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Nabismo, Nabi

Il nabismo era legato ad un ambiente civilizzato, non più nomade. Si tratta di una forma di profetismo in stato d'estasi. Esso si fondava su primitive forme di comportamento. “I profeti primitivi si autosuggestionavano deliberatamente per raggiungere uno stato di coscienza offuscato e ristretto: spesso dopo una preparazione mediante ascesi in solitudine ricorrendo a musica, danza o altri movimenti ritmici e talvolta anche all’aiuto di stupefacenti”1.

In pratica veniva eliminata la coscienza attiva e in questo modo si parlava in modo oscuro. Nei tempi antichi iniziarono questa pratica gli psicopatici o epilettici, che erano considerati santi. Gli stessi profeti sono stati chiamati a volte “pazzi” come dimostra anche Os. 9,7b. L’estasi è innanzitutto però la messa in libertà di elementi primitivi che non è in ogni caso sintomo di malattia mentale.

Questa figura insieme a quella del veggente ispirò i profeti. Nabi è il termine che ricorre con maggior frequenza e al singolare è stato dato a profeti di corte (Natan e Gad), ai profeti scrittori più recenti (Geremia, Abacuc, Ezechiele; Aggeo; Zaccaria) e anche a figure significative del periodo arcaico (Mosè, Miriam, Debora, Samuele, Elia). Al plurale è invece attribuito a quei gruppi di profeti estatici, attorno a Samuele, o di profeti associati (attorno a Eliseo). In senso negativo è invece riferito ai profeti di Baal e agli avversari dei profeti scrittori.

1 Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, Parte seconda, III 18,5