- Massimiliano Salerno
- Esempi di amore
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I genitori della tabaccaia di Asti: “Aiuteremo la figlia malata dell’uomo che ha ucciso la nostra”
«Noi siamo qui. Se la figlia dell’uomo che ucciso la nostra avrà bisogno, noi ci saremo». Chi conosce la famiglia Fassi, forse, non è sorpreso da un gesto che ha poco o nulla del comune sentire.
Perché lasciarsi andare al risentimento, all’istinto di allontanare da sè, il più possibile, chi ha ferito irrimediabilmente la propria famiglia, sarebbe normale. Sarebbe naturale. Ma i Fassi sono di un’altra pasta. Silenzioso punto di riferimento, sempre restio ai riflettori, di molti enti di beneficenza della città, Piero e Pina Fassi, così come le figlie Maura e Maria Luisa, negli anni sono riusciti a coniugare quel lato introspettivo della fede, profonda e granitica, con quello più attivo della solidarietà. «Riservati, discreti, ma sempre pronti a tendere una mano agli altri», come li descrive don Giuseppe Gallo, parroco della Collegiata di San Secondo.
Anche nella salita più difficile della loro vita, sono riusciti a camminare in avanti senza tradire quell’etica che li ha sempre guidati. «Abbiamo saputo che quest’uomo (Piero Fassi non usa mai il termine “killer” o “assassino”, ndr) ha una figlia malata. Purtroppo. Nel nostro piccolo, se vorrà, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per rendere meno dolorosa e solitaria la sua sofferenza. La sua famiglia, uccisa anch’essa da un gesto folle - aggiunge, scuotendo il capo - non ha colpa per quanto è successo». Un invito, quello rivolto alla famiglia di Folletto, che non vuole lasciare strascichi colorati da paillettes pronti per il tappetto rosso. «Di questo argomento non parleremo più - conclude la famiglia Fassi -. D’ora in avanti, quello che accadrà tra la nostra famiglia e la moglie e le figlie del signore arrestato, resterà solo una questione nostra, e della nostra coscienza».