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San Giustino

Filosofo e teologo cristiano del II secolo. Giustino nacque intorno all'anno 100 a Flavia Neapolis, l'odierna Nablus, in Palestina, presso l'antica Sichem, in Samaria. La ricerca della verità lo accompagnò vicino a varie correnti filosofiche: iniziò con le scuole filosofiche stoica, peripatetica e pitagorica per poi approdare a quella platonica intorno all'anno 130. Ben presto il suo cammino alla ricerca della verità lo portò a trovare "l'unica filosofia certa e degna", che gli è stata trasmessa da un uomo anziano, un misterioso personaggio, un vegliardo incontrato lungo la spiaggia del mare, come afferma nel Dialogo con Trifone. Inizialmente lo mise in crisi dimostrandogli l'incapacità dell'uomo a soddisfare con le sue sole forze l'aspirazione al divino. E a quel punto, l'anziana figura, gli indicò i profeti dell'Antico Testamento come le persone a cui rivolgersi per trovare la vera filosofia. Quindi al termine di tutto un cammino alla ricerca della verità Giustino si ritrovò ad approdare alla fede cristiana, unica vera filosofia e unica vera verità.

Dopo aver soggiornato ad Efeso, si recò a Roma dove fondò una scuola e gratuitamente iniziava gli allievi alla religione cristiana, considerata la vera filosofia. A Roma scrisse le sue opere più importanti: le due Apologie e il Dialogo con Trifone, la più antica apologia cristiana nei confronti degli ebrei che ci sia pervenuta. In queste opere Giustino illustra il progetto divino della creazione e della salvezza che si compie in Cristo, il Logos. E qui sta la particolarità e l'estrema intelligenza della dottrina di Giustino: ogni uomo, in quanto creatura razionale, creata da Dio, è partecipe del Logos, ne porta con sè un seme, e tramite quello può cogliere la verità. La famosa dottrina dei logoi spermatikoi o anche semina Verbi. La ragione umana (logos) è una partecipazione del Verbo (Logos).

La genialità di Giustino è quella di non fare quello che si fa troppo spesso nelle religioni e spesso anche nelle filosofie: definire sbagliato tutto ciò che non proviene dalla propria religione, ma non solo con questa soluzione risponde anche alla domanda sulla presenza della verità anche al di fuori della fede cristiana, questo insegnamento di San Giustino è tutt'ora attuale. In pratica tutto ciò che è vero appartiene al Logos, è quindi cristiano, e non dobbiamo avversarlo, ma dobbiamo considerarlo nostro, perché proviene dal Logos e da Cristo quindi. lo stesso Logos che si è rivelato e ci ha rivelato la verità è lo stesso Logos che viene trovato parzialmente nelle varie verità delle varie filosofie. Fonte unica della verità è il Logos divino, diffuso come un seme in tutto il mondo. Quindi in ogni uomo c'è un seme di Logos che lo rende partecipe della verità e razionalità del Logos, anche se in forma parziale. Anche i pagani quindi partecipano del Verbo e le verità incomplete della filosofia greca sono frutto dei semi di Logos sparsi per il mondo.

Il cristianesimo è a manifestazione storica e personale del Logos nella sua totalità, ne consegue quindi che "tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque, appartiene a noi cristiani" 1. Giustino inoltre ci fornisce anche il motivo per cui le filosofie si contraddicono tra di loro, perché non hanno la verità nella sua totalità come il cristianesimo, ma hanno soltanto semi di verità.

La figura di Giustino segna poi la decisa linea della Chiesa antica di allearsi con la ragione e con la filosofia piuttosto che con la religione dei pagani. La religione pagana infatti continuava a scegliere le vie del mito a quelle del Logos.

Per Giustino stretti sono i rapporti tra l'Antico e il Nuovo Testamento, gli avvenimenti dell'Antico Testamento partecipano all'unico disegno di salvezza di Dio. Questi avvenimenti preparano e prefigurano l'avvento di Cristo.

La I Apologia è un testo scritto tra il 148 e il 150 e indirizzato all'imperatore Antonino Pio e ai figli adottivi Marco Aurelio e Lucio Vero. E' composta di 68 capitoli e il suo scopo è quello di protestare contro l'ingiusta persecuzione dei cristiani e soprattutto fornire le necessarie conoscenze sul cristianesimo contro le dicerie.

La II Apologia invece difende i cristiani condannati a morte dal prefetto di Roma Urbico. Giustino qui fa vedere come il cristianesimo è un continuo logico della filosofia pagana ma ne afferma anche la superiorità. Qui viene per la prima volta proposta la dottrina del Logos, sparso nel genere umano e presente anche nella filosofia, che per tanto viene accolta dal cristianesimo.

Il Dialogo con Trifone, di cui già abbiamo parlato prima, è un dialogo con un giudeo, in questo modo viene istituito un confronto con la religione ebraica. Quindi se le altre due opere famose di Giustino confrontano la fede cristiana con la filosofia pagana, quest'opera è invece per dialogare con i giudei. Non per svelarvi il finale dell'opera ma Trifone non si convertirà al cristianesimo, questo sta a testimoniare che molto probabilmente l'opera è tratta da un vero dialogo.


1) II Apologia, XIII, 13,4