Rimane elevato il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza da parte delle donne straniere, a carico delle quali si registra un terzo delle Ivg totali in Italia: un contributo che è andato crescendo negli anni e che si sta stabilizzando. Anche tra queste donne, comunque, si inizia a osservare una tendenza alla diminuzione al ricorso all'Ivg. Lo riporta la relazione annuale sull'attuazione della legge 194/78, trasmessa oggi al Parlamento. Nella Relazione ancora una volta viene confermato il trend degli anni precedenti nel nostro Paese: una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza secondo tutti gli indicatori.
L'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza ha riguardato elevate percentuali di ginecologi fin dall'inizio dell'applicazione della legge 194, con un aumento del 17,3% in 30 anni, a fronte di un dimezzamento delle Ivg
nello stesso periodo. È quanto evidenzia la relazione annuale sull'attuazione della legge 194/78 sull'aborto, trasmessa oggi al Parlamento. In particolare, una stima della variazione negli anni degli interventi di Ivg a carico dei ginecologi non obiettori mostra che dal 1983 al 2011 gli aborti eseguiti mediamente ogni anno da ciascun non obiettore si sono dimezzati, passando da un valore di 145,6 Ivg nel 1983 (pari a 3,3 a settimana, ipotizzando 44 settimane lavorative annuali, valore utilizzato come standard nei progetti di ricerca europei) a 73,9 Ivg nel 2011 (pari a 1,7 Ivg a settimana). I numeri complessivi del personale non obiettore - evidenzia una nota del mministero della Salute - appaiono congrui al numero complessivo degli interventi di Ivg. Eventuali difficoltà nell'accesso sembrano quindi dovute a una distribuzione inadeguata del personale fra le strutture
sanitarie all'interno di ciascuna Regione.
"I dati della relazione indicano che, relativamente all'obiezione di coscienza e all'accesso ai servizi, la legge ha avuto complessivamente una applicazione efficace". Lo rileva il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.In collaborazione con le Regioni, il ministero delle Salute ha "avviato un monitoraggio a livello di singole strutture ospedaliere e consultori per verificare meglio le criticità e vigilare, attraverso le Regioni, affinchè vi sia una piena applicazione della Legge su tutto il territorio nazionale, in particolare garantendo l'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza dei singoli operatori sanitari che ne facciano richiesta e, al tempo stesso, il pieno accesso ai percorsi di Ivg, come previsto dalla legge, per le donne che scelgano di farvi ricorso".
L'obiezione non crea problemi. La relazione annuale al Parlamento sull'applicazione della legge 194, "conferma ancora una volta il trend tutto italiano di diminuzione costante degli aborti secondo tutti gli indicatori: il tasso di abortività è fra i più bassi dei Paesi occidentali, così come lo sono il ricorso all'aborto fra le minori, l'aborto ripetuto e quello tardivo, dopo i novanta giorni. I dati sull'obiezione di coscienza mostrano una realtà diversa da quella descritta da alcuni negli ultimi tempi: ciascun non obiettore ha a proprio carico 1.7 interruzioni di gravidanza a settimana". Lo sottolinea Eugenia Roccella (Pdl), commentando il quadro che emerge dalla relazione annuale. "Il carico di lavoro dei non obiettori è molto basso: eventuali problemi di accesso alle interruzioni di gravidanza non dipendono quindi dal numero degli obiettori di coscienza ma
dall'efficienza dell'amministrazione della sanità locale. Ancora una volta - evidenzia Roccella - si dimostra quanto l'ideologia possa distorcere la realtà dei fatti: non c'è contrapposizione fra accesso all'aborto e diritto all'obiezione, che è - sottolinea - un diritto alla libertà interiore, costituzionalmente fondato, ed è la prima e fondamentale libertà di cui dispone ogni individuo»
Fonte: Avvenire