Pio I (142-157)

 

STORIA DELLA CHIESA

I PONTEFICI

 

Secondo l'Annuario Pontificio 2008 (Libreria Editrice Vaticana) papa Pio avrebbe regnato dal 142 o 146 al 157 o 161.

 

L'unico dato cronologico di cui siamo in possesso per stabilire la durata del suo regno è l'anno di morte di San Policarpo di Smirne, che, con un certo grado di sicurezza, può essere il 155 o il 156. Nella sua visita a Roma, l'anno precedente alla sua morte, Policarpo trovò come vescovo di Roma papa Aniceto, il successore di Pio; di conseguenza, Pio dovrebbe essere morto intorno al 154.

Il "Liber Pontificalis" riporta che il padre di Pio era un certo Rufino, e che era nato ad Aquileia; comunque, questa è, con molte probabilità, una semplice congettura dell'autore che aveva sentito parlare di un certo Tirannio Rufino di Aquileia (fine del IV secolo). Secondo quanto scritto nel Catalogo Liberiano e confermato dal Canone muratoriano - copia di un originale greco risalente al 170 d.C - Pio sarebbe stato fratello di Hermas l'autore del Pastore di Erma, l'opera più diffusa e rilevante fra quelle dei padri apostolici:

Se le informazioni che l'autore ci fornisce sulle sue condizioni personali (prima schiavo, poi liberto) fossero storicamente vere, si avrebbero più notizie sulle origini del papa, suo fratello. È molto probabile, però, che la storia che Hermas riferisce di se stesso sia pura invenzione.

Come giunse in contatto con la nuova religione è tuttora sconosciuto, forse incontrò il cristianesimo proprio a Roma, dove giunse insieme al fratello e dove, in seguito, venne ordinato sacerdote. Della sua vita clericale non sappiamo nulla, salvo che alla morte di papa Igino, dopo tre giorni di digiuno e di preghiere fu proclamato Papa.

Il suo pontificato fu segnato dalla presenza a Roma, che stava lentamente diventando il centro della Chiesa Universale, di vari eretici che cercavano di propagare le loro false dottrine tra i fedeli della capitale. Lo gnostico Valentino, che aveva fatto la sua comparsa quando la Chiesa era ancora retta da papa Igino, continuava a fare proseliti, inoltre era ancora attivo lo gnostico Cerdone. In questo periodo giunse a Roma anche Marcione, che fondò la sua Chiesa dei Marcioniti. Pio proseguì la lotta iniziata dal suo predecessore aiutato da San Giustino martire, uno dei più grandi predicatori cattolici, che continuò la sua opera anche sotto il pontificato di papa Aniceto.

Importanti furono anche i rapporti con i giudei, Pio I prescrisse che gli appartenenti a sette giudaiche che si fossero convertiti al cristianesimo dovevano essere accolti dalle comunità cristiane e battezzati. Cosa questo implicasse non possiamo saperlo; indubbiamente l'autore del "Liber Pontificalis", qui come in altri punti, attribuì ad un papa del passato un canone che era valido nella Chiesa del suo tempo.

Stabilì, inoltre, che la Pasqua dovesse essere celebrata la prima domenica successiva al plenilunio di marzo per distinguerla dalla Pasqua ebraica che si celebrava il giorno del plenilunio. Questa data sarà in futuro fonte di contrasti tra la chiesa d'occidente e la chiesa d'oriente.

Un tradizione più tarda assegna a Pio I il merito della fondazione di due chiese, il titulus Pudentis (Santa Pudenziana) ed il titulus Praxedis (Santa Prassede). Sempre secondo questa tradizione, Pio avrebbe esercitato l'ufficio episcopale ed avrebbe fatto erigere un battistero accanto al titulus Pudentis. La tradizione è, comunque, una leggenda poiché queste due chiese sorsero nel IV secolo, anche se non è impossibile che sostituirono case cristiane nelle quali i fedeli di Roma si riunivano in assemblea per il "servizio Divino" prima del regno di Costantino. In ogni caso, la leggenda non può assurgere a prova di questo fatto. In molti scritti successivi (il "Liber Pontificalis") il "Pastore" dell'opera di Hermas viene scambiato per l'autore, e, dato che un sacerdote romano, Pastore, ebbe un ruolo importante nella fondazione di queste chiese, è possibile che lo scrittore della leggenda fu fuorviato da questo particolare, e conseguentemente inserì papa Pio nel suo resoconto leggendario.

Secondo la tradizione venne martirizzato nella città di Roma, ma, anche se viene celebrato come martire nel breviario, non sembra che ci siano altre prove per questa affermazione, anche perché nel periodo del suo pontificato sotto l'imperatore Antonino Pio non risultano grandi persecuzioni di cristiani. Fu sepolto vicino alla Tomba di Pietro e la sua festa liturgica ricorre l'11 luglio.

Le due lettere scritte a Giusto, vescovo di Vienna ed attribuite a lui, non sono autentiche.