TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Le mie testimonianze

 

Lo scherzo

 
 

            Mi è capitato in quest’ultimo periodo di fare discorsi e di parlare sullo scherzo. Cos’è lo scherzo? Intanto ci sono diversi tipi di scherzo…. Scherzo è una parola che sembra si capisca subito, ma poi ci si accorge che comprende tante cose e diverse tra loro. Esistono scherzi e scherzi insomma. Facciamo qualche esempio: esiste un litro d’acqua buttata addosso a una persona, esiste il dire a un amico a cui in realtà si vuole una cifra di bene che non ci importa niente di lui, con la consapevolezza da parte di entrambi che si sta scherzando, o almeno con la voglia di colui che sta scherzando di far capire che sta scherzando, c’è il nascondere l’oggetto di una persona per farlo disperare a cercarlo, il metterlo in una situazione di difficoltà per vedere come reagisce. Una varietà incredibili, dai più cattivi ai meno.

            Insomma sono tanti e di diversa natura, io li dividerei  in tre tipi: quelli che comportano un male fisico, o comunque un fastidio fisico (un esempio può essere il litro di acqua buttato addosso), quello che vuole far passare una bugia, un qualcosa che non è per vero, crea una situazione che non esiste per far preoccupare l’altro (la morte di un famigliare caro non avvenuta invece, il tradimento dell’amato non avvenuto) e invece lo scherzo che dice qualcosa che non è scherzando, ma sapendo che l’altra persona sa che è tutto uno scherzo, e che in realtà non è vero. Questi ultimi due sembrano simili, ma nel primo di questi c’è la volontà di ingannare, di far credere qualcosa che non è, nel secondo no.

            Prendiamo il primo caso e a questo proposito mi viene in mente una frase di Clemente Alessandrino “lungi da noi, lungi da noi le burle, che sono scaturigine della tracotanza! Da queste cose infatti prendono corpo le contese, le guerre, gli odi[1] . Che esagerazione? Uno scherzo innocente… eppure che parole dure… Insomma cosa c’è di male nel buttare un secchio d’acqua fredda addosso a un amico per rubargli un sorriso?  Analizziamo però con più tranquillità l’azione senza saltare subito alle conclusioni… Sicuramente la situazione dipende anche dalla circostanza, in quanto se ci siamo chiamati per uscire e andare in un prato apposta tutti in costume per buttarci secchiate di acqua addosso, è diverso che se prendo una persona di sorpresa vestita magari anche e gli butto un secchio di acqua addosso. Nel primo caso sono tutti d’accordo ed è una modalità di gioco alla quale acconsentono tutti e che non crea quindi disturbo a nessuno. Nel secondo caso invece no, si crea disturbo, un disturbo prettamente fisico e materiale, si bagneranno i suoi vestiti subirà addosso il colpo dell’acqua fredda senza che lui lo voglia creandogli quindi un disturbo che non vuole. Potrebbe volerlo? Certo, in tal caso sarebbe ancora diverso, anche se c’è bisogno della sicurezza che lo scherzo sia apprezzato e questa è difficile da avere. Insomma qui la questione diventa più difficile, e dipende quindi dall’entità dello scherzo, quindi se una persona vuole una secchiata d’acqua che male c’è a tirargliela? È qualcosa che diventa negativa solamente nel momento in cui colui a cui arriva la secchiata non la vuole, in tal caso è una violenza. Lui infatti non vuole subire ciò che si prova con una secchiata d’acqua, ma una secchiata d’acqua a qualcuno può anche fare piacere e in tal caso… Insomma bisogna sapere che la persona che si ha davanti vuole la secchiata d’acqua dell’esempio, ci sono invece naturalmente altri scherzi più gravi che anche con la volontà della persona non possono essere giustificati, mi sembra che siano negativi comunque, ad esempio se per scherzare si ferisce anche solo fisicamente una persona, in tal caso si produce un danno fisico che anche se l’altro vuole non mi sembra giusto creare. Lo stesso mi sembra valere per pugni o botte, perché fare un male nell’altro, un male fisico che in qualche modo si crea, e anche se è solamente fisico è sempre un male. Non si può creare un male infatti neanche se la persona a cui lo si fa lo vuole.

            Riguardo agli altri due casi invece, San Tommaso d’Aquino, diceva che non si possono dire bugie neanche per scherzo, in quanto siccome Dio è verità, ogni volta che si va contro la verità si va contro Dio. In realtà inizialmente mi era sembrata una frase eccessiva, insomma, se io non ho l’intento di ingannare chi ho davanti ma dico una cosa che risulta ridicola semplicemente per far ridere, in questo caso non mi sembra che commetta una cosa negativa. Poi una mia amica mi ha fatto notare che la bugia non è semplicemente il dire qualcosa che non è vero ma il voler ingannare qualcuno. Infatti se io dico una cosa non vera pensando che sia la verità non ho alcuna colpa, se invece dico una verità pensando che è una bugia ho colpa. La bugia quindi non è tanto il dire una cosa non vera, quanto il voler far credere una cosa non vera. Così bugia vera è solo quella del primo caso, la seconda in realtà non ha un valore di bugia in quanto non ha l’intento di ingannare. Così che dobbiamo stare, mi sembra, più che altro attenti a che ci sia separazione tra lo scherzo e la verità, mentre noi spesso cerchiamo di confonderle in modo che non si capisca quando si scherza e quando si parla veramente, e in questo caso si rischia di creare dei fraintendimenti. Lo scherzo deve essere rigorosamente separato in modo da non intaccare la verità e in questo modo mi sembra che il pensiero di San Tommaso sia verissimo e di gran lunga illuminante. Onestamente mi sembra che l’interpretazione della mia amica sia la più corretta.

            Certo però avevamo detto che l’affermazione di Clemente Alessandrino comunque pareva e può parere ancora un po’ esagerata, in quanto possiamo arrivare a dire che sia una cosa negativa fare certi tipi di scherzi, ma da qui a portare a contese e addirittura guerre. Il problema è che facendo gli scherzi si arriva e rischia di superare anche il limite di chi l’accetta, visto che ognuno ha un proprio limite, superato tale limite che cambia da persona a persona, scatta quello che scatta quando si pensa di aver subito un torto ed è qui che cova ed è più semplice trovare contese odio e quindi tutto ciò sappiamo che mano mano mettendosi insieme crea le guerre, naturalmente non strettamente collegate allo scherzo quanto all’alimentazione dell’odio, che poi crea invece le guerre. Lo scherzo rifatto con odio o voglia di vendetta a quel punto diventa negativo in quanto le intenzioni sono negative.

            Insomma certo forse sono analisi difficili, analisi difficilmente accettate, e forse potrei sbagliare anche io il mio ragionamento. Ciò che invece mi sembra certo è che bisogna sapere se chi subisce lo scherzo lo vuole effettivamente, in quanto in tal caso si andrebbe contro una delle cose che reputo più importante, e cioè la libertà della persona, infatti non rispettando e tutelando la sua volontà si farà una violenza alla sua libertà, anche se una libertà esteriore magari, ma sempre libertà.


 

[1] Clemente Alessandrino, Pedagogo

 

 

IMPORTANTE: Sono dell'idea di Platone: la verità si raggiunge attraverso la dialettica. Nessuno conosce la verità per intero se non Dio stesso quindi i miei ragionamenti potrebbero non essere veri o forse devono essere completati. Per le obiezioni al mio ragionamento e per le domande da integrare potete inviare e-mail a imafa@libero.it

"Chiunque legge quest’opera, dunque, prosegua con me se avrà la mia stessa certezza, ricerchi con me se condividerà i miei dubbi; ritorni a me se riconoscerà il suo errore, mi richiami se si avvedrà del mio. Insieme ci metteremo così sui sentieri della carità, in cerca di Colui del quale è detto: Cercate sempre il suo volto. In questa disposizione d’animo pia e serena vorrei trovarmi unito, davanti al Signore Dio nostro, con tutti i miei lettori di tutti i miei libri" Sant'Agostino, De Trinitate

 

Dove arriva la ragione?