TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Esegesi

 

Il vangelo di Matteo

 

Primi quattro capitoli

 

Prima sezione Mt1,1-4,11. Matteo a differenza di Marco non ci presenta Giovanni Battista, ma l’origine storica di Gesù, la sua genealogia. Questa sezione si conclude con il versetto 11, del capitolo 4 non con la chiamata dei primi discepoli, qui si concludono le tentazioni, il periodo in cui assistiamo alla fase precedente la predicazione, poi inizia a predicare il regno, qui di grande importanza è la prosopografica, i nomi sono fondamentali per Matteo, ne è prova il fatto che ci presenta l’albero genealogico di Gesù, non c’è una famiglia ebraica che non abbia in casa una geneaologia, perché questo significa vita che consegue dal padre ai figli, senza geneaologia non c’è vita. La geneaologia di Matteo 1 si divide in tre parti, parte da Abramo e non da Adamo. Precisa bene che ognuna delle tre genealogie è di 14. Matteo fa teologia con i nomi e addirittura con i numeri, questo se le numeriamo non è del tutto preciso, la prima è di 14, come la seconda, la terza è di 13, manca un anello, un nome, e questo nome è quello che rapporta Giuseppe a Gesù, Matteo sostiene che non è figlio di Giuseppe ma dallo Spirito, questo vuoto è determinato da questo. Il numero 14 non è scelto a caso, il numero di 14 è composto di 4+6+4 che in ebraico è Davide.

Matteo è veramente un grande teologo che dai particolari insignificanti costruisce una teologia. Matteo costruisce una sua genealogia, normale quindi siano diverse da quelle di Luca, il problema non è se siano giuste queste geneaologie, ma l’intenzione dell’evangelista. In questa genealogia svolgono un ruolo importante le donne citate, in una genealogia ebraica le donne non vengono citate, Matteo elenca delle donne, quattro donne, quattro che non fanno una bella figura, non sceglie le donne più degne, inserisce una che è sicuramente una prostituta, ma le inserisce per far vedere come il disegno di Dio passa nella peggiore impurità ebraica, una prostituta, e comunque quattro straniere, o almeno considerate così. Questa scelta non è fortuita, si tratta di una via attraverso cui Dio continua a realizzare il suo disegno. È l’esodo che comincia con i nomi, con le geneaologie e ci fa cogliere che per Matteo il libro dell’Esodo svolge un ruolo unico, il suo vangelo è un esodo di Gesù in mezzo agli uomini.

In questi quattro capitoli che fanno parte della sezione delle origini, c’è il vangelo dell’infanzia, ma non si ferma lì, abbiamo qui un’anticipazione di ciò che Gesù dirà nelle sezioni successive, ciò che avviene all’inizio in una persona è quanto si realizzerà in tutta la sua vita. Gesù compie lo stesso itinerario dell’Esodo, non solo compie lo stesso percorso dell’esilio. In questi quattro capitoli la citazione più importante è Mt 1,23, citazione tratta da Isaia 7,14, e che è la prima citazione del vangelo di Matteo, è tratta dal proto-Isaia, si annuncia la nascita di un discendente, ma cambia il testo, in Is 7,14, non si parla di una vergine, ma di una giovane sposa, per Matteo però quella giovane sposa è una vergine, e questa vergine concepirà un figlio che chiamerà Emmanuele, il nome di Gesù, che vuol dire Dio con noi, o fra noi, tutta la cristologia di Matteo parte da qui, questo è il motivo per cui all’inizio non dice figlio di Dio, perché deve dimostrare non che è figlio di Dio, perché lo è già nel nome, il nome che Gesù riceve è quello dell’Emmanuele, ciò che Matteo vuole dimostrare è che Gesù è Dio con noi.

La scrittura assume in questi quattro capitoli un ruolo determinante, ci troviamo di fronte a un midrash narrativo (racconto di una storia attraverso gli archetipi che si trovano nell’AT), Matteo ricerca nell’AT una storia che illumini quello che si sta verificando nella storia di Gesù. Non c’è avvenimento dell’infanzia di Gesù che non sia riletto a partire dell’AT, il midrash non nega la storia, ma legge la storia, non cadiamo nell’errore che siccome la strage degli innocenti richiama quella dei figli maschi degli egiziani, la strage degli innocenti non è avvenuta. Così Matteo ci racconta il ritorno della famiglia di Gesù in Egitto richiamando il ritorno di Israele dall’Egitto, così anche le tentazioni di Gesù sono considerati una rilettura di Dt 6, l’origine Betlemita di Gesù richiama l’origine dell’oracolo di Michea.

Alcuni elementi importanti:

  1. Un primo registro importante è il sogno, è in sogno che Giuseppe ha la sua annunciazione, è in sogno che gli è chiesta la fuga in Egitto, ed è in sogno che gli viene chiesto di tornare dall’Egitto. Matteo non era particolarmente innamorato dei sogni, ma dice che Dio si rivela nel sogno, nel sonno, perché non si può vedere faccia a faccia, qui ci presenta come archetipo Giuseppe del libro della Genesi, che ha permesso ai figli di Abramo di continuare la discendenza in Egitto.
  2. Secondo punto importante è l’angeologia, i primi quattro capitoli sono dominati dalla presenza angelica, perché l’angelo segnala la presenza nella storia del trascendente, Matteo non si preoccupa di dire se l’angelo sia vero o no, ma che stanno ad indicare la presenza di Dio nel suo popolo
  3. Terzo registro, gli eventi esodali sono quelli più ripresi, ma attraverso la citazione di profeti esilici, le citazioni non sono dall’esodo ma di Osea, Michea, profeti che hanno vissuto l’esperienza esilica, questo perché Matteo intende segnalare che il cammino di Gesù è esodale ed esilico, l’esperienza di Israele è quella di Gesù, comprendiamo allora perché i 40 anni di Israele nel deserto diventano i 40 giorni di Gesù nel deserto.
  4. Quarto registro l’universalismo, in Matteo questo universalismo è segnato dalla presenza dei Magi, che in adorazione compiono lo stesso gesto annunciato in Is 60,6; Sal 62,10-15. Per Matteo abbiamo una prospettiva universalistica molto importante che ci richiama a quel figlio di Abramo, Gesù è nello stesso tempo figlio di Davide e di Abramo, perché è Emmanuele. I tre doni anticipano la vita di Gesù sino alla morte, la sua regalità, la sua passione.

3.       

 
      Quale è la scena principale dei primi quattro capitoli? Si riscontra nell’evento del Battesimo. Mt 3,17 evocazione indiretta di Is 42,1, qui in realtà si parla del servo, per Matteo il termine servo letteralmente significa figlio, allora il battesimo ci rivela che qui Gesù è riconosciuto come figlio di Dio, ciò che Matteo non ci dice in 1,1 lo dice qui. Gesù non è il figlio solo di Davide e di Abramo ma di Dio.

 

·         Questi quattro capitoli anticipano la storia di Gesù, sono una cristologia in nuce

·         L’AT è fondamentale, e percorre tutti i passi

·         La preoccupazione di Matteo non è di carattere storico, ma cristologico, dimostrare cioè che Gesù è l’Emmanuele che condivide l’esilio di Israele

·         Si apre lo spiraglio verso l’universalismo, Mt 1,4 Dio ha scelto Israele, ma perché scelga tutto, non per escludere.

 

ll vangelo di Matteo