Giovanni XII (955-964)

 

STORIA DELLA CHIESA

I PONTEFICI

 

Alberico morì nel 954 dopo aver fatto giurare al po­polo ro­mano che, alla morte di papa Agapito II, avrebbero eletto papa il figlio ed erede, il diciassettenne  Ottaviano.

                Il che avvenne nel dicembre 955. Fu il primo a cambiar nome -nella nomina a papa- e prese il nome di Giovanni XII (955-963); egli riunì di nuovo, in una sola mano, il po­tere spirituale  e secolare di Roma e si distinse per la vita dis­soluta e per l'incapacità po­litica. 

           Nel frattempo Ottone I, il Grande, di Sassonia, figlio di Enrico I, re di Germania, nel 951 era stato incoronato re a Pavia. L’anno successivo ricevette il giuramento di fedeltà da Berengario II, marchese di Ivrea e da suo figlio  Adalberto; quindi  si sposò con Adelaide, vedova di Lotario II, figlio di Ugo di Provenza, re d’Italia (926-947), accentrando così un forte potere.

                Ottone I, che si era distinto per la rinascita della Germania, accen­trando nelle mani del re un forte po­tere, grazie all'aiuto dei ve­scovi e degli abati i quali, con l'investitura dei beni dello Stato e di pubblici  diritti, erano diventati principi del regno (con funzioni di con­trappeso contro le ten­denze particolaristiche  e autonomistiche  dei singoli duchi), nel 962 ristabilì l'Impero.

                A poco a poco ripresero vigore le istituzioni e le circoscrizioni ecclesiastiche; chiese  e monasteri riacquistano la propria libertà;  si sviluppò l'espan­sione cristiana verso l'est del­l'Europa. La Santa Sede, pur rimanendo te­atro di gravi vicissitudini, trovò tuttavia protezione nella dinastia degli Ottoni.

                Questi gli antefatti. Alla morte del re d'Italia Lotario II (948-50),  figlio di Ugo, si offrì a Ottone l'occasione di intervenire nelle fac­cende d'Italia. A chia­marlo fu Adelaide di Borgogna, ve­dova di Lotario II, figlio di Ugo re d'Italia, contro Berengario II (nipote di Berengario I).

                Ottone I nel 951 valicò le Alpi e, a Pavia, si fece proclamare re d'Italia  (rex longobardorum). Quindi sposò Adelaide. Berengario II però riebbe, come feudo germanico, il regno d'Ita­lia; se nonché entrò in conflitto con papa Giovanni XII (figlio  di Alberico)  il quale chiese aiuto a Ottone I.

                Sceso nel 960, a Roma, dopo aver giurato a papa Giovanni XII sicurezza e difesa dei terri­tori e dei diritti della Chiesa romana, fu incoronato imperatore (2 febbraio 962).

                Per 38 anni l’impero era rimasto vacante, essendo stato Berengario I l’ultimo imperatore, il quale fu unto nel 924.

                Per la ceriminonia dell’incoronazione l’imperatore, oltre la corona, portava una mitria di stoffa, segno dell’ufficio spirituale  dei leviti; egli reclamava, con questo simbolo, il diritto di nominare i vescovi. Si rinnova così l’impero di Carlo Magno: ma questo é il sacro romano impero della nazione tede­sca.

                Fu una renovatio imperii (è anche il motto im­presso nelle monete di Ottone), ora stabilmente legato al regno di Germania. Da allora anche le sorti dell'Italia fu­rono sta­bilmente legate al sovrano tedesco, mentre nei confronti della Chiesa, la politica dei sovrani sassoni sarà quella di servirsi dei vescovi per contrapporli ai duchi: consegneranno ai vescovi il pastorale e concederanno loro ampi diritti, tanto da farne principi sovrani; lo stesso Ottone I tenterà di disporre del papa, alla stregua dell’episcopato tedesco.

                 Pochi giorni  dopo, il 13 febbraio 962, con il Privilegium Ottonianum l'imperatore riconfermò alla Chiesa di Roma le donazioni di Pipino e di Carlo Magno e ripristinò la su­premazia impe­riale conforme alla costi­tuzione  di Lotario dell'824, che comportava il giuramento di fedeltà da parte del papa ca­nonicamente eletto, prima della consacrazione  e il  controllo dell'impera­tore  sopra i fun­zionari papali.

                 Da parte loro, il papa e i Romani giurarono di restar fedeli all'imperatore  e di non favorire mai Alberigo né suo figlio Adalberto

                L’allora pontefice Giovanni XII non mantenne però la promessa per cui Ottone I tornò a Roma e convocò un sinodo in S. Pietro (6 novembre 963) presie­duto da lui stesso. Giovanni XII fu deposto per le sue indegnità (omicidio, sper­giuro, sacrilegio, si­monia e scostumatezza)  e fu eletto Leone VIII (963-965), un laico che, in un sol giorno, rice­vette tutti gli ordini sacri.

                Questa intromissione dell'imperatore su­scitò una prima rivolta dei Ro­mani, subito domata da Ottone I. Ma alla sua partenza ri­tornò il depo­sto Giovanni XII che, in un concilio  al Laterano del febbraio 964, con­dannò i suoi avversari e annullò l'elezione  di Leone VIII, in base al prin­cipio "prima sedes a nemine iudicatur". 

                Alla sua morte violenta  (14 maggio 964) i Romani eles­sero Benedetto V (964-965), continuando così lo scisma.