TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Esegesi dell'Antico Testamento

 

Il culto ebraico

 
Festa del 10°giorno del 7°mese

         

    I  testi che trattano o accennano al 10/VII in maniera chiara sono Lv 16; Es 30,10; Lv 23,26-32; 25,9 e Nm 29,7-11, la celebrazione è indicata con l’espressione tecnica yom hakippurim (giorno delle espiazioni), che però compare soltanto in  Lv 23,27.28 e 25,9, stranamente non è documentata in Lv 16. Altro fatto importante è la mancanza di tale solennità nei calendari festivi. La normativa che si legge in Lv 16 è molto complessa e lungo la sua storia si sono sovrapposti diversi riti che originariamente avrebbero dovuto essere indipendenti l’uno dall’altro. Lv 16 fa da spartiacque tra i riti di purificazione (Lv 8-10; 11-15) e le leggi di Santità (Lv 17-26), cioè le norme che gli israeliti, dopo essere stati purificati, dovrebbero mettere in pratica per essere santi. Tale posizione lascia intuire l’importanza di Lv 16 da un punto di vista di storia del culto,  come conclusione delle norme di purificazione e, nello stesso tempo, come apertura per tutto Israele a un atteggiamento di santità di vita, dopo aver riacquistato di fronte a Dio lo stato di purità e dopo aver ottenuto il perdono dei peccati.

            il settimo mese, una festa particolare che viene ancora fatta dagli ebrei, giorno di confessione e perdono, la caratteristica di questo rituale è che tutti i peccati della comunità vanno sulle spalle del sommo sacerdote, lui come rappresentante del popolo ha sulle spalle tutte le magagne del popolo. Ci sono due capri, uno è dato per Jahvè uno in onore di Azazel, un demone del deserto. Un capro è per il signore, ma come si fa a stabilire quale capo dare a chi? Si tira a sorte, questo aveva un senso sacro, quello che veniva fuori dalla sorte era la volontà della divinità. Il capro espiatorio viene dato a Jahvè e il sangue serve per la purificazione, l'altro si chiama il capro emissiario, il sommo sacerdote imponeva tutte e due le mani, tutti i peccati della società ebraica, tutti questi peccati andavano sul capro che veniva portato in mezzo al deserto, lì ci sono i demoni dove non c'è vita, le cose sono state cambiate poi Azarel è stato cambiato in modo da risultare colui che viene fuori e il caprò viene buttato giù da un dirupo. Chi porta il capro fuori è impuro, deve essere purificato. Capro emissario viene portato nel deserto dove i peccati sono a casa loro, dove non c'è la vita.

            Nelle leggi di santità israele è visto come colui che è stato riscattato. Nel momento in cui ci sentiamo dei riscattati, il Signore libera, non si è sotto la sua proprità come accadeva con gli schiavi riscattati, ma il riscatto libera se si osservano le norme di Dio. Solo coloro che sono in stato di purità e santità possono stare nei luoghi permessi, queste profanazioni nuociono a tutto il popolo.

            Dopo il riscatto e la santità, è importante il concetto di Paese, chi abita all'interno di questa terra, di questo accampamento ora, della terra promessa dopo, costoro devono rispettare la santità, anche gli stranieri. La santità non è frutto di una scelta ma è una necessità, tutti quelli che sono nel territorio sacro sono proprietà del Signore e quindi è una necessità essere santo.

 

Il culto ebraico