I SACRAMENTI

La confermazione

 

Effetti del sacramento

 

           La riflessione teologica sugli effetti del sacramento è una delle questioni più discusse, più problematiche e più aperte.

La questione è sempre quella del rapporto con il battesimo; che cosa da la confermazione che non da il battesimo?

Per cui bisogna stare attenti, quando si parla degli effetti della confermazione, a non cadere nella trappola di diminuire gli effetti del battesimo, il quale crea l'identità del credente.

Seguiremo la spiegazione degli effetti, commentando, con un approfondimento teologico, una affermazione conciliare Lumen gentium n.11, attraverso il quale indicare ed approfondire tre effetti: “La speciale forza dello Spirito”; “Il vincolo più perfetto con la Chiesa”; “Come veri testimoni di Cristo”.

LG 11 (4): “Col sacramento della confermazione (i fedeli) vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dello Spirito Santo, e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo”.

Facciamo caso all'uso massiccio dei comparativi, quindi non stacca il battesimo dalla confermazione, ma li pone in continuità.

Quindi la confermazione da qualcosa di più. L'uso dei comparativi, con cui si introduce ogni rilievo, più perfettamente; una speciale forza; più strettamente; indica la preoccupazione evidente del concilio di porre la confermazione in continuità con il battesimo.

Sono due sacramenti autonomi, ma in continuità. Quindi è logico che i doni siano simili. Solo che i doni della confermazione, rispetto ai doni del battesimo, producono una maggiore intensità, una maggiore conferma (infatti: confermazione) di quei doni.

Quindi, tra i due sacramenti, vi è una unità di ordine teologico, per ciò che riguarda il riferimento all'economia cristiana, ma anche unità di ordine sacramentale, per cui se la confermazione si pone d'innanzi al battesimo come pienezza e perfezione (perfectio baptismi), l'evento battesimale non può dirsi compiuto senza la confermazione.

È logico, quindi, che gli effetti della confermazione saranno gli stessi del battesimo, visto che è perfectio baptismi, però con l'uso dei comparativi.

 

 

Percorso Pneumatologico “La speciale forza dello Spirito”

 

            Uno dei problemi del rapporto tra battesimo e cresima è quello relativo al dono dello Spirito.

            Fra i protestanti, Gregory Dix (anglicano), sosteneva, contro gli anglicani stessi, il recupero della confermazione, contro i cattolici  diceva che i cattolici sbagliano nel non vedere, seguendo la tradizione, qualcosa di specifico e diverso dal battesimo. Lui attribuiva al battesimo solo la remissione dei peccati, senza doni pneumatici e il dono dello Spirito solo nella confermazione. Quindi separa in modo netto i doni del battesimo da quelli della confermazione.

            I cattolici, come gli ortodossi, sostengono che anche il battesimo conferisce il dono dello Spirito, anche perché le testimonianze sono abbastanza evidenti nel NT.

            Negli Atti, troviamo, anche, testimonianze dove si osserva che lo Spirito non si lega in modo unilaterale al battesimo, infatti il suo dono lo si ha anche attraverso l'imposizione delle mani, attraverso i riti che succedono al battesimo (testi come quelli di Cornelio).

            Possiamo e dobbiamo parlare, quindi, di una seconda e diversa effusione dello Spirito, e per spiegarla teologicamente, molti autori pensano di risolvere il problema richiamando due avvenimenti dell'economia salvifica che implicano, effettivamente due effusioni dello Spirito, che sono in Cristo e nella Chiesa.

Se in Cristo abbiamo avuto due effusioni dello Spirito, perché non nel cristiano?

Se nella Chiesa abbiamo avuto due effusioni dello Spirito, perché non nel credente?

 

a) Cristo

1)      L'incarnazione (Lc 1,35)

2)      Giordano (Mc 1, 9-11)

 

b) Chiesa

1) Croce (Gv 19,30;20,22)

2) Pentecoste (At 2,1-13)

           

c) Cristiano

1) Battesimo (generazione)

2) Confermazione (missione)

 

 

 

 

a) Due effusioni in Cristo

  1. La prima effusione è quella dell'incarnazione, quando lo Spirito interviene per la generazione del Figlio nel ventre materno.
  2. La seconda effusione è quella del Giordano, che noi interpretiamo come unzione messianica di Gesù, in quanto esce dall'anonimato; Giovanni il Battista si sente indegno di battezzarlo; la teofania trinitaria; presentazione alla storia e al mondo del messia. Prima Gesù lo era (messia) ontologicamente, ma la sua manifestazione pubblica (unzione), non era ancora avvenuta, implicava una seconda effusione dello Spirito, venendo a completare l'evento della effusione generativa.

b) Due effusioni nella Chiesa

·         Il momento della croce costituisce la prima effusione dello Spirito:“Non avevano ancora ricevuto lo Spirito, perché non era stato ancora elevato (l'effusione dello Spirito)”. Le caratteristiche di questo primo momento sono uguali alla prima effusione in Cristo; nella croce lo Spirito è dato e la chiesa nasce incoativamente, è in Dio, nelle sue intenzioni, ma i suoi discepoli sono chiusi nel cenacolo, non hanno ricevuto quella unzione che li presenti al mondo, che li porti ad annunziare la Chiesa al di fuori.

·         Ed ecco la seconda effusione dello Spirito, nella Pentecoste, che produce la manifestazione della chiesa al mondo.

c) Due effusioni nel Cristiano

1.      Nell'applicazione al credente, l'interpretazione della differenza del dono dello Spirito, sta nel vedere il dono battesimale dello Spirito finalizzato alla generazione.

2.      Mentre in questa seconda effusione il dono dello Spirito è finalizzato alla missione.

 

Questa è l'idea di molti autori contemporanei, citiamo ad esempio R Coffy, il quale dice: “Il battesimo ci chiama, la confermazione ci invia”.

Schematizzando, si può dire che il battesimo ci colloca nella chiesa come comunione con le persone divine, mentre la confermazione ci pone nella chiesa come missione da compiere.

Un altro autore, forse il più autorevole, è Y.Congar il quale riflettendo su questo problema sostiene prima di tutto, la necessità di non dividere nettamente i due sacramenti, ma di vederli come due tappe di un processo unico le quali (le due tappe) le applica al sistema più complesso della relazione fra cristologia e pneumatologia. Secondo la sua opinione il sacramento della confermazione va risolto sul piano della economia salvifica, della trinità economica per cui, mentre il battesimo esprime più direttamente la relazione cristologica, la confermazione esprime più direttamente l'economia pneumatologica.

Quindi, mentre il battesimo esprimendo più direttamente la dimensione cristologica, rende il credente partecipe del mistero pasquale, la confermazione, invece, fa entrare nella relazione pneumatologica stabilendo una relazione più stretta fra il credente e il mistero pentecostale.

Congar, quindi risolve il problema sul piano dei due misteri della trinità economica che sono la Pasqua e la Pentecoste, e allora due sono i sacramenti perché due sono i misteri principali della trinità economica: la Pasqua per ciò che riguarda il dono del Cristo; la Pentecoste per ciò che riguarda il dono dello Spirito. Allora la confermazione è il sacramento della memoria della Pentecoste, purché si faccia attenzione a non separare i due misteri, perché non c'è Pasqua senza Pentecoste e viceversa. L'unione fra i due misteri rende ancora più inscindibili i due sacramenti.

Più che a completamento del battesimo, il dono dello Spirito nella confermazione va visto, quindi, in modo complementare (secondo Congar). L'autore privilegia l'asse Pasqua-Pentecoste, senza giustapporre i due avvenimenti, ma ponendoli in una continuità e reciprocità. In “Credo nello Spirito Santo” vol. III,pag.228: “I due momenti sono legati, la Pentecoste è il cinquantesimo giorno della Pasqua: la sua pienezza, il suo completamento. Il battesimo ci rende simili alla morte e risurrezione di Gesù, la confermazione significa la vita mediante il frutto della Pasqua che è il Dio dello Spirito nella Pentecoste da parte del Signore”.

L'interpretazione pentecostale di Congar, ci permette di dare uno spazio specifico allo Spirito nel percorso sacramentale, così nel settenario arriviamo a dedicare un sacramento specifico allo Spirito: la confermazione.

Interpretazione, questa che viene confermata dalla Costituzione Apostolica di Paolo VI: “Manifestazione per la comunità dell'evento pentecostale”. C'è un “rivivere” nella memoria sacramentale, la Pentecoste.

La confermazione è il sacramento che offre la possibilità di rivivere l'esperienza pneumatica della Pentecoste. “Il risorto aveva già comunicato il dono dello Spirito ai discepoli, eppure fu necessario un nuovo evento, quello della Pentecoste, che segnò il passaggio dei discepoli dalla chiusura protettrice del cenacolo alla franchezza della testimonianza, dalla ecclesia nascosta del cenacolo alla apertura alla città”.

 

Percorso Ecclesiologico: “Il vincolo più perfetto con la Chiesa”

 

La caratteristica pentecostale ci aiuta anche a rilevare il significato ecclesiologico, caratteristico della Confermazione. La confermazione è il sacramento che serve a perfezionare e saldare i legami di appartenenza alla chiesa stabiliti con la celebrazione battesimale.

Il nuovo rituale, nei suggerimenti della omelia, dice che chi fa l'omelia deve far vedere come la confermazione qualifica i credenti come membri della chiesa a pieno titolo.

Questo vincolo più perfetto si esprime sul piano della comunione, cioè sul piano di una vita comunitaria più intensa: se nel battesimo abbiamo capito che non si può essere cristiani senza una vita in una comunità, nella confermazione si ha la possibilità di vivere questa comunione in maniera più intensa (questo sul piano pastorale, oggi non sembra realizzarsi).

Quanto detto ce lo indica la stessa analisi pentecostale dove avviene che innanzitutto sono già comunità (ecclesia, raccolti in assemblea) - Atti 2,1 – e proprio per questo lo Spirito scende, però – Atti 4,35 – subito dopo il dono dello Spirito pentecostale essi divennero, più strettamente “un cuor solo e una anima sola”. Lo stile di vita dei cristiani è comunitario: celebrano in comune; ascoltano la Parola; si preoccupano dei fratelli; si preoccupano delle separazione della comunione; per prendere decisioni convocano la comunità.

Negli Atti degli Apostoli, l'idea ecclesiologica di fondo è επι το αυτό (solitamente tradotto: erano tutti nello stesso luogo), però significa che “erano una assemblea” , una cosa unica. Infatti all'origine non esisteva il termine Cristiano, ma era “i fratelli.

Quindi, l'idea della fraternità, della comunione, l'idea di vivere la Chiesa , nei suoi momenti qualificanti (la missione, l'assemblea eucaristica, l'ascolto della parola), andavano vissuti insieme.

Ne consegue il collante ecclesiologico di temi, come la missione o la pentecoste personale o la responsabilità, che deve unire tutte le specificazioni che darà il dono dello Spirito è il collante della comunità.

La confermazione dona uno Spirito di comunione, per cui la partecipazione allo Spirito pentecostale comunica ed esige la condivisione dei doni.

 Questa convinzione ha prodotto, oggi, anche sul piano liturgico, il superamento di quella vecchia prassi sbagliata del conferire la confermazione singolarmente in episcopio dal vescovo.

Oggi, invece, la liturgia prevede, nella celebrazione ordinaria della confermazione, la presenza di una assemblea proprio per questo significato ecclesiologico della confermazione.

Sul piano celebrativo, questa convinzione ha prodotto una liturgia meno individualistica e più comunitaria. Nell'Ordo Confimationis al n.4 si dice chiaramente, che il popolo di Dio deve essere presente alla celebrazione.

E in questa prospettiva acquista il suo pieno significato la ministerialità del vescovo, proprio perché il suo ministero è anche ecclesiale: il vescovo porta dentro di sé la sua chiesa locale.

Per il nuovo rituale al n.7 il fatto di ricevere lo Spirito Santo attraverso il ministero del vescovo, dimostra il più stretto legame che unisce i cresimati alla chiesa.

La confermazione stabilisce la continuità con la responsabilità-sollecitudine del vescovo; nella linea dell'apostolicità, indica la responsabilità che i cresimati hanno riguardo alla dottrina della fede, e nella linea della collegialità, esprime la comunione di tutte le chiese. E allora, la presenza di un vescovo, durante la celebrazione della confermazione, indica questa apertura universale del dono dello Spirito. Il dono della confermazione deve parlare un linguaggio ecclesiologico.

 

Percorso apostolico o testimoniale: “Come veri testimoni di Cristo”

 

La profondità pneumatologica della confermazione, determina anche la sua comprensione teologica come sacramento della diakonia, inteso come acquisizione di un impegno per gli altri e davanti agli altri.

Questo emerge anche dalla caratteristica teologica del dono pneumatico pentecostale, rispetto al precedente dono della croce, perché la sua caratteristica è proprio quella di essere uno Spirito di missione, uno Spirito d'estroversione; la seconda effusione si caratterizza per questa identità particolare della estroversione, dell'uscire da sé. Si tratta di enclesia prima della pentecoste, chiusa al suo interno. Lo Spirito produce l'uscita della assemblea credente rivolgendosi agli altri e quindi: ecclesia.

Quindi lo Spirito pentecostale è uno Spirito di estroversione che produce nei battezzati la capacità di spartire il dono, di rivolgerlo agli altri.

Allora nella memoria del raduno pentecostale ai battezzati è data la grazia di sentirsi, non solo destinatari dei doni salvifici, ma missionari di quei doni. Quindi se nel battesimo siamo nella condizione di colui che riceve i doni, nella confermazione siamo nella condizione di colui che distribuisce i doni.

Il vincolo più perfetto alla chiesa, (abbiamo visto nel precedente paragrafo come il vincolo più perfetto era alla vita comunitaria più intensa), secondo questa prospettiva, è nella responsabilità, nella testimonianza.

Ecco perché, alcuni autori, tra i quali, Karl Rahner, definiscono la confermazione come sacramento della pienezza carismatica. Quindi la confermazione diventa il luogo sacramentale più idoneo per scoprire il proprio carisma, per dare spazio allo Spirito per crearne, eventualmente, di nuovi; di stimolare la comunità al riconoscimento dei carismi.

Quindi diventa il sacramento della pienezza carismatica, il discorso sui carismi dice, anche, la specificità della propria responsabilità, per cui non si parla di una testimonianza e di una responsabilità generica, ma specifica; il carisma è anche personale oltre che collettivo; per capire la specificità dei carismi basta analizzare i lunghi elenchi paolini, dove Paolo fa una enumerazione, quantitativamente rilevante, da mortificare le nostre comunità che spesso, proprio sul piano dei carismi, sono “moribondi”.

I  testi dove Paolo elenca i carismi: Rm 12,6-13; 1Cor12,7-11; Ef 4,11-12; carismi che riguardano la parola di Dio: la profezia, l'insegnamento, persino il carisma, dice Paolo, di colui che ha la capacità di incoraggiare un altro; carismi che riguardano le opere di carità: la generosità, la beneficenza, l'ospitalità; carismi che riguardano le funzioni istituzionali e i servizi permanenti: come quello degli apostoli, dei profeti, dei dottori.

Ognuno di noi ha ricevuto col battesimo e con la confermazione i propri carismi, all'interno della chiesa; ecco perché è importante il discernimento dei carismi. Ciò che conta è la convinzione sacramentalmente fondata, che nessuno nella chiesa può essere considerato passivo perché privo di un carisma.

 

LA CONFERMAZIONE