I SACRAMENTI

Il Matrimonio

“Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi” Mt 19,4-6
 

Proprietà essenziali

 
 

          Il can. 1056 parla di proprietà essenziali del matrimonio, che sono:

·         l'unità, ciò che qualifica l'unione tra l’uomo e la donna, escludendo ogni forma di poligamia. Essa è sinonimo di fedeltà coniugale che si contrappone all'adulterio, che porta l’uomo o la donna ad avere un rapporto fisico con un'altra persona.

·         l'indissolubilità, qualifica il rapporto coniugale, rendendolo perpetuo. Non è altro che la pienezza dell'unità.

          Queste due proprietà caratterizzano il matrimonio come istituto di diritto naturale voluto e istituito da Dio. Le due proprietà appartengono al diritto naturale perché, si basano sull'insegnamento di Cristo che condannando il divorzio all'ora in uso, ha fatto riferimento al principio dell'intervento del Creatore ( l'uomo lascerà suo padre... ).  Tale insegnamento è stato sancito dal Concilio di Trento e continua ad essere un punto fermo nella Chiesa, anche se in alcuni casi si può sciogliere il vincolo matrimoniale.

 

Unità: monogamia

          Un solo uomo si unisce con una sola donna, con l'esclusione di terze persone. Il can. 1056 del Codice di Diritto Canonico afferma che le proprietà essenziali del matrimonio sono l'unità e l'indissolubilità. La prima coincide praticamente con la monogamia. Per la Chiesa non possono coesistere contemporaneamente più matrimoni validi. La poligamia simultanea non è quindi concessa, e per poligamia  si intendono tutte le sue forme: poliginia e poliandria.

           Visto che la morte scioglie il legame matrimoniale è invece concessa la poligamia successiva, le seconde nozze quindi, una volta che il partner sia morto. In questo si riprende 1 Cor 7,39 in cui San Paolo afferma "La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore"(1) anche se subito dopo continua dicendo "Ma se rimane così, a mio parere è meglio"(2), cosa che tra l'altro aveva detto anche prima all'inizio del capitolo 7, ma a tutti indistintamente anche per il primo matrimonio: "Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; [9]ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere"(3). Anche se concesso dalla dottrina il secondo matrimonio dopo le nozze è stato spesso guardato con sfavore, soprattutto nella trazione occidentale

          Contrae matrimonio invalido chi non intende impegnarsi alla fedeltà verso l’altro coniuge, riservandosi la libertà di avere relazioni extraconiugali, oppure generare un figlio ricorrendo alla procreazione artificiale eterologa.

Indissolubilità

          Nessun potere umano può sciogliere un matrimonio valido, ne le parti che l'hanno contratto, nè qualsiasi autorità umana. Insieme all'unità, l'indissolubilità è considerata proprietà essenziale dal Codice di Diritto Canonico (CIC c.1055).  L'indissolubilità comporta il divieto di ripudiare il coniuge: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio" (4), anche san Paolo afferma:“agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie(5).

          Nell'ordinamento della Chiesa non è ammesso il diritto al divorzio, ne tanto meno sono possibili le seconde nozze dopo il divorzio. L'unica cosa che può porre termine a un matrimonio è la nullità dello stesso, che in realtà, a livello tecnico non pone fine a un matrimonio, ma semplicemente non è mai stato celebrato in modo valido e quindi non è mai stato posto in essere, "questa regola dell'efficacia retroattiva della dichiarazione di nullità, valida in linea di principio, non può essere applicata rigidamente in materia matrimoniale, in particolare quando è stata instaurata una comunione di vita e quando sono nati dei figli"(6).

          Non vi sono quindi dubbi sull'indissolubilità del matrimonio cristiano, perché ci sia questa indissolubilità c'è bisogno del patto coniugale di due battezzati (matrimonio rato), e che tale matrimonio rato sia consumato. Il matrimonio rato di per se non è indissolubile. L'indissolubilità rimane sia in caso di eresia del coniuge, sia di incompatibilità di carattere, sia in caso di assenza intenzionale del coniuge (Concilio di Trento), sia in caso di adulterio (eccezione molto presente nei testi antichi, interpretazione di quel porneia eccezione concessa da Matteo). Il matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, l'unica cosa che estingue questo matrimonio e la morte. Quindi neanche il Romano Pontefice può nulla per dividere due persone unite in un matrimonio rato e consumato, mentre esercita potesta nel caso di matrimonio non consumato tra battezzati oppure matrimoni in cui una parte era battezzata e una no, oppure tra coniugi non battezzati.

          Quando i due contraenti si accostano al matrimonio senza accettare la proprietà dell’indissolubilità, cioè di porre un vincolo perpetuo che li tiene uniti per tutta la vita: allora si ricorre al caso di nullità. Viene a mancare una volontà positiva, dove sin dalla prestazione del consenso vi è l’intento di ricorrere al divorzio, all’annullamento, nel caso che l’unione si riveli infelice. La mancanza dell’indissolubilità sorge nei casi di chi si avvia al matrimonio in uno stato di perplessità, di timore per un esito infelice dell’unione coniugale, ponendo quale rimedio a tale problema quella del matrimonio di prova: tutto ciò rappresenta una simulazione, perché vi è un atteggiamento di rifiuto verso la proprietà dell’indissolubilità.

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(1) 1 Cor 7,39

(2) 1 Cor 7,40

(3) 1 Cor 7,8

(4) 1 Cor 7,8

(5) 1 Cor 7,8

(6) 1 Cor 7,8

 

 
   
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