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Ecclesiologia di comunione

Questa corrente entra nel Vaticano II, anche se il primo schema del De Ecclesia rispecchiava ancora la vecchia concezione, ma la Lumen Gentium segna il passaggio da un'ecclesiologia societaria a una di comunione. Dopo il concilio la categoria di comunione è diventata centrale, quasi unica, nozione capace di risolvere i problemi lasciati aperti dalla categoria di società. Società e comunione sono veramente le due porte di ingresso per l'ecclesiologia. Il valore di questa categoria, oltre che nei suoi riferimenti bibici, il concetto di koinonia (comunione) che è più bibblico sicuramente di quello di società, si spiega anche per ragioni antropologiche, ognuno di noi sente il bisogno di rapporti vivi con gli altri. Ma le ragioni non sono propriamente antropologiche, ma teologiche, la communio è in grado di sintetizzare tutto il rapporto con Dio. Non è irrilevante ricordare anche le motivazioni ecumeniche, sull'ecclesiologia di comunione c'è il consenso tra le chiese.

Non sempre è chiaro cosa intendere con ecclesiologia di comunione, ci sono vari modi di intenderla. Quale ordinamento ecclesiale si stabilisce sul suo fondamento? Aspetti che gli ecclesiologi non hanno pienamente risolto. In Italia abbiamo tre modelli già di ecclesiologia di comunione. Non mancano le perplessità e le attenzioni:

  1. Rischio di un'interpretazione psico-sociologica, non è un “vogliamoci bene”, c'è bisogno di una solida teologia della comunione, altrimenti si rischia di ridurre il mistero ecclesiale.
  2. Invadenze emotive del concetto, c'è il rischio di trasformare la Chiesa in una setta, comunione non è comunitarismo. Possiamo avere l'idea di comunità dove tutti la pensano allo stesso modo sino a un certo punto, la Chiesa è fatta anche dalle diversità.
  3. L'idealismo utopico, una unione riunita sul fantastico, nell'ecclesiologia di comunione è insito il problema dell'idealismo, la comunione la devo raggiungere non pretendere di averla immediatamente. Quindi bisogna inserire il concetto di comunione in un ambito escatologico.
  4. Il termine comunione può essere interpretato in diversi modi. La ricchezza della Chiesa e dell'ecclesiologia sta nel tener presente tutti gli elementi, la comunione di tutte le nozioni, non essere unilaterali.

Ci sono tre punti fermi dell'ecclesiologia di comunione:

  1. Lo Spirito, base dell'ecclesiologia di comunione, se la categoria societaria privilegiava il riferimento cristologico, il modello comunionale riscopre la profondità dello Spirito, del Pneuma. Nella teologia cattolica lo Spirito veniva studiato all'interno della Trinità e nella vita spirituale, in ecclesiologia se ne parlava poco. Non si può fare ecclesiologia di comunione senza riferimento allo Spirito Santo, è fondata sulla pneumatologia. Spirito Santo e istituzioni si identificano, ogni atto istituzionale è un atto dello Spirito Santo, il rischio è quello di strumentalizzare lo Spirito Santo. Altra linea invece è quella dissociante, lo Spirito è dove non è l'istituzione, porta ad affermare due chiese parallele, una della profezia e una del clero, qui annullando il rapporto tra la Chiesa e lo Spirito annulliamo anche quella tra Cristo e la Chiesa. Coesiva è un-altra soluzione, lo Spirito Santo e l'istituzione operano congiuntamente all'interno della Chiesa, neanche questa può andare bene nonostante è ciò che a cui dobbiamo mirare. Bisogna affermare il primato dello Spirito che non è funzionale neanche alla figura della Chiesa, c'è un apriori dello Spirito che va anche al di fuori della Chiesa, opera anche al di fuori di essa, nemmeno però si può impedire allo Spirito Santo di offrire luoghi concreti di manifestare la fede, poichè anzi lo Spirito Santo produce il riconoscimento di Cristo, poichè compito dell'istituzione è quella di far conoscere Gesù, annullando l'istituzione si annullerebbe una via di cui lo Spirito si serve per far conoscere Gesù e Cristo. Il rimedio all'istituzionalismo non può essere cercato nel crismatismo unilaterale, ma anche la mediazione istituzionale deve interagire con l'evento. In/con lo Spirito Santo nell'istituzione istituita da Cristo, il con indica l'orientamento specifico della pneumatologia, la Chiesa non può porre altro fondamento di quello che è posto in Gesù Cristo, ma c'è una certa autonomia dello Spirito Santo che elargisce doni liberi. Lo Spirito è anche il coistitutore, coistituisce la Chiesa, agisce anche autonomamente all'interno della Chiesa.
  2. La persona: nell'ecclesiologia di comunione al centro c'è la persona, c'è un'iniziativa di Dio che viene accolta dall'uomo nella profondità del suo cuore. il dato originario è la persona quindi, prevalente sul senso universale, nessun collettivismo all'interno della Chiesa. Il sacrificio del singolo per il bene del tutto non c'è nell'ecclesiologia di comunione, dove la persona è centrale, ciò fa dell'amicizia il principio quasi ermeneutico dell'ecclesiologia di comunione. Nell'istituzionalismo si tende più a divenire sudditi di Gesù Cristo più che amici. Siamo sudditi si, ma liberi, gioiosi, realizzati, non sottomessi. Lo Spirito Santo attesta al nostro spirito che siamo figli Rm 8,16. In Ecclesiologia la centralità della persona deve anche produrre un riconoscimento del singolo. Il giuridicismo producendo la supremazia dell'aspetto d'ordine tende a mortificare l'aspetto delle persone. Si possono dire del singolo e del tutto gli stessi enunciati, ogni singolo è irripetibilmente il tutto, Dio ci ama singolarmente uno per uno. Anche la missione dovrebbe privileggiare il rapporto interpersonale, come Filippo e l'eunuco, lo converte con un rapporto interpersonale, la Chiesa si estende con rapporti interpersonali.
  3. La comunità: che c'entra la comunità con la Chiesa? La Chiesa ha una dimensione comunitaria? viene dal termine stesso ecclesia, per creare la Chiesa in un nuovo posto devo creare una comunità. Sul piano storico la valutazione del comunitario è dai tempi degli Atti degli Apostoli, però in effetti durante l'ecclesiologia societaria, era più considerata una società più che una comunità. La differenza è che la comunità ha più coesione, più calore. Nel campo ecclesiologico un libro chiave è Catholicisme di De Luback. Koinonia (comunione), il cristianesimo appare sin dall'inizio come personificazione dell'amore con cui da sempre la comunità è stata cercata e amata da Dio. La comunità è una volontà di Dio stesso, che sceglie un popolo, dimostra che vuole l'uomo solitario, l'israelita sapeva di poter partecipare ai beni messianici come membro della collettività e di perderli qualora perdesse questo legame. Nei testi del Nuovo Testamento Cristo è presentato come la personificazione dell'amore che Dio ha sempre avuto per l'umanità. Negli Atti degli apostoli il dono dello Spirito è visto venire quando la comunità sta insieme, ed è un dono che genera comunità, gli Atti ci parlano di comunità, descrivono le azioni di una comunità.

Per la comunità primitiva un cristianesimo individuale è impensabile. La Gaudium et Spes afferma proprio questo al n.32, affermando che Dio sin dall'inizio ha scelto degli uomini all'interno di una comunità.

Il contenuto dell'idea comunitaria si spiega all'interno di diverse caratterizzazioni:

  1. L'affettiva, quando si parla di comunità non si vuole solamente intendere una massa, una quantità, ma una realtà di relazione. Essere fuori dalla Chiesa per Agostino è essere fuori dalla carità. Comunità sul piano affettivo, ma anche sul piano della dimensione integrale, i profeti dell'Antico Testamento denunciano le ingiustizie sociale in nome dell'alleanza.
  2. L'organizzazione ecclesiale, la volontà comunitaria da parte di Dio porta a considerare l'intera assemblea dei fedeli come responsabile della vita della Chiesa, tutti sono suoi collaboratori.
  3. Altro punto è la comunità locale che offre le coordinate storico-spaziali dell'evento.