Questo è il tuo spazio puoi scrivere ciò che vuoi e poi ritrovarlo al ritorno su questo sito

testimonianze cristiane, storia della chiesa cattolica, teologia, esegesi, aborto, famiglia, battaglia per la vita

Messia

La parola "Messia" deriva dall'ebraico mashìach (משיח, "unto"). Viene impiegato nell'Antico Testamento per indicare i personaggi unti di olio per volere o su indicazione di Dio, persone caratterizzate da una precisa missione e con uno scopo: re, profeti, sacerdoti.

Attraverso l'esperienza del regno (cioè a partire dal primo re, Saul), "messia" viene usato più specificamente in riferimento ai re. L'Antico Testamento riporta la promessa fatta alla discendenza di Davide che un suo discendente sarebbe rimasto sempre sul trono di Giuda, dando alla consacrazione regale un carattere dinastico.

Con la fine della monarchia nel regno giudaico, successiva al regno israelitico, e l'inizio dell'esilio babilonese (587-538 a.C.), il significato del termine assume anche un significato escatologico ed indica l'inviato di Dio che apre l'era omonima: l'Era Messianica. Di qui il riconoscimento cristiano di Gesù Cristo quale Messia atteso da Israele.

La condanna di Gesù, l'accusa di bestemmia, nasce dal fatto che Gesù unisce la figura umana del messia davidico alla figura trascendente del Figlio dell'Uomo che siede alla destra di Dio, autocomprendendosi quindi non come semplice uomo. In definitiva se Gesù avesse detto che era il Messia venuto per liberare Israele nessuno si sarebbe stracciato le vesti, ma Gesù afferma che il Messia non è altro che il Figlio dell'Uomo che siede alla destra di Dio e quindi ha la stessa regalità di Dio ed è Dio, qui sta la bestemmia, un uomo che pretende di sedere alla destra di Dio, un uomo che afferma di avere la stessa dignità di Dio, questo è inconcepibile. Non è quindi neanche l'utilizzo di Figlio dell'Uomo che come abbiamo detto potrebbe anche essere intesa in maniera non divina, ma questo titolo di Figlio dell'Uomo vicino al sedere alla destra di Dio, questo è una bestemmia per i giudei.

In Mt 16,21 si introduce la profezia della passione, un messia sofferente e umile non era un vero messia per Israele, anche perchè il libro del Deuteronomio torna attuale nella passione di Gesù, un messia appeso al legno era inimmaginabile. Quella ispirazione di Pietro diventa poi un po' delusione, non aveva così chiara l'idea di chi era il messia. Gesù prepara i discepoli al suo cammino, un cammino “necessario”. Mt 16,21 svela il suo segreto messianico, non del tutto, ma è un messia che deve soffrire, sarà palese soltanto con l'evento della resurrezione, ma la piena glorificazione di Gesù è sempre nella croce.