Pio XI (1922-1939)

 

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Papa Pio XI, nato Ambrogio Damiano Achille Ratti (in latino Pius XI; Desio, 31 maggio 1857 – Città del Vaticano, 10 febbraio 1939), è stato il 259º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica e 1º sovrano dello Stato della Città del Vaticano dal 1929 alla sua morte.

 Nato da una famiglia di modeste origini, studiò nei seminari diocesani di Milano e nel Seminario lombardo di Roma, dove nel 1879 fu ordinato sacerdote. Laureatosi nel 1882 in teologia presso la Pontificia facoltà della sapienza e in diritto canonico all'università gregoriana, prese nello stesso anno la laurea in filosofia presso l'Accademia di San Tommaso d'Aquino della quale pochi mesi dopo fu nominato membro. Dopo un periodo di insegnamento (dal 1883 al 1888 tenne la cattedra di teologia e di sacra eloquenza al Seminario maggiore di Milano) fu nominato dottore (1888) e poi prefetto della Biblioteca ambrosiana (1907-1911), passando poi quale viceprefetto alla Biblioteca vaticana. Durante la permanenza all'Ambrosiana (ove si distinse per il suo impegno e la profondità dei suoi studi e contribuì a fare della Biblioteca, sino ad allora prevalente dominio dei dotti, una sede di consultazione al servizio anche degli studiosi esterni, religiosi e laici) si dedicò al riordino di varie biblioteche lombarde (quella della certosa di Pavia [1898], la Pinacoteca ambrosiana e il Museo Settala [1905-1907]) e fu incaricato dal capitolo del duomo dell'opera di recupero e restauro dei codici e delle pergamene danneggiati nell'incendio dell'Esposizione internazionale di Milano del 1906. Sempre in quel periodo compì numerosi viaggi scientifici presso archivi e biblioteche italiane ed estere, pubblicò la grande raccolta degli Acta Ecclesiae Mediolanensis ad eius initiis usque ad nostram aetatem (3 voll., 1890-1899), curò l'edizione del Missale Ambrosianum duplex(pubblicato nel 1913 dopo la sua partenza da Milano) e trovò anche il tempo per dedicarsi al suo svago preferito, l'alpinismo, aprendo sul Monte Bianco e sul Monte Rosa, insieme col sacerdote Grasselli, nuove vie che ora portano il loro nome. Divenuto prefetto della Biblioteca vaticana nel 1914, quattro anni più tardi ricevette da Benedetto XV la nomina a visitatore apostolico della Polonia e della Lituania con lo scopo ufficiale di assistere la Chiesa polacca nella sua ricostruzione e risolvere i problemi religiosi posti dal crollo degli Imperi centrali e dalla riunificazione dello Stato polacco; ma quando la Santa Sede riconobbe la Polonia (30 marzo 1919) la sua missione cessò di essere solo religiosa per divenire anche diplomatico- politica, e due mesi dopo fu nominato nunzio apostolico (6 giugno) e arcivescovo titolare di Lepanto (3 luglio); iniziò così un breve ma intenso e drammatico periodo durante il quale tenne stretti rapporti con il generale Pilsudski di cui appoggiò i piani espansionistici nel corso della guerra russo-polacca (1920) e gettò le basi per un concordato tra la Polonia e la Santa Sede. Il suo operato fu al centro di una vivace polemica in occasione dei plebisciti nell'Alta Slesia e nella Prussia Orientale per i quali era stato nominato commissario pontificio, ma Benedetto XV ne approvò la missione, nominandolo arcivescovo di Milano (marzo 1921) e, poco dopo, cardinale (giugno). Nei cinque mesi in cui resse la nuova diocesi (di cui prese possesso nel settembre) si distinse particolarmente per l'organizzazione dell'insegnamento del catechismo nelle scuole milanesi e inaugurò l'università Cattolica del Sacro Cuore. Il 24 gennaio 1922, due giorni dopo la morte di Benedetto XV, lasciò Milano per recarsi al conclave che il 6 febbraio lo elesse papa. Assunto il nome di Pio XI, iniziò il suo pontificato impartendo la benedizione urbi et orbi dalla loggia esterna di San Pietro, chiusa dal 1870, intendendo così manifestare il desiderio di togliere la Chiesa dal suo isolamento e di concludere finalmente un concordato con l'Italia, risultato cui si giunse con i patti lateranensi del 1929. Ma sorsero ben presto (enciclica Divini illius magistri, 1929) contrasti col governo italiano in merito all'applicazione dei patti, soprattutto per quanto riguardava l'Azione cattolica divenuta obiettivo degli attacchi del regime fascista, che mal sopportava l'esistenza di organizzazioni giovanili svincolate dalla sua autorità; alle pressioni dei fascisti che avevano imposto lo scioglimento dell'associazione (31 maggio 1931) Pio XI rispose il 29 giugno 1931 con l'enciclica Non abbiamo bisogno e solo l'anno successivo giunse a un accordo con Mussolini. Dal 1922 al 1933 svolse un'intensa attività diretta a salvaguardare i diritti della Chiesa di fronte al potere statale, concludendo concordati con molti paesi, indipendentemente dai regimi politici (Lettonia, 1922; Polonia, 1925; Lituania, 1927; Cecoslovacchia e Portogallo, 1928; Romania, 1932; Germania, 1933). Tale politica, che doveva necessariamente porre la Santa Sede in una posizione neutrale di fronte a molti gravi problemi per non suscitare reazioni antireligiose in vari governi, attirò su Pio XI critiche in campo internazionale (come nel caso del tacito assenso dato al regime fascista in occasione della guerra d'Africa). Molto discusso è stato anche il suo silenzio nei confronti delle leggi di Norimberga emanate dal regime hitleriano nello stesso anno in cui fu concluso il concordato tra Santa Sede e Germania e la sua presa di posizione con l'enciclica Mit brennender Sorge(1937) contro il governo di Berlino solo quando questo estese le persecuzioni religiose anche ai cristiani, violando il concordato. Negli ultimi anni di vita, peraltro, l'opposizione ai regimi nazista e fascista si fece più acuta, anche se in concreto i sentimenti del pontefice non poterono tradursi in azioni aperte. Una netta opposizione egli manifestò sempre contro la Russia sovietica, contro il comunismo ateo (condannato dall'enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937) e contro gli Stati, quali il Messico e la Spagna repubblicana, dichiaratamente antireligiosi; nel 1926 aveva espresso la sua condanna verso l'Action française il cui esasperato nazionalismo gli parve pericoloso per la pace. La politica del concordatismo e della diplomazia si mutò, nei confronti delle civiltà non cristiane, in attività missionaria alla quale Pio XI diede grandissimo incremento meritandosi l'appellativo di PAPA DELLE MISSIONI (trasferimento a Roma dell'Opera della propagazione della fede, 1922; enciclica Rerum Ecclesiae sul clero indigeno, 1926; istituzione del Museo missionario etnologico del Laterano, 1931; costituzione dell'episcopato nei paesi missionari per mezzo della consacrazione di vescovi indigeni); in questa prospettiva si colloca anche la fondazione di collegi pontifici quali il Russicum e l'Etiopico. Con le sue encicliche precisò la dottrina della Chiesa e la posizione del suo pontificato su molti problemi: l'educazione dei giovani e l'istituzione religiosa (Rappresentanti in terra, 1929), la famiglia (Casti connubi, 1930), il lavoro e la questione sociale (Quadragesimo anno, 1931), l'educazione del clero (Ad Catholici sacerdotii, 1935). Morì il 10 febbraio 1939. È sepolto nelle Grotte vaticane.