Eleuterio (171-185)

 

STORIA DELLA CHIESA

I PONTEFICI

 

Il suo nome in greco significa "uomo libero", qualcuno dice che si riferisce al fatto che si trattasse di un liberto, ma la tradizione riporta soltanto che era un diacono della chiesa di Roma.

Egesippo riportava che Eleuterio nacque a Nicopoli, in Mesia, arrivò a Roma sotto papa Aniceto, fu suo diacono e partecipò, in qualità di segretario, al suo incontro con San Policarpo.

Durante il suo pontificato l'eresia montanista giunse al suo culmine, tanto che, allo scopo di presentare le differenze tra cristiani e montanisti, i cristiani scrissero ben 4 apologie.

Nel 177 si scatenò in maniera feroce la persecuzione di Marco Aurelio. Famosi sono i martiri di Lione, soprattutto San Potino e Santa Blandina, nel racconto del loro martirio e nelle loro lettere, secondo quanto riportava Eusebio di Cesarea, veniva citato anche Eleuterio. A Roma, sempre nel 177, fu martirizzata anche Santa Cecilia. Nello stesso anno, Sant'Ireneo, futuro vescovo di Lione, accompagnò alcuni vescovi per discutere con Eleuterio il problema del montanismo. Successivamente, anche il vescovo Abercius di Hierapolis in Frigia si recò a Roma per discutere dello stesso problema.

Fu solo con la morte di Marco Aurelio e l'ascesa al trono di suo figlio Commodo che le persecuzioni cessarono e la Chiesa si poté dedicare al problema dell'eresia montanista.

A volte viene rimproverato ad Eleuterio un certo attendismo e un'indecisione nell'intervenire nei confronti di questa eresia. Il suo comportamento potrebbe essere, invece, visto come un atteggiamento diplomatico per cercare di risolvere in maniera indolore la separazione. Atteggiamento che, tuttavia, non portò alcun frutto. Durante il suo pontificato Eleuterio dovette scontrarsi anche con altre eresie che continuavano a propagare le loro dottrine: lo gnosticismo ed il marcionismo.

Il Liber Pontificalis, dice che tenne una corrispondenza con un re britannico, Lucio, che era desideroso di essere convertito alla Cristianità. Questa tradizione (romana, non britannica) non sembra avere fondamento storico. Alla fine del II secolo, infatti, l'amministrazione romana era profondamente radicata in Britannia, quindi non ci sarebbero potuto essere nell'isola dei veri re locali. Che qualche capo tribù, noto come re, avesse potuto chiedere al vescovo di Roma delle delucidazioni sulla fede cristiana sembra abbastanza improbabile per quel periodo. L'assunto, privo di fondamento, contenuto nel Liber Pontificalis, una serie di biografie papali che nella sua più antica forma non può essere antedatato alla prima metà del VI secolo, non è una base sufficiente per accettare questa asserzione.

Dopo la sua morte, Eleuterio fu sepolto vicino alla Tomba di Pietro. La sua festa ricorre il 26 maggio.

Dal Martirologio Romano:

  « 26 maggio - A Roma sant'Eleuterio, Papa e Martire, il quale convertì alla fede di Cristo molti nobili Romani, e mandò nella Gran Bretagna Damiano e Fugazio, i quali battezzarono il Re Lucio, insieme a sua moglie e a quasi tutto il popolo. »