Anacleto I (79-92)

 

STORIA DELLA CHIESA

I PONTEFICI

 

Dopo una disputa durata per secoli, l'Annuario Pontificio del 1947 ha stabilito che la figura di papa Anacleto coincide con quella di Cletus, citata dal Liber Pontificalis come successore di Papa Lino. Già Eusebio di Cesarea, Sant'Ireneo di Lione, Sant'Agostino d'Ippona e Ottato di Mileve consideravano Cleto ed Anacleto la stessa persona, ma non concordavano per l'ordine di successione dei primi papi: Ireneo elencava, nell’ordine, Lino, Anacleto e Clemente, ma Agostino e Ottato elencavano Lino, Clemente e Anacleto. Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, addirittura, li ometteva entrambi.

Ma la conferma maggiore è quella di Louis Duchesne che spiegherebbe lo sdoppiamento considerando Cleto come abbreviazione di Anacleto. Il Catalogus Liberianus e il Carmen contra Marcionem sostengono invece che Anacleto e Cleto fossero persone differenti. Per il Catalogus Felicianus il primo sarebbe un greco, mentre il secondo un romano. Da ricordare infine il Martirologio Geronimiano che annota al 26 aprile Cleti martyris, mentre il Martirologio di Beda, alla stessa data, preciserebbe Sancti Cleti Papae et martyris dimostrando la corrispondenza tra le due persone.

Da quanto racconta il Liber Pontificalis Sant'Anacleto naque ad Atene in Grecia, figlio di Antioco. Visse sotto gli imperatori Tito Flavio Vespasiano, Tito e Domiziano; quest'ultimo scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani che culminò nell’anno 95; essendo Anacleto morto nell'88, non subì il martirio con la maggior parte dei cristiani della città, come affermava una secolare tradizione orale. Comunque è certo che fu Papa sotto il regno di Tito quando, il 24 agosto del 79, l'eruzione del Vesuvio causò la distruzione delle città di Stabiae, Ercolano e Pompei, città dove era già presente una folta comunità di cristiani. Nella storia di Roma di quel periodo si ricorda che l'anno successivo all'eruzione fu inaugurato l'anfiteatro Flavio e, nell'85, fu inaugurato lo stadio Domiziano, che corrisponde all'attuale piazza Navona.

Durante il suo pontificato ordinò 25 sacerdoti, ai quali avrebbe imposto di portare i capelli corti e curò l'edificazione di un sepolcro presso la Tomba di Pietro, dove venne sepolto. Le sue reliquie sono conservate nella chiesa di San Lino, all’interno della Città del Vaticano.

La sua festa liturgica ricorre il 13 luglio, con l'eccezione del Brasile, dove viene festeggiato il 27 aprile.