposizione di una Sindone contenente l'impronta del corpo di Gesù. Robert de Clari faceva parte del corpo di spedizione francese di quella anomala crociata che invece di seguire il suo corso, venne deviata contro Costantinopoli. Il 12 aprile 1204 i crociati attaccarono la città e la capitale dell'impero venne avvolta dalle fiamme e sottoposta a saccheggio, fu lì che secondo Robert de Clari spari la Sindone. Ciò documenta l'esistanza di una Sindone a Costantinopoli in questo periodo, certo non sappiamo se è la stessa di quella di Torino. Sul passaggio della Sindone dall'Oriente all'Europa si sono costruite molte teorie, ma nulla di realmente certo. Però in una lettera datata 1 agosto 1205, Teodoro invia al Papa una denuncia circa la perdita di alcune reliquie, tra queste il lenzuolo che aveva avvolto dopo la morte e prima della resurrezione Gesà Cristo. Di questo documento però noi possediamo soltanto una trascrizione ottocentesca di alcuni passi, purtroppo il documento è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. La reticenza sui documenti di questo passaggio quindi potrebbero essere derivate dalle sanzioni pontificie sul traffico delle reliquie costantinopolitane. (2)

(1) Giuseppe Ghiberti - Umberto Casale, Dossier sulla Sindone, Editrice Queriniana, Brescia: 1998, pp. 33-39

(2) Giuseppe Ghiberti - Umberto Casale, Dossier sulla Sindone, Editrice Queriniana, Brescia: 1998, pp. 39-47

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