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Riforma protestante, protestanti

La parte protestante è una delle tre grandi divisioni del cristianesimo: cattolici, ortodossi e protestanti. All'interno di questa riforma protestanti ci sono varie visioni, che hanno poi creato varie correnti anche all'interno della Riforma. Il fondatore della riforma protestante è di certo Martin Lutero. Il nome "protestanti" gli fu dato per la protesta che fecero principi e città protestanti contro la dieta del 1529.

Le sfide che la Riforma Protestante ha posto alla Chiesa Cattolica riguardano vari campi:

  • Dottrinale-dogmatico: sola fide, per la salvezza occorre solo la fede, le opere non contano, la salvezza può arrivare solamente dal credere nelle promesse di Dio.
  • Le fonti della verità rivelata e il rapporto tra loro: sola Scriptura, la Sacra Scrittura come unica fonte di autorità, si pone tutto il rapporto con la tradizione della Chiesa, da qui nascerà la dottrina delle due fonti.
  • La Chiesa e i sacramenti: questione del sacerdozio ed eucaristia, tutti i battezzati sono Sacerdoti, Sacerdote">sacerdoti, il sacerdozio è universale non è più un sacramento, per quanto riguarda il sacramento il problema della presenza reale che riscontra differenti posizioni nella Riforma Protestante, ma di certo tutte rifiutano la transustanziazione.
  • il problema della cristianità: rapporto tra il potere spirituale e quello temporale.
  • sfida pastorale, il cattolicesimo perse almeno 1/3 della sua diffusione territoriale, con l'avanzamento della Riforma Protestante, è stato un cambiamento decisivo per quanto riguarda la storia religiosa dell'Europa. All'inizio del 1500 tutta l'Europa era cattolica, nella seconda metà del secolo ha perso 1/3 dei suoi territori. Il criterio determinante è stato un criterio geografico, più erano lontane da Roma e più sono passate alla riforma, sono rimaste cattoliche l'Italia, la Spagna, la Francia, la Polonia, ma per quanto riguarda l'Inghilterra, l'Olanda, la Svizzera con Calvino, senza parlare della Germania ampiamente protestante insieme alla Scandinavia, un problema che la Chiesa doveva cercare di contenere.

Martin Lutero, nome italianizzato di Martin Luther (Eisleben, 10 novembre 1483 – 18 febbraio 1546), è stato un teologo tedesco. Fu il padre spirituale della Riforma protestante.

Nel 1483 nasce Lutero, in una piccola città della Germania orientale, il vero cognome è Luder, questo cognome è stato cambiato in Luter, perchè non gli piaceva il suo cognome che aveva un significato un po' ingiurioso. Un uomo molto severo, ha conosciuto un'educazione molto severa. Studiò filosofia a Erfurt in un ambiente nominalista e occamista. Nel luglio del 1505 decide di entrare nella corrente riformata degli agostiniani, contro la volontà del padre, due anni dopo fu ordinato sacerdote, sacerdote cattolico, monaco agostiniano. Nel 1510 finalmente riesce a realizzare il suo viaggio a Roma per protestare l'idea del superiore di unire i due rami dell'ordine agostiniano, quello riformato e quello no. Rimase scandalizzato di quello che vide, della mancanza di raccoglimento dei preti, il modo di vivere dei cardinali, il fasto. I fastidi di questo viaggio vennero raccoltati molto più tardi in maniera accentuata, tornato continuò a studiare teologia, e nel 1512 riceve il titolo di dottore in teologia, continuò l'insegnamento della sacra scrittura fino al 1515.

Tra il 1515 e il 1517 maturò in lui una crisi che lo portò a maturare una nuova dottrina, che è quella della giustificazione. Lutero subisce un'evoluzione psicologica che lo portò ad elaborare la nuova dottrina della giustificazione per mezzo della fede. Egli arriva alla dottrina della sola fide in seguito ad una profonda crisi spirituale originata dalla convinzione, in lui radicata, che l'uomo non si possa liberare dal peccato. Egli quindi cerca una via di salvezza che lo porta ad interessarsi della mistica tedesca, a riprendere la lettura di Sant'Agostino e delle lettere di San Paolo. Indubbiamente alla base del movimento di riforma di Lutero, non c'era la formazione di una nuova chiesa, ma fu una crisi esistenziale di Lutero, che si vedeva un peccatore, che si chiedeva come faceva a liberarsi dai peccati e non far parte del numero dei dannati, nonostante i suoi sforzi non ci riusciva, cercava la via della salvezza personale, cercando una via d'uscita ha iniziato a rileggere quindi i mistici, ma anche gli scritti di Sant’Agostino e le lettere di San Paolo, da queste letture ha trovato le risposte al suo problema esistenziale, l'uomo come tale non vale nulla di fronte a Dio, la natura è completamente corrotta, pessimismo antropologico, che contrasta con la visione dell'umanismo, con Erasmo. Lutero si sente peccatore senza speranza, si pone la domanda fondamentale sulla sua salvezza, è disperato, non sa come potrà essere salvato davanti a un Dio che punisce i peccatori, e lui si vede così nonostante tutti i suoi sforzi. La risposta è venuta quando ha cominciato a leggere e meditare il passo di San Paolo "il giusto vivrà per fede", il giusto vive per il dono di Dio. Dio misericordioso ci giustifica per mezzo della fede, è la giustizia di Dio non è la giustizia dell'uomo, l'unica cosa che Dio ci chiede è di credere, di dar fiducia alle sue promesse. Solo con la fede si può essere salvati, non con le opere, basta credere per essere salvati. Quando Lutero uscirà alla scoperta con il problema delle indulgenze aveva già maturato questa esperienza personale, che sta alla base di tutta la sua teologia. Ha cercato una risposta per lui e l'ha estesa a tutti. Basta credere per sentirsi salvi, per essere certi di essere salvati, dare fiducia alle promesse di Dio rivelate in Gesù Cristo contenute nella Sacra Scrittura. Non è tanto l'idea di una conoscenza e l'adesione a questa conoscenza, a un dogma, ma più un abbandono, una fiducia alle promesse di Cristo. Per questo è fondamentale il ritorno alla Sacra Scrittura.

Non è questa dottrina con cui Lutero si è fatto conoscere, ma con la storia delle indulgenze, quando nel 1517 le sue 95 tesi furono messe fuori dal castello, può sembrare una questione secondaria, ma ha la sua importanza nel modo di riferimento del movimento. L'indulgenza era la remissione da parte della chiesa delle pene inflitte al penitente, queste a volte potevano essere molto severe, digiuni, pellegrinaggi, non è la remissione della colpa, per quella ci vuole l'assoluzione in confessione, ma è la remissione della pena inferta al penitente dalla Chiesa. Tutta questa dottrina delle indulgenze si basava sull'idea di un tesoro della Chiesa alla quale poteva attingere per rimettere le pene ai peccatori, questo tesoro era fatto da tutti i meriti di Cristo e dei santi. A partire dal XV secolo queste indulgenze si ottenevano dietro pagamento, sono state oggetto di un commercio, il concetto stesso di indulgenza ha iniziato ad allargarsi, non solo alle pene temporali, ma anche per i defunti per abbreviare i tempi del purgatorio. All'inizio del 1500 papa Giulio II ha incoraggiato la vendita delle indulgenze per favorire la costruzione di San Pietro. Questa pratica si diffuse anche in Germania dove, il vescovo Alberto di Magdeburgo aveva avuto da Roma l'autorizzazione a concedere le indulgenze a pagamento per far fronte alla tassa romana sul cumulo dei vescovadi di Halberstadt e di Magonza nella sua persona. La predicazione delle indulgenze iniziò in Germania ad opera del domenicano tedesco Giovanni Tetzel.

In reazione alla predicazione sull'indulgenza, che era ai limiti dell'ortodossia, Lutero ha mandato al vescovo queste 95 tesi, visto il silenzio di quest'ultimo le manda ad alcuni teologi tedeschi che le diffusero, queste si diffusero in tutta la Germania, e Lutero divenne famoso, il vescovo nel frattempo le aveva mandate a Roma per essere giudicate. Non contestava l'idea dell'indulgenza, diceva di tornare all'autentica concezione delle indulgenze, voleva relativizzarne la portata, che non vale per la colpa ma solo per la pena, e soprattutto non vale per i defunti, non contestava la possibilità di rimettere la penitenza da parte della chiesa della pena messa da se stessa, ma che queste venissero pagate non lo accettava, rimettere le pene poi dopo la morte era veramente illogico, il potere della chiesa si fermava a prima della morte, l'indulgenza è una remissione della pena inflitta dalla Chiesa, che non riguarda i defunti. Per Lutero l'unico tesoro di cui dispone la chiesa è la parola di Dio, non c'era questo tesoro dei santi che permetteva alla chiesa di rimettere le indulgenze. L'indulgenza dà una falsa sicurezza all'uomo peccatore, l'essenziale non è andare a cercare e comperare le indulgenze, ma andare a leggere il vangelo. Lutero divenne qualcuno di inquietante per il papa e non si poteva farlo fare senza reagire.

All'inizio c'era la tendenza a prendere con serenità la cosa, c'erano tanti movimenti che volevano cambiare le cose, ma poi visto che la cosa diveniva grande nel 1518 fu intimato a Lutero di presentarsi al papa Leone X per difendere le sue tesi, ma fu dispensato per intercessione del principe di Sassonia Federico e fu mandato un cardinale, ma questo dialogo non fu positivo, Lutero qui non voleva più già sottomettersi al Papa per obbedienza, voleva esser convinto di essere nell'errore, e voleva essere convinto sulla base della Sacra Scrittura, che era unica autorità. Lutero poté contare sul sostegno del suo principe, il principe della Sassonia, candidato alla successione al trono imperiale, era il protettore di Lutero, questa adesione dei principi a Lutero fu la causa del suo successo. Eck, cattolico professore di teologia, entrò in conflitto con Lutero, nel 1519 ci fu una disputa a Lipsia, durante questo colloquio evidentemente Lutero dovette presentare le sue tesi, e lo fece pubblicamente dicendo delle cose che non aveva detto prima, le indulgenze non c'entravano più, si parlava del primato della chiesa non valido , difendeva la teoria conciliarista, e il fatto che l'unica autorità è la Parola, escludendo così la tradizione della Chiesa. Lutero contesta quindi qui pubblicamente l'autorità sia del Papa che del Concilio, ritiene la Sacra Scrittura come unica autorità nella Chiesa, si è passato dalla cosiddetta soteriologia all'ecclesiologia che diventava più pericolosa. Siamo all'inizio dell'idea di una nuova Chiesa, idea che Lutero probabilmente ancora non aveva, il problema di Lutero era un problema persona e sino al 1519 la sua idea di Chiesa era rimasta molto vicina a quella tradizionale. Dopo la disputa di Lipsia la rottura tra il Papa e Lutero sembra consumata.

Lutero quindi non aveva l'idea di fondare una nuova chiesa, la sua visione ecclesiale era abbastanza tradizionale, ma dopo questa disputa la rottura tra Roma e il riformatore è consumata. 15 giugno 1520 venne emanata una bolla papale che dava 60 giorni a Lutero per ritrattare e condannava 41 proposizioni estratte dai suoi scritti, solamente 6 riguardavano le indulgenze, questo indica che le problematiche maggiori erano altre. Lutero non ritrattò, non si sottomise a questa ingiunzione papale, ma in segno di rifiuto bruciò pubblicamente la bolla papale il 10 dicembre del 1520, insieme con tutti i testi del diritto canonico e dei suoi avversari, la scomunica avvenne il 3 gennaio del 1521, con la bolla Decet Romanum Pontificem, che scomunica di Lutero e seguaci. Nello stesso anno venne invitato a presentarsi alla dieta imperale, Lutero si presentò ma ripartì prima che venisse deciso il bando dell'impero, fu rapito da soldati del suo principe, altrimenti sarebbe stato messo al rogo.

Gli scritti di Lutero sono di circostanti, dettati da necessita. Il primo scritto agosto 1520 si intitola Alla nobiltà cristiana, questo testo è un epistola alla nobiltà cristiana e Lutero lancia un appello a questi principi per demolire i pilastri della romanità, la distinzione tra lo stato ecclesiastico e il resto del popolo di Dio, apparteniamo tutti allo stato ecclesiastico, non c'è una differenza di natura, ma di funzioni. Secondo pilastro della romanità il diritto esclusivo della gerarchia papale a interpretare la sacra scrittura, ognuno deve poter accesso alla Sacra Scrittura, critica il fatto che solo il papa potesse convocare il concilio e la superiorità del Papa su di esso.

Il secondo scritto dell'ottobre del 1520, De captivitate babylonica ecclesiae praeludium, riguarda i sacramenti, sulla cattività babilonica della chiesa, contesta la dottrina della chiesa, i sacramenti sono mezzi utilizzati dalla chiesa per poter controllare i fedeli. Ne conserva solo tre, il battesimo, l'eucarestia, e la penitenza. Sull'eucarestia Lutero cerca di sviluppare una nuova dottrina: nega la dottrina della transustanziazione e parla di consunstanziazione, Cristo non potrebbe far contenere il suo corpo sotto la sostanza del pane, c'è una coesistenza al momento della celebrazione eucaristica non dopo, tuttavia mantiene l'idea di una presenza reale a differenza di futuri riformatori. Nega anche il valore sacrificale della messa, la messa non è un sacrificio, non si può parlare di una riattualizzazione del sacrificio di Cristo, la messa è una promessa di Cristo, il sacrificio è unico. A differenza di altri esponenti protestanti rimarrà in Lutero l'idea della presenza del corpo e del sangue, ma solo durante la celebrazione eucaristica.

Il terzo scritto è quello sulla libertà, De libertate christiana, pubblicato simultaneamente in latino e tedesco, c'è un'esaltazione della libertà, della libertà dell'uomo giustificato in Cristo, Lutero torna a ripetere che non c'è un libero arbitrio, la natura umana è corrotta, le buone opere sono le conseguenze della beatificazione non la causa, l'uomo fa il bene perché è in stato di grazia. Questo libro segna la rottura fra Umanisti e Riformatori.

Altro lavoro di Lutero consiste nella traduzione della Bibbia in tedesco, questa grazie alla stampa si diffuse rapidamente. Ciò ha portato alla diffusione delle teorie di Lutero.

A partire dal 1520, all'interno del movimento riformatore ci sono umanisti come Erasmo, c'era una stima reciproca tra i due, Lutero lo ammirava, ma Erasmo ha voluto prendere un atteggiamento senza posizione, poi prese parte contro Lutero, proprio contro il De libertate christiana di Lutero che decide che tutto è determinato, contrario sia alla sacra scrittura che alla libertà umana, se l'uomo non è libero la misericordia di Dio non ha più senso. Lutero nel 1525 rispose molto male ad Erasmo, rottura tra Lutero e umanesimo. Lutero nega il libero arbitrio, le opere buone sono le conseguenze della giustificazione e della grazia. Rottura anche con riformatori più estremi dai quali Lutero prese le distanze.

All'indomani della scomunica di Lutero e della sua rottura con Roma. Il movimento luterano si diffonde nell'impero. Dal 1521 al 1525 c'è il periodo delle rivoluzioni sociali. Questo primo periodo è contrassegnato dalla guerra dei contadini. I capi di questo movimento si richiamavano alle sue idee, quindi Lutero fu richiamato da questo movimento. Questa rivolta fu guidata da Tommaso Muntzer, che voleva cambiare tutto l'ordine sociale in nome del vangelo, era un ex monaco che aveva aderito alla dottrina di Lutero, aveva preso la guida di questo movimento di ribellione, andando a predicare una specie di comunismo evangelico, un nuovo ordine sociale egualitario. Questi contadini hanno dato un'interpretazione politica alla libertà di Lutero. Questa sorta per rivendicazioni sociali e religiose prima fu appoggiata da Lutero, però successivamente quando sfociò in una forma di anarchia, egli se ne allontanò. Quindi scrisse Contro le empie e scellerate bande dei contadini, in questo testo si schierava apertamente dalla parte delle autorità e quindi contro gli insorti. Lutero percepisce la necessità di un principio di ordine della società che trova nello Stato. Ha riconosciuto il bisogno dello stato per dare ordine. In questo periodo si costituiscono le Chiese di Stato, dove all'autorità del papa si sostituisce quella del principe, il quale diventa un vescovo di emergenza ed è chiamato ad esercitare i poteri propri del vescovo. Queste chiese non avevano più nessuna gerarchia, quindi il principe diventava una specie di vescovo di emergenza. L'importanza del principe e dello stato nella concezione luterano del rapporto chiesa-stato, avrà due conseguenze, dopo il 1600 porterà da una parte porterà alla statalizzazione di queste chiese, anche la secolarizzazione dei beni ecclesiastici.

Quindi dopo il 1520 il luteranesimo si diffuse, fino al 1555 dove si arriva alla pace di augusta. Una prima fase di questo periodo fino al 1525, è la fase delle rivolte dei contadini, che scoppia in tutta la Germania, un movimento rivoluzionario, che si richiama alle idee di Lutero sulla libertà, bisognava realizzare su questa terra un ordine sociale, che era simile a quello del vangelo. Accanto a queste rivendicazioni sociali c'erano anche quelle religiose, come elezioni democratiche dei parroci. Coloro che hanno preso la testa di questi movimenti erano discepoli di Lutero, in particolare Tommaso Muntzer, che aveva interpretato questa idee andando ad annunciare un comunismo del vangelo, per far avvenire su questa terra il regno di Dio. Lutero stesso ha dovuto prendere posizione, condannando i danni dei rivoltosi. In questo scritto riconosce della necessità dell'autorità dello stato, lo stato visto come principio di ordine e quindi anche le chiese dovevano sottomettersi alle autorità dello stato. I vescovi erano rimasti tutti cattolici, i principi quindi erano stati per Lutero i vescovi di emergenza, provvisori, provvisorietà che è rimasta per quasi tre secoli però.

Nel 1525 abbandona la vita politica, la veste religiosa, si sposa, ha 8 figli e si dedica allo studio della bibbia, atteggiamento da parte sua sempre più polemico, lo scritto antisemita sugli ebrei risale all'ultimo periodo di Lutero. Tradusse la bibbia in lingua tedesca, dal greco e dalla traduzione latina di Erasmo.

Dal 1525 al 1532 c'è il periodo delle diete, ovvero dei colloqui durante i quali si cerca di raggiungere un accordo fra cattolici e protestanti. Nel 1526 l'imperatore Carlo V, al fine di riportare la pace nell'impero, convoca la dieta di Spira, dove riconosce ai principi il diritto di abbracciare la nuova fede a titolo provvisorio e quindi implicitamente si riconosce il diritto all'esistenza dei protestanti. I principi tedeschi erano liberi di applicare o no il decreto della dieta di Worm che aveva bandito gli scritti di Lutero dall'impero. Posizione troppo favorevole ai protestanti, questa apertura ha contribuito all'espansione del luteranesimo e l'imperatore, per arginare detta espansione, convocò nel 1529, sempre a Spira, una nuova dieta, durante la quale si decise il divieto di ogni propaganda luterana e si rese obbligatoria l'applicazione del decreto del 1521. Contro le decisioni della dieta del 1529 protestarono 6 principi e 14 città, per questa protesta si attribuì il nome di Protestanti ai fedeli luterani.

Nel 1530 ad Augusta fu convocata una nuova dieta dove fu presentata dai principi protestanti la Confessione Augustana, cioè la loro professione di fede e si cercarono di minimizzare le divergenze fra la nuova e l'antica fede. Questo scritto è stato fatto da un discepolo di Lutero molto più moderato, il testo era stato scritto con un'intenzione conciliante. La confessione Augustana fu rigettata dai maggior parte dei delegati della dieta, ci fu la costituzione di una specie di alleanza militare tra tutti i principi tedeschi protestanti per difendere il loro diritto.Gli stati protestanti vengono invitati a ritornare alla legge dell'impero, ovvero al cattolicesimo, però questi si rifiutano e si coalizzano contro l'imperatore costituendo la lega di Smalcalda. La Riforma Protestante acquista quindi una dimensione politica. Questa lega ebbe anche il sostegno di grandi potenze europee. Nel 1532 ci fu una nuova dieta a Norimberga che annullò le decisioni di Augusta.

Dal 1532 al 1555 c'è un periodo di lotta fino al raggiungimento della pace con il compromesso di Augusta. Il fallimento di ogni tentativo di giungere a un accordo delle parti, a seguito del rifiuto dei protestanti di accettare l'idea di un concilio (che sarà quello di Trento convocato nel 1545, a cui i protestanti non hanno voluto partecipare, il concilio certificherà questa rottura), porta ad una guerra aperta tra gli stati protestanti e l'impero, guerra che si conclude con la battaglia di Muhlberg del 1547 che segna la sconfitta dei protestanti. Nonostante questa sconfitta e la morte di Lutero dell'ottobre 1546, il movimento luterano diventa inarrestabile e ciò costringe l'imperatore a convocare una nuova dieta ad Augusta, dove si raggiunge un compromesso: la pace di Augusta nel 1555. Le conseguenze sono la divisione della Germania sul piano religioso, gli stati evangelici riformati hanno il diritto di professare la propria fede come stabilito nella dieta del 1530 e l'imperatore rinuncia a stabilire l'unità religiosa dell'impero; il principio della territorialità ecclesiale, ovvero il diritto di ogni principe di scegliere la Chiesa alla quale appartenere. La religione del principe diventa quella dei sudditi perché l'unità politica coincide con quella religiosa.

Corrente Calvinista

Con Calvino si può parlare di una seconda generazione di riformatori. Nato a Noyon a nord della Francia nel 1509, studia logica e latino a Parigi e diritto e filosofia a Orleans a Bourges. A Parigi subisce l’influsso dell’evangelismo francese e sotto questo influsso pubblica un commentario al De Clementia di Seneca. A seguito di questa pubblicazione viene sospettato di tendenze pro-evangeliche, di simpatia verso il movimento di riforma della Chiesa e nell’autunno del 1533 è costretto a lasciare Parigi. Nel 1534 si stabilisce a Basilea, dove avviene la sua conversione al protestantesimo e la conseguente rottura con la Chiesa di Roma. A Basilea nel 1536 scrive institutio christianae religionis, che è un trattato dove Calvino riassume la dottrina dell’opera riformata. Questo trattato sarà rielaborato e accresciuto nella sua seconda edizione del 1556. Calvino a differenza di Lutero aveva una solida formazione giuridica, Calvino diede un ordinamento sistematico alla riforma protestante. A differenza di Lutero fu un'umanista, era uno dei più brillanti latinisti della sua generazione. Si impegno pubblicamente per rincondurre la Chiesa alla sua forma originale e ripristinarla nella sua autenticità purificandola da ogni difetto. Nel luglio del 1536, a seguito dell’incontro con Guglielmo Farel (1489-1565: riformatore della prima generazione), avviene la svolta della sua vita. Il Farel si adoperò per diffondere la nuova fede nella parte francese dell’attuale Svizzera e vi riuscì egregiamente, visto che nel 1536 l’autorità politica di Ginevra ha adottato la nuova fede. Farel divenne il predicatore di questa nuova fede e chiamò Calvino affinché lo affiancasse in quest’opera. Calvino resta a Ginevra fino al 1538, ovvero fino a quando fu costretto a lasciarla a seguito di un conflitto con le autorità politiche della città. Calvino e Ginevra sono strettamente collegati, fu del tutto casuale questa sua permanenza qui, dovuta all'incontro con Farel, che lo convinse a rimanere a Ginevra. Calvino capì quale era la sua vocazione, quella di mettersi al servizio della riforma, prima non si vedeva tanto come un pastore, più come un erudito, nel luglio del 1936 decide di rimanere a Ginevra per questa opera. Per un breve periodo Calvino si stabili a Strasburgo.

Quindi rimase a Strasburgo dove per tre anni fino al 1541, insegnò Sacra Scrittura all’Accademia. In questo periodo incontrò Martino Bucero (1499-1551). Questo fu un periodo fecondo per Calvino visto che pubblicò diverse opere:

  • La seconda edizione del suo trattato Institutio christianae religionis;
  • Un commento all’Epistola di S.Paolo ai Romani (1541)
  • Un trattato sull’eucarestia dove cercò di superare la divisione che sussisteva tra i protestanti sulla questione dell’eucarestia (Lutero affermava la consustanziazione; invece Zwingli negava la presenza reale di Cristo nell’eucarestia). Calvino cerca di superare il conflitto dicendo che tra le due posizioni non c'è differenza sostanziale, ma che si tratta soltanto di divergenza terminologiche e non dottrinali. Calvino afferma che tutti i riformatori ritengono che il pane e il vino sono segni della partecipazione al corpo e al sangue di Cristo.

Nel settembre del 1541 tornò a Ginevra e vi rimase fino al giorno della sua morte. Qui ebbe modo di applicare i suoi principi facendo di Ginevra un punto di riferimento per tutta la Chiesa protestante (l'anti-Roma). Calvino non è un teologo originale perché egli ha sintetizzato il pensiero della riforma. La sua dottrina può essere riassunta nei seguenti punti:

  • riassume e riprende la dottrina di Lutero della giustificazione per mezzo della sola fede
  • afferma la dottrina della predestinazione, secondo la quale tutti gli uomini non hanno né la fede, né la grazia e quindi alcuni sono eletti e altri no. In questa dottrina c'è l'idea dell'elezione vista come un atto positivo della volontà divina fatta fin dall'eternità. Però, Calvino non cade nel fatalismo perché ritiene che le opere da chiunque siano fatte (eletti o non) danno gloria a Dio e quindi è necessario farle. La certezza dell'elezione dà al credente la sicurezza della protezione divina anche sotto l'aspetto economico.
  • Ritiene che la Chiesa è allo stesso tempo invisibile e visibile: invisibile perché è la comunione di tutti gli eletti che sono conosciuti soltanto da Dio e quindi non sono visibili a tutti; visibile perché è una comunità organizzata di fedeli, radicata in un determinato territorio che è dotata di proprie regole e propri ministri.
  • Afferma che il pastore ha una funzione ministeriale e non sacerdotale. Egli rifiuta l'idea del sacerdozio perché ritiene che non si può sostituire l'autorità di Cristo con quella dell'uomo (è da notare che Calvino a differenza di Lutero, non era sacerdote e riteneva di avere una vocazione profetica).

Calvino nelle sue Ordonnances ecclesiastiques, del 1541, cerca di organizzare la Chiesa di Ginevra distinguendo quattro uffici ecclesiastici:

  • i pastori, fanno parte della Compagnia dei pastori ed è affidato loro il compito di predicare e di distribuire i sacramenti;
  • i dottori ai quali è affidata la formazione dei giovani;
  • gli anziani, che sono dei laici anziani ai quali è affidata la sorveglianza, sul piano morale, della città e compongono con i pastori il concistoro, cioè il governo della Chiesa;
  • i diaconi, è affidato loro il compito di occuparsi delle opere di carità e dell'amministrazione dei beni ecclesiastici.

Egli ritiene che la Chiesa non abbia alcun potere temporale e che l'autorità civile debba rispettare e aiutare la Chiesa nella sua missione di portare il regno di Dio sulla terra. Ritiene, inoltre, che il potere civile non possa essere neutrale nei confronti della religione cristiana. Secondo la sua concezione lo Stato è uno strumento nelle mani della Chiesa e quindi possiamo affermare che egli ha una concezione teocratica della Chiesa che è in netto contrasto con la tendenza all'autonomia dei due campi, quello spirituale e quello temporale. In sintesi: lo Stato deve essere subordinato alla Chiesa perché la sua missione è quella di difendere la pura dottrina cristiana e di reprimere l'idolatria e le bestemmie.

Ginevra diventa la città della riforma, la Roma protestante, il punto di riferimento del mondo protestante e ciò per almeno tre motivi:

  1. perché diventa la città rifugio, in quanto accoglie tutti quelli che abbandonando la fede cattolica sono costretti a fuggire dal loro paese;
  2. perché dopo la creazione dell'accademia di teologia nel 1559, diventa il centro intellettuale del mondo protestante. L'accademia è diretta dal discepolo più fedele di Calvino, Teodoro da Beza, e vi studiavano, all'epoca, circa 1500 giovani;
  3. perché diventa la Città-Chiesa, diventa cioè un modello di città riformata

Riforma Anglicana

In Inghilterra la riforma avvenne per opera della corona: Enrico VIII (1509-1547); Edoardo VI (1547-1553); Elisabetta Tudor (1558-1603). Essa fu l'ultimo atto di una lunga riforma cominciata fin dal 1300, infatti l'Inghilterra presenta all'inizio del '500, due fattori che hanno preparato la riforma: un grande fervore religioso, c'è un grande sviluppo della mistica, dell'ascetica, delle devozioni e dell'Umanesimo; una forma di ostilità nei confronti di Roma e della gerarchia ecclesiastica, che era conseguente al movimento di Wicliff.

Enrico VIII sale al trono nel 1509 all'età di 18 anni. È un principe cristiano, fedele al cattolicesimo tanto che diventa il difensore della fede tradizionale contro le idee protestanti. Per questo motivo il papa Leone X gli conferisce il titolo di Defensor Fidei. Mentre era sposato con Caterina d'Aragona, s'innamorò di Anna Bolena e per poterla sposare chiese al papa di dichiarare nullo il suo primo matrimonio. Tale richiesta creò seri problemi al papa: non voleva inimicarsi né Enrico VIII, che era difensore della fede cattolica, né tanto meno Carlo V che era nipote di Caterina d'Aragona. La richiesta di Enrico fu respinta e ciò provocò, nel 1531, la rottura perché Enrico VIII, durante un'assemblea del clero, si fece proclamare capo della Chiesa d'Inghilterra e nominò Tommaso Cranmer arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d'Inghilterra. Questi proclamò nullo il matrimonio del re e ne celebrò il matrimonio con Anna Boleyn.

Il papa rispose con la bolla di scomunica che Enrico VIII, nel novembre del 1538, combatté con la pubblicazione dell'atto di supremazia, documento col quale il sovrano d'Inghilterra acquistava sulla chiesa inglese tutti i poteri che erano propri del papa: Enrico VIII diventa il capo supremo della Chiesa inglese. È da notare che lo scisma non sta sul piano dottrinale, come nel caso delle chiese protestanti, in quanto la nuova Chiesa manteneva la fede tradizionale. La separazione venne accolta senza alcuna resistenza sia da parte dell'episcopato locale, sia da parte del basso clero.

Alla morte di Enrico VIII, 1547, l'Inghilterra, sul piano religioso, si presenta divisa in tre correnti di pensiero: i sostenitori di Enrico VIII; il movimento papista che voleva il ritorno nella Chiesa di Roma; quella dei riformatori che volevano una riforma della Chiesa d'Inghilterra, come già era avvenuto per le chiese protestanti.

Gli succede il figlio Edoardo VI (figlio della terza moglie I. Seymour), che sale al trono all'età di nove anni e regna fino all'età di quindici anni. Vista la minore età la reggenza è esercitata dallo zio Edoardo Seymour, il quale con l'aiuto dell'arcivescovo di Canterbury, inserì delle modifiche: sul piano liturgico si introduce un nuovo rituale il Prayer Book (libro di preghiera), al quale il Parlamento conferisce forza di legge. Questo libro di preghiera è pubblicato in lingua inglese, che diventa lingua ufficiale della Chiesa anglicana. Inoltre viene negato il carattere sacrificale della messa. Sul piano dottrinale viene pubblicata una nuova professione di fede contenuta in 42 articoli approvati dal re Edoardo VI nel 1553. Questi articoli sono di ispirazione calvinista.

La nuova regina, Maria Tudor (1553-1558), figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, che era rimasta fedele al cattolicesimo tentò, con l'aiuto del cardinale Reginald Pole, di restaurare l'antica fede, ma non ci riuscì per almeno tre motivi:

  • Il suo matrimonio con Filippo II di Spagna;
  • Il suo eccessivo zelo nel cercare di ristabilire l'antica fede. A tal fine, sotto il suo regno, nel 1554, vengono ristabilite le leggi contro le eresie, con le quali cominciano le persecuzioni contro i protestanti, e vengono condannate al rogo circa 300 persone. A causa di queste esecuzioni sommarie la regina fu soprannominata Maria la sanguinaria. Questa repressione provocò nel popolo sentimenti antipapistici e anticattolici.
  • Per non aver introdotto in Inghilterra le novità, ormai circolanti, della riforma cattolica.

Con la salita al trono di Elisabetta (1558-1603), figlia di Enrico VIII e sorellastra di Maria Tudor, il protestantesimo si afferma definitivamente in Inghilterra. Nel 1559 con un'apposita legge, che faceva della regina il supremo governatore della Chiesa d'Inghilterra, fu rimesso in vigore l'abrogato Atto di supremazia del 1538. Nello stesso anno fu promulgato un nuovo Atto di uniformità che prescriveva il ritorno all'uso liturgico del Prayer Book, modificato su due punti rispetto all'edizione precedente: viene soppressa ogni formula scortese nei confronti del papa; si afferma la presenza reale di Cristo nell'eucarestia. Questo ritorno alla riforma fu ben accolto sia dal popolo che dal clero, ma non dai vescovi che rimasero, tutti ad eccezione di uno, fedeli alla Chiesa di Roma. L'ostilità dei vescovi alla nuova riforma rendeva necessaria la costituzione di una nuova gerarchia e nel dicembre del 1559 fu consacrato primate d'Inghilterra e arcivescovo di Canterbury M. Parker, già professore dell'università di Canterbury e già cappellano di Anna Boleyn. La consacrazione fu fatta dall'unico vescovo cattolico che aveva accettato la nuova riforma, però questa consacrazione fu fatta secondo il rituale di Edoardo VI, che rifiutava il valore sacrificale della messa. Da questo momento in poi è sorta la questione della validità o meno di questa consacrazione e conseguentemente di tutte le ordinazioni successive. Leone XIII, nell’Apostolicae curae del 1896, nega la validità delle ordinazioni anglicane per i seguenti motivi:

  • Nell’ordinazione del Parker c’era un vizio di forma sia perché la formula di ordinazione non indicava esplicitamente il valore sacrificale della messa sia perché il rito di ordinazione non era conforme a quello della Chiesa cattolica;
  • Nell’ordinazione c’era un vizio di volontà, ovvero non c’era l’intenzione di ordinarlo vescovo secondo la dottrina cattolica

Nel 1563 i nuovi vescovi inglesi decisero di procedere alla revisione dei 42 articoli ed elaborano un nuovo documento, approvato dall’assemblea del clero, che conteneva 39 articoli. Questo documento, di chiara ispirazione calvinista, è ancora oggi la base dottrinale della Chiesa d’Inghilterra. Nel febbraio del 1570 Elisabetta fu scomunicata da Papa Pio V e ciò provocò la rottura tra i cattolici (i papisti) e protestanti, tanto che i cattolici furono considerati nemici dell’Inghilterra, considerati dei ribelli e perseguitati.