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Presbiteri, Sacerdoti

Il sacerdote (dal greco πρεσβύτερος, presbyteros; e dal latino presbyter, da cui deriva in una traduzione più letterale l'arcaico termine presbitero), letteralmente "anziano", ministro religioso che presiede il culto, guida la comunità cristiana, e annuncia la parola di Dio.

Rappresenta il secondo grado dell'ordine sacro (diacono, presbitero, vescovo).

I presbiteri vengono compresi nella linea dell'episcopato, vengono chiamati collaboratori, nelle parrocchie rendono presente il vescovo. Questo, però, non significa che il ministero dei presbiteri derivi da quello episcopale, perché è un sacramento vero e proprio.

Nel momento dell'ordinazione, i presbiteri ricevono una sacra potestas, che non deriva né da una delega della comunità, né da una concessione episcopale, ma dall'ordinazione stessa, dalla grazia di un sacramento specifico che ha per protagonista lo Spirito Santo, il vescovo dà la misso canonicas la quale riconosce l'ufficialità del ruolo del presbitero per il bene della comunità.

È dunque, l'ordine a conferire il carattere di configurazione a Cristo, che abilita il ministro ordinato ad esprimere una speciale forma di presenza di Cristo in mezzo ai fratelli, in tutti e tre i campi: sacerdozio, parola e governo; PO 12:“Con il sacramento dell'ordine i presbiteri si configurano a Cristo sacerdote come ministri del capo, allo scopo di far crescere ed edificare tutto il suo corpo che è la chiesa, in qualità di cooperatori dell'ordine episcopale”.

Tuttavia, questo esercizio, nella linea dell'episcopato, tutti i presbiteri esercitano il loro ministero, in comunione con il vescovo. La differenza sta , anche, nella diversa rappresentatività della Chiesa. Solo il vescovo, in senso pieno, nella sua comunità locale, siede la cattedra, simbolo della pienezza dell'ordine del vescovo, il presbitero, dunque, deve essere in comunione con lui.

Ma poiché, il vescovo guida la comunione senza identificarsi con essa, ha bisogno, anche, della comunione dei presbiteri, ne consegue che PO 7:“I vescovi, pertanto, grazie al dono dello Spirito santo che è concesso ai presbiteri nella sacra ordinazione, hanno in essi dei necessari collaboratori e consiglieri nel ministero e nella funzione di istruire, santificare e governare il popolo di Dio”.

Il concilio, parla a questo proposito di unum presbyterium (l'unità presbiterale) ed è qui che si fonda il concetto del consiglio presbiterale: unità sacramentale tra vescovi e presbiteri che implica una partecipazione, dei presbiteri, a compiti propriamente episcopali per il governo della comunità.

Questa reciprocità tra vescovi e presbiteri, fonda la possibilità del parroco di essere legame vivente della sua piccola comunità, con la Chiesa locale diocesana, ma fa di lui, anche un'icona attraverso cui il vescovo è sentito presente in ogni parrocchia.

Unum presbyterium (l'unità presbiterale), la si può rendere, al livello dei presbiteri, anche sulla falsa riga della collegialità episcopale, cioè, ogni parroco è responsabile della sua comunità, ma poiché lui appartiene all'unità presbiterale, non può non sentirsi responsabile di tutte le parrocchie della sua chiesa locale. Allora quel difetto di alcuni parroci che si configurano papi e re della propria comunità, creando spesso, anche, una forma concorrenziale nei confronti delle comunità vicine, va superato in nome di questo concetto d'unità presbiterale.

L'ordinazione inserisce in un presbiterio, PO 8:“I presbiteri, costituiti nell'ordine del presbiterato mediante l'ordinazione, sono tutti tra loro uniti da intima fraternità sacramentale; ma in modo speciale essi formano un unico presbiterio nella diocesi al cui servizio sono assegnati sotto il proprio vescovo”.

In relazione al triplice compito di Cristo re, profeta e sacerdote non c'è differenza sostanziale tra il vescovo e il presbitero, il concilio si limita a dire che c'è una piena manifestazione della Chiesa nella celebrazione della messa del vescovo. Ciò che vale per i vescovi (LG21,24,27) vale per i presbiteri; in ciascuno di questi ambiti essi esercitano la propria missione a servizio dei fratelli.

Il superamento della sacerdotalizzazione, dovrebbe portare il presbitero, odierno, a capire che il campo d'esercizio della sua azione è tutta la comunità, è il servizio globale della comunità.

L'idea attuale è in ordine del recupero della triplice funzione e pensarsi in una prospettiva globale.

Tre sono le funzioni, della rappresentatività di Cristo, che vengono date attraverso l'ordinazione: la parola, la celebrazione e il governo pastorale.

Quindi, in sintesi, il campo d'azione del ministero presbiterale è la vita intera della comunità.