TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Esegesi dell'Antico Testamento

 

Il culto ebraico

 
Rito della gelosia

            “[11]Il Signore aggiunse a Mosè: [12]«Parla agli Israeliti e riferisci loro: Se una donna si sarà traviata e avrà commesso una infedeltà verso il marito [13]e un uomo avrà avuto rapporti con lei, ma la cosa è rimasta nascosta agli occhi del marito; se essa si è contaminata in segreto e non vi siano testimoni contro di lei perché non è stata colta sul fatto, [14]qualora lo spirito di gelosia si impadronisca del marito e questi diventi geloso della moglie che si è contaminata oppure lo spirito di gelosia si impadronisca di lui e questi diventi geloso della moglie che non si è contaminata, [15]quell'uomo condurrà la moglie al sacerdote e porterà una offerta per lei: un decimo di efa di farina d'orzo; non vi spanderà sopra olio, né vi metterà sopra incenso, perché è un'oblazione di gelosia, un'offerta commemorativa per ricordare una iniquità. [16]Il sacerdote farà avvicinare la donna e la farà stare davanti al Signore. [17]Poi il sacerdote prenderà acqua santa in un vaso di terra; prenderà anche polvere che è sul pavimento della Dimora e la metterà nell'acqua. [18]Il sacerdote farà quindi stare la donna davanti al Signore, le scoprirà il capo e porrà nelle mani di lei l'oblazione commemorativa, che è l'oblazione di gelosia, mentre il sacerdote avrà in mano l'acqua amara che porta maledizione. [19]Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: Se nessun uomo ha avuto rapporti disonesti con te e se non ti sei traviata per contaminarti ricevendo un altro invece di tuo marito, quest'acqua amara, che porta maledizione, non ti faccia danno! [20]Ma se ti sei traviata ricevendo un altro invece di tuo marito e ti sei contaminata e un uomo che non è tuo marito ha avuto rapporti disonesti con te... [21]Allora il sacerdote farà giurare alla donna con un'imprecazione; poi dirà alla donna: Il Signore faccia di te un oggetto di maledizione e di imprecazione in mezzo al tuo popolo, facendoti avvizzire i fianchi e gonfiare il ventre; [22]quest'acqua che porta maledizione ti entri nelle viscere per farti gonfiare il ventre e avvizzire i fianchi! E la donna dirà: Amen, Amen! [23]Poi il sacerdote scriverà queste imprecazioni su un rotolo e le cancellerà con l'acqua amara. [24]Farà bere alla donna quell'acqua amara che porta maledizione e l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrle amarezza; [25]il sacerdote prenderà dalle mani della donna l'oblazione di gelosia, agiterà l'oblazione davanti al Signore e l'offrirà sull'altare; [26]il sacerdote prenderà una manciata di quell'oblazione come memoriale di lei e la brucerà sull'altare; poi farà bere l'acqua alla donna. [27]Quando le avrà fatto bere l'acqua, se essa si è contaminata e ha commesso un'infedeltà contro il marito, l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrre amarezza; il ventre le si gonfierà e i suoi fianchi avvizziranno e quella donna diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo. [28]Ma se la donna non si è contaminata ed è pura, sarà riconosciuta innocente e avrà figli.

[29]Questa è la legge della gelosia, nel caso in cui la moglie di uno si sia traviata ricevendo un altro invece del marito e si contamini [30]e per il caso in cui lo spirito di gelosia si impadronisca del marito e questi diventi geloso della moglie; egli farà comparire sua moglie davanti al Signore e il sacerdote le applicherà questa legge integralmente. [31]Il marito sarà immune da colpa, ma la donna porterà la pena della sua iniquità»” Nm 5,11-31

 

Ordalia è il nome del diritto germanico medioevale. Io che sono un giudice non posso giudicare che lui sia colpevole o innocente, io giudice umano dopo aver fatto tutte le ricerche non riesco ad avere prove, ci sono dei sospetti ma non posso dire niente. Ogni popolo nell'antichità ha una propria divinità, non ci possono essere queste ambiguità il popolo deve essere santo. Bisogna assolutamente risolvere la situazione, nell'antichità il risolvere questi casi è chiamato giudizio divino, nell'antichità quando si hanno dei sospetti e non si possono provare, la società non può continuare con questo equivoco, ma come si fa a risolverlo, ecco allora il ricorso al giudizio divino. L’ordalia non è un fatto magico, non era un attribuire al fiume dei poteri misteriosi, ma faceva parte di una concezione tipicamente religiosa. Nei testi sumerici e paleo babilonesi si trattava del dio fiume. Quando il re o il giudice si trovava nell’incapacità di fare un giudizio definitivo su una questione per mancanza di prove, si ricorreva al giudizio divino, come a una corte d’appello superiore. L’ordalia quindi implica un risvolto religioso prima che giuridico. Questa ordalia probabilmente non ce la volevano mettere nella sacra scrittura, ma essendo una cosa così radicata che non si può eliminare e allora lo hanno integrato, mettendoci dentro i riti sacerdotali, l'hanno incastonato in norme sacerdotali. Qui il problema è un problema doppio, prima una questione giuridica poi rituale, il problema lo risolve la divinità, si chiama ordalia, perché una parola che in se stessa tira dentro una serie di cose, è riassuntiva.

                Si tratta del sospetto di una gelosia, è un atteggiamento emotivo sentimentale di un uomo che ama la sua donna ma ha il sospetto di gelosia, lo spirito di gelosia che lo tortura come fosse un tarlo che lo mangia. Un aspetto normalissimo della parte istintuale della famiglia umana, ciò giustifica questa gelosia nei riguardi della propria moglie. Lui è sospettoso di sua moglie, che però non è impura, non c'è testimone che possa testimoniare qualcosa, oppure la moglie è impura ma non ci sono prove. La legge prevede che il marito porti la donna dal sacerdote, la donna non si sente menomata, forzata a fare una cosa che ritiene ingiusta, anche lei è parte di questa cultura. Il sacerdote comincia un rito, un rito molto semplice del giudizio divino, un acqua sacra dove mette una polvere sacra, del suolo della dimora, posizione della donna, scarmigliatura dei suoi capelli, consegna nelle sue mani dell’oblazione che ricorda il motivo del rito, mantenere nelle proprie mani l’acqua dell’amarezza che genera maledizione, parole del sacerdote rivolte alla donna che sta sotto giuramento sulla mancanza di coito con un altro uomo, mancanza di traviamento e di contaminazione, poi c’è la dichiarazione di innocenza: inefficacia dell’acqua dell’amarezza che genera maledizione, si ha la maledizione del sacerdote che in caso di colpa Yhwh la renda sterile con l’avvizzimento degli organi genitali e gonfiore del ventre. L’accettazione del giudizio divino da parte della donna con l’amen, fa sciogliere l'inchiostro con cui ha scritto la formula di maledizione nell'acqua dell’amarezza, l’acqua è pronta, offerta ed elevazione dell’oblazione del sospetto presa dalla mano della donna, collocazione dell’oblazione sull’altare, rito dell’azkara (come Lv 2), poi si fa bere alla donna, se questa mostra qualche problema è colpevole, altrimenti no. C'è un periodo di tempo in cui si vede l'effetto della bevanda. Quindi il marito geloso ha diritto di portare la propria moglie dal sacerdote, e deve portare un decimo di farina, non si parla di grano puro, ma di orzo, senza olio, la minha che riguarda un offerta vegetale da offrire alla divinità, questa è di orzo, senza olio e senza incenso, un oblazione del sospetto. Il v.31 in realtà si riferisce all’amante non al marito, se la donna viene ritenuta colpevole il marito non può rifarsi su un possibile amante. Per incriminare il presunto amante bisogna aprire un nuovo processo.

 

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