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Giustizia

La parola deriva dal latino iustitia che a sua volta deriva da justus, "giusto", e questo da jus, diritto, ragione. In ebraico Saedaeq in greco dikaiosunh (dikaiosune). Documentato l'uso del termine anche nella letteratura di Qumran, è un termine molto usato. Nella mentalità ebraica è una virtù che Dio dona al giusto ed è legata al perdono dei peccati. La LXX rende il termine con il greco dikaiosunh (giustizia). Il termine greco rappresenta un astrazione del pensiero; manca, infatti, negli scrittori più antichi, come Omero e Esiodo. Man mano il senso del termine si sposta a concetti etici e religiosi. Platone in Repubblica 4,433a ne dà una definizione "la giustizia è fare le cose proprie, senza impicciarsi delle molte altre possibili". Con Aristotele si passa a una giustizia distributiva: a ciascuno il suo. La LXX con dikaiosunh (dikaiosune) si riferisce al rapporto tra persone, in senso molto pratico e al rapporto con l'azione salvifica di Dio.

Con l'ebraico saedaeq si intende quell'ordine arcaico e misterioso del mondo che deve essere rispettato; atteggiamento che rende l'uomo saggio e giusto. Importante è l'apertura verso il bene; atteggiamento morale, quindi, dell'uomo rispetto agli altri, rispetto alla realtà fuori di sè e rispetto a Dio.