Le scelte del sindaco di Roma erano chiare già da tempo, non le ha mai nascoste. Nel suo governo della città le ha solo confermate: vi ricordate quando ha tolto la disponibilità della sala per il convegno di Famiglia domani? Oppure le bandiere arcobaleno e le luminarie “gay-friendly"?
Come racconta il sito Notizie provita, la Marcia per la Vita, guidata dal sindaco Marino, non era nemmeno patrocinabile dal Comune di Roma per “mancanza di fondi”. Al contrario, per il Gay Pride del 7 giugno, che a sfregio del sentimento e dell’appartenenza religiosa della maggior parte dei cittadini dell’Urbe anche quest’anno si è tenuta a Roma il 7 giugno, il Sindaco ha dato piena disponibilità sia con il patrocinio, sia con la sua presenza alla manifestazione.
“Presto a Roma vi saranno le unioni civili” queste le parole di Ignazio Marino, che aggiunge "siete la rivoluzione perchè per voi, come per me, è assodato che due persone che si amano, se lo desiderano, devono sposarsi anche se sono dello stesso sesso. Siete più avanti per Parlamento".
Il Sindaco di Roma, che ha anche ammesso che sta facendo svolgere un lavoro legale per comprendere se, dal punto di vista giuridico, possa essere possibile trascrivere i matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Poi aggiunge: «Non è sufficiente. Dobbiamo spingere sul Parlamento affinché l’Italia superi la vergogna di essere rimasta indietro rispetto al resto dell’Unione Europa». Insomma è al massimo degli sforzi per i diritti omosessuali, e per la famiglia? Cosa fa?
A far da pungolo al Governo c’è anche Cuperlo e altri esponenti del Pd: «Il mio partito, il Pd, il Governo e il Parlamento - dice Cuperlo - devono avere più coraggio. Abbiamo due traguardi: completare l’iter della legge contro l’omofobia e una legge sulle unioni civili, un impegno che ci siamo assunti in campagna elettorale e che adesso va mantenuto». E anche Barbara Pollastrini del Pd annuncia battaglia in Parlamento per la parità dei diritti. «Il Pd deve porsi l’obiettivo di approvare la legge sulle Unioni civili per le coppie gay entro la fine dell’anno», gli fa eco il senatore del Pd Andrea Marcucci, promotore del provvedimento.
Sono sempre di meno i politici che lottano per la famiglia, sempre più quelli che lottano per le unioni omosessuali. Ma non sarà forse perchè i voti di chi sostiene le unioni omosessuali sono più coerenti con le posizioni dei politici che le favoriscono, mentre quelli dei cattolici, e di coloro che sono legati alla famiglia sono un po' meno coerenti? Sarà perchè a livello politico conviene di più essere vicino ai diritti omosessuali, che ai diritti alle famiglie? Tornano indietro più voti. Basterebbe vedere che più dell'80% degli elettori hanno votato per partiti che non difendono vita e famiglia e che i partiti più vicini alle posizioni cattoliche hanno per lo più fallito miseramente. Coloro che difendono questi valori sono così pochi? Oppure non considerano la politica importante? Forse prima che sia troppo tardi, chi ama la famiglia farebbe bene a tornare a far sentire la sua voce anche in termini di voto.
Massimiliano Salerno