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Sistema eliocentrico copernicano

L'eliocentrismo (dal greco Helios, sole, e kentron, centro) è una teoria astronomica che postula che il Sole sia fisso al centro dell'Universo e/o del Sistema Solare, e che i pianeti vi girino intorno. L'eliocentrismo è opposto al geocentrismo, che pone la Terra al centro.

Nella prima metà del III secolo a.C. Aristarco da Samo teorizzò esplicitamente l'eliocentrismo nella sua forma attuale e successivamente, secondo la testimonianza di Plutarco, Seleuco di Seleucia ne dette anche una dimostrazione. La teoria eliocentrica fu però fermamente rifiutata, nel II secolo d.C., da Tolomeo, che era certo della centralità ed immobilità della Terra nell'universo. Il Cristianesimo avallò poi la cosmologia tolemaica in quanto compatibile con le Sacre Scritture (in Giosuè, cap. X si legge in effetti il famoso "Fermati, o Sole!") 1. Nel medioevo, rispetto ai tempi di Galileo Galilei c'era più libertà nei confronti dell'aristotelismo e ci fu chi difese e propose il sistema eliocentrico. In questo senso di particolare interesse sono le considerazioni contenute nel Quaestiones de caelo et mundo di Jean Buridan (1295-1358) e ancora di più quelle che si trovano nel Livre du ciel e du monde di Nicole Oresme, vescovo di Lisieux (1325-1382). Oresme prende in esame i soliti argomenti contro il moto della Terra tratti sia dall'esperienza, sia dalla filosofia che dalla Scrittura evidenziando il loro carattere non probante. A proposito dell'arresto del Sole di Giosuè (Gs 10,12-14), Oresme afferma che in quella narrazione biblica viene usato il modo comune di parlare, ma aggiunge che è molto più semplice pensare che in realtà sia la Terra ad arrestarsi (nel suo moto rotatorio), provocando così l'allungamento del giorno che permise la vittoria agli israeliti, piuttosto che tutto il complicato meccanismo rotatorio celeste di cui fa parte il Sole. Oresme e Buridan affermano poi che il movimento diurno dei corpi celesti, può essere determinato sia da un loro moto reale, sia a quello rotatorio della Terra intorno al proprio asse. Oresme aggiunge poi che è più semplice che a muoversi sia la Terra formata dai quattro elementi e che fermo sia invece il cielo che è l'elemento più nobile, perchè la quiete è più nobile del movimento. Incredibile considerando tutto questo la conclusione a cui alla fine giunge Oresme "e tuttavia tutti sostengono e io pure credo che i Cieli si muovono e la Terra no. Perchè 'Dio fissò la Terra in modo che non si possa muovere' (Salmo 92, secondo la tradizione latina della Vulgata) e questo nonostante le ragioni in contrario, perchè esse costituiscono argomenti suasivi che però non provano evidentemente".

Quindi l'opera di Nicolò Copernico (Toru?, 19 febbraio 1473 – Frombork, 24 maggio 1543), il De revolutionibus orbium caelestium, non rappresenta una novità assoluta, però lo fu dal piano scientifico, per la completa elaborazione matematica della teoria. Copernico mette al centro del mondo il Sole, al posto della Terra, e attribuisce a quest'ultima tre movimenti:

  • Quello di rotazione diurna intorno al proprio asse: che permette di rendere conto dell'apparente moto diurno dei corpi celesti intorno alla Terra
  • Quello di rivoluzione annua intorno al Sole: Che serve a spiegare il moto apparente del sole lungo l'eclittica, l'alternarsi delle stagioni e i complicati movimenti dei pianeti nel corso dell'anno
  • Quello di precessione dell'asse terrestre per assicurargli la costante inclinazione rispetto alla perpendicolare al piano dell'eclittica

Copernico avvertì l'aria ostile verso le sue teorie e per prevenire soprattutto le reazioni degli aristotelici, che detenevano il monopolio dell'insegnamento della filosofia naturale in Europa, e dei teologi egli dedicò il De revolutionibus al papa del tempo, Paolo III, affermando nella prefazione che la sua opera era destinata ai matematici, non nel senso che fosse una pura ipotesi naturale, ma che per ora poteva essere intesa solo dai matematici. In realtà la teoria copernicana non ebbe grande successo neanche tra gli astronomi, e fu ignorata da filosofi e teologi. Il fatto che non creò polemiche questo scritto deriva anche all'Avviso al lettore premesso dall'editore Andrea Osiander a insaputa di Copernico, in questa si affermava che la teoria esposta in quel libro doveva essere considerata come una pura ipotesi matematica.

Altra figura di rilievo a sostegno del sistema copernicano è quella di Giordano Bruno (1548-1600). Entrato a 17 anni nell'ordine domenicano lo aveva abbandonato nel 1576 per sfuggire a un processo istituito contro le sue idee considerate eretiche dai suoi superiori. Per molti anni girò ramingo in Svizzera, Francia, Inghilterra e Germania, tornato in Italia nel 1591 si fermò a Venezia dietro invito del patrizio veneziano Giovanni Mocenigo, dal quale l'anno successivo Giordano Bruno fu accusato per le sue concezioni eretiche di filosofia e teologia e subì un primo processo dall'inquisizione veneziana. Un anno dopo fu consegnato all'inquisizione romana. Il processo durò sette anni e rifiutandosi di ritrattare fu condannato al rogo. Di certo le dottrine eretiche di Giordano non si limitavano alla simpatia per la teoria copernicana, infatti afferma l'esistenza di una natura infinita, una concezione in cui è difficile vedere la differenza tra Dio e la natura che sembrano confondersi. Anche se Bruno respinse ogni accusa di monismo in realtà fu ritenuto tale. Inoltre avrebbe negato il dogma trinitario identificando lo Spirito Santo con l'anima del mondo, la divinità di Cristo, la verginità di Maria, l'esistenza dell'inferno, il culto dei Santi e l'autorità della Sacra Scrittura e della Chiesa. Bruno respinse queste accuse dicendo di aver avuto dubbi solo sulla Trinità e la divinità di Cristo e professandosene pentito. In tutto questo nella sua spiegazione della struttura dell'universo, aveva adottato la visione copernicana, andando però oltre ed arrivando ad affermare l'esistenza di un mondo infinito ed eterno. Aveva inoltre sostenuto l'esistenza di esseri intelligenti negli infimi sistemi planetari simili al nostro. Questo fu uno dei motivi principali della condanna, questo ai giudici dovette sembrare un mettere in discussione la morte redentrice di Cristo avvenuta una sola volta e per tutti. Tra le tante censure al pensiero di Giordano Bruno c'è quella anche che riguarda il sistema copernicano. A l'accusa di eresia su questo punto Giordano Bruno rispondeva affermando che la Sacra Scrittura si esprimeva con il linguaggio della gente del suo tempo 2.


1) Wikipedia.org

2) Annibale Fantoli, Galileo e la Chiesa, Una controversia ancora aperta, Carocci editore, Roma: 2010, pp.24-38