La mia storia
Una storia normale, come tante altre, nessuna conversione a 360°, una semplice storia che mostra come Dio è in grado di cambiare una semplice vita come la mia e riempirla di gioia e amore
Chi sono? Per molto tempo su questo sito non è comparso il mio nome, non pensavo fosse essenziale, poi ho cambiato idea. Mi chiamo Massimiliano Salerno, capite bene che con un nome così lungo ho dovuto presto trovare un diminutivo. Per tutti i miei amici mi chiamo Massy. Quindi anche per voi che siete qui ora, il mio nome è semplicemente Massy.
Conosciuto il mio nome non è cambiato poi molto... Allora... Ho studiato Teologia alla Pontificia Università Lateranense a Roma, ho conseguito il Baccalauretto in Filosofia nel 2004 e nel 2010 il Baccalaureato in Sacra Teologia, ho iniziato una licenza in Storia della Chiesa ma l'ho poi lasciata quando mancavano due esami più la tesi. Perchè? Se avrete pazienza lo scoprirete non abbiate fretta.
Ho fatto quello che considero il lavoro più bello del mondo: l'insegnante di religione. E ora? Beh ora abbiate un po' di pazienza e vi racconto tutto.
C'è un tema che costantemente ritorna nella mia vita: "il senso della vita". Si lo so, non ritorna solo nella mia, lo cerchiamo un po' tutti. Ma era il primo tema che presentavo ai ragazzi dopo la lezione introduttiva di conoscenza. Iniziavo con la canzone di Vasco Rossi "voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha". Vasco pensa che la vita non ha un senso, ma nonostante ciò non può sfuggire alla ricerca, e si chiede qual è il senso della vita, pur non trovando risposta.
Non si scappa da questa ricerca, diciamo che senso della vita sembra troppo serio, chiamiamola "ricerca della felicità" ma non cambia molto il significato. La felicità la cerchiamo tutti, ma ognuno di noi ha le proprie ricette. Così ai ragazzi facevo fare la loro ricetta della felicità. Le risposte erano fantastiche e le potete immaginare.
Ma è la mia storia quindi torniamo a me. Qual è il senso della vita? Inizio con il dirvi qual era prima di conoscere veramente l'amore di Cristo.
Da ragazzo amavo Vasco Rossi (ancora adesso mi piacciono molte sue canzoni), non aveva ancora scritto questa canzone, ma il mio senso della vita era molto simile al suo. Credevo che Dio esistesse, andavo anche a messa in maniera costante, ero un cristiano abitudinario, ma alla fine per me la vita non aveva un senso. Avevo 18 anni quando mi lasciò la mia prima ragazza, lì il mondo mi cadde addosso. Per me lei era il mondo, e quando è finita quella storia tutto mi sembrava una sofferenza. Così una sera chiesi a Dio, o forse urlai a Dio la mia sofferenza, gli chiesi come mai mi avesse abbandonato, come mai a me che andavo tutte le domeniche a messa fosse capitato qualcosa di così tremendo. Poco conta che Dio non avesse mai avuto questo ruolo così determinante sino ad allora, poco conta che da quando mi ero fidanzato era ancora meno centrale di prima, ora mi faceva comodo prendermela con Lui. La realtò è che ero io ad averLo messo sempre più all'angolo. Ma si sa come in ogni litigio che si rispetti ognuno crede di stare nella ragione anche se magari sta pienamente nel torto. Il problema nelle discussioni con Dio è che si sa in partenza chi ha torto o ragione, e chi ha torto non è mai Dio.
Quella sera immaginai una storia, non so se sognavo o avevo semplicemente chiuso gli occhi ma la interpretai come una risposta, solo dopo scoprii che quella storia esisteva non era stata frutto della mia mente, probabilmente l'avrò letta e reinterpretata in quel momento, o forse no, poco importa. La storia si chiama Messaggio di Tenerezza e fa così:
"Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e vedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme, le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perchè mi hai lasciato da solo proprio nei momenti più difficili?". E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sia che io ti amo e non ho abbandonato mai: i giorni nei quali c'è soltanto un'orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio".
Immaginatevi la mia sorpresa quando trovai questa poesia, qualche tempo dopo, in un quadro a casa di un mio amico. Probabilmente l'ho ascoltata e poi immaginata quella sera, ma per me quella è stata una risposta di Dio. Ed il messaggio diceva la pura verità, ero io a non aver messo al centro Lui e proprio per questo la vita era un insieme di sofferenze una dopo l'altra. Logico che la stanza sia buia se chiudi tutte le persiane di casa, il sole può illuminare quanto vuole, ma dentro non entrerà neppure un raggio di sole. Inutile urlare al sole di dare un po' più di luce, magari è preferibile aprire leggermente la persiana per vedere la bellezza della vita.
Ora credo che la vita sia un sogno da vivere e mi considero l'uomo più fortunato del mondo. Il mio motto, che ripeto spesso è "i tuoi più grandi sogni sono niente in confronto alla realtà, quest'ultima è mille volte più bella di quanto tu possa immaginare". Bel cambiamento di prospettiva eh? Non deriva solo dalla poesia...
Un mio amico di nome Stefano mi portò al suo paesino, a 30 km da Roma, si chiama Rocca di Papa. Qui c'era un gruppo di una decina di persone con una vitalità, un'energia, una felicità che sprizzava da tutti i pori. Negli occhi avevano una luce strana, trasmettevano gioia, e non serviva che saltassero e urlassero per trasmetterla, bastava guardarli negli occhi.
Avete mai avuto il telefonino scarico? Eccolo che arriva al 5% di carica, ha bisogno di una presa. Ecco io provavo la stessa cosa, avevo bisogno della mia ricarica, andavo su tre volte a settimana. Mi ricordo la prima volta che andai su all'incontro, il responsabile mi chiese i dati in modo da rimanere in contatto e io gli risposi che era troppo lontano Rocca di Papa e che non sarei potuto venire ogni settimana. E infatti iniziai a salire 3 volte alla settimana e con il Cotral non era proprio una passeggiata, ma era più forte di me non potevo farne a meno, dovevo ricaricarmi di felicità.
Ad un certo punto ho dovuto capire qual era la fonte di quel sorriso di quella ricarica, e mi hanno detto di averla trovata ad un Corso di Vita Cristiana, un'esperienza di tre giorni, che è diffusa in tutto il mondo con il nome di TLC (Treinamento de Lideranca Crista), un ritiro che nasce dagli esercizi spirituali di Sant'Ignazio. Lì ho scoperto un amore che non avevo mai conosciuto, un amore totalmente gratuito.
Cosa realizzava la mia vita? Il sentirmi amato per quello che ero. La cosa più bella è poter essere quelli che si è ed essere accettati, con loro era come stare in famiglia, e in famiglia si può dire tutto. Fuori magari è meglio posizionare delle maschere per difenderci, qui no, si stava al sicuro. Il problema delle maschere è che ci fan vedere tutto più brutto, perchè stando attenti a nasconderci, non gustiamo appieno quello che abbiamo intorno. Vero, ma in realtà ancora di più, le maschere fanno apparire più brutti noi, il Massy che andava in giro con la faccia da funerale senza mostrare in pieno i suoi sentimenti, le sue caratteristiche, non doveva essere molto carino averlo accanto, ma semplicemente perchè cercava di nascondere ciò che lo rendeva unico per paura di essere attaccato, per paura di mostrare anche qualche suo difetto.
Ho scoperto che Qualcuno mi amava con un amore talmente grande da farmi saltare in aria dalla gioia. Qui ho scoperto che il segreto della felicità ce l'aveva dato un pazzo tanto tempo fa, tanto semplice quanto difficile allo stesso tempo: amare.
Tornando a quello che era il mio "lavoro" (mi fa effetto chiamare così qualcosa che farei come hobby), ai ragazzi, dopo avergli fare la loro ricetta della felicità, mostravo storie di persone che piene di soldi, donne, o qualsiasi altro bene che si pensi essere sorgente di felicità, non avevano trovato invece che tristezza o momenti di depressione, e storie, invece, come quelle di San Francesco o Chiara Amirante, che hanno trovato la felicità nell'amore, donando agli altri.
Pensateci anche voi alla fine non è così folle, quando provate amore verso una persona, quando gli volete bene, quando avete sentimenti positivi come state? Su non ditemi che non provate pace, che non state bene, che non siete allegri. Quante volte vedendo un bel messaggio, appena arrivato sul telefonino, sorridiamo come scemi da soli? Mi volete dire che la vostra giornata inizia allo stesso modo se di mattina appena svegliati litigate con vostra madre, con la vostra ragazza, con il vostro cane oppure se inizia con un gesto carino inaspettato? Non penso, almeno per me non è così, ho scoperto che quando ero arrabbiato con il mondo a perderci ero io, ogni cosa mi faceva innervosire. E quando ci innervosiamo stiamo male, si dice "mi sale la rabbia", è qualcosa che ti sale dentro, rompe l'equilibrio in noi e ci fa perdere la pace, la gioia.
Il mio segreto per la felicità è stato quello di cambiare occhiali così che, non è la vita che hai a darti la felicità, ma ciò che scegli di vedere. Quando siamo pessimisti scegliamo di vedere il telefono che si blocca e bisogna riavviare come l'ennesimo colpo di una vita cattiva e magari non vediamo lo stupendo spettacolo di un tramonto che si sta concretizzando davanti a noi. Ci concentriamo su una litigata senza notare le attenzioni di chi ci vuole bene. Io ho scoperto che la felicità o la tristezza nascono da ciò su cui scelgo di concentrarmi.
Quando sono uscito dal corso non è cambiato il mondo intorno a me, sono cambiati i miei occhiali: vedevo le cose in maniera diversa, mi arrabbiavo di meno, amavo chi avevo intorno, perchè? Perchè avevo vinto al lotto, avevo scoperto che c'era Qualcuno che amava me più di ogni cosa e la cosa più bella era poter rendere il mondo migliore provando a regalare piccoli atti di amore. Oh si perchè è una catena, l'amore è contagioso quanto la rabbia. Tornando alla mattina appena alzati tutti innervositi perchè ci dobbiamo alzare presto, beh una cosa è trovare una colazione con cornetto pronti, oppure un gesto di cortesia del vicino di casa che ci apre la porta e un conto è trovarsi con una battuta negativa, o un bel "vai a quel paese" del vicino di casa no? Nel primo caso è più probabile che sorridiate a chi incontrate dopo, nel secondo avrete meno pazienza con il prossimo che incontrerete. Nella mia vita ho scoperto che non solo rende felici ricevere gesti di amore, ma anche e soprattutto farli ed è questo il piccolo segreto che mi ha cambiato la vita: per essere felice io ho scoperto di dover amare.
A volte quel che ci sembra una tragedia ora dopo qualche tempo ha un'importanza veramente relativa. Pensate solo a me una tragedia essere stato lasciato dalla mia ex ragazza? Da quell'episodio ho scoperto una felicità costante, ho trovato una splendida moglie e due meravigliose creature, il più grande, Alessandro (2 anni e mezzo) al mio rientro a casa mi accoglie correndo con un sorriso immenso. Come si può non credere che la vita sia meravigliosa?
Il senso della vita? Nella mia vita è l'amore, l'amore mi rende felice, tutto il resto è un dettaglio.
Ok, vedo i vostri occhietti furbetti che dicono: ci hai appena detto che hai la moglie migliore del mondo, il figlio migliore del mondo, e te ne è appena nato uno che gli fa concorrenza in quanto a bellezza e il lavoro migliore del mondo. E ora ci dici che l'unica cosa che conta è l'amore? Diciamo che anche i dettagli non ti mancano no? Non è che hai tutto ciò che serve per la felicità e per questo sei felice?
Beh avete ragione devo dire che ho una gran fortuna, però non su tutto eh? Parliamo un attimo del mio splendido lavoro. Quando iniziai gli studi di teologia non avevo ben chiaro che lavoro volessi fare, volevo solo fare un lavoro che mi consentisse di parlare di Cristo sempre, mi consentisse di far vedere quanto è bella la religione cristiana. Beh dopo ho saputo che in pratica l'unico risvolto lavorativo dei miei studi era quello di divenire professore di religione. Direte voi... ennesima fortuna, quello che cercavi no? Vero forse, si... Finito il mio normale ciclo di studi non mi sentivo pronto per insegnare e iniziai una bella specializzazione in Storia della Chiesa. Nel 2012 quando mi sposai decisi che era arrivato il momento di buttarmi nel mondo di lavoro. Roma mi diede subito una supplenza annuale, una vera fortuna, visto che Ilaria, mia moglie, era in cinta di Alessandro ed eravamo solo con il mio stipendio di operatore call center. A Roma bisogna fare un'esame di idoneità per insegnare, non lo superai ma ottenni comunque questa supplenza. Dopo le prime difficoltà a scuola avevo conquistato i ragazzi, mi fermavano nei corridoi, mi seguivano con attenzione, erano entusiasti delle lezioni, sono andato a quell'esame pensando “sono proprio nato per fare il professore di religione”. Esame scritto, poi mi chiamano per l'orale eh... niente non va, non lo supero, ma non solo, quando gli dico che penso di essere idoneo per l'insegnamento, il responsabile mi dice “No, non solo non sei idoneo, ma sei completamente ignorante in teologia e cultura generale”.
A me dopo quella frase cade il mondo addosso, ma non tanto perchè il lavoro che amavo non si concretizzava, ma perchè dopo aver studiato 7 anni sentirsi dire di essere completamente ignoranti nella materia che si è studiata con amore, cavolo fa male. All'univesità avevo la media del 29, insomma non andavo male, non è capitato di rado che al termine di alcuni esami i professori mi hanno fatto i complimenti. Insomma, io proprio non me l'aspettavo. Ce ne ho messo di tempo per riprendermi. In quel momento mi sentivo come nella canzone "5 giorni che ti ho perso" di Zarillo, era più semplice sprofondare nel sentirmi una vittima che reagire. Anche nella diocesi di Frascati la situazione era un po' chiusa, proprio da quell'anno avevano deciso di appoggiarsi all'idoneità di Roma, mi avevano praticamente dato un incarico annuale, ma poi quando gli ho detto che non avevo superato l'idoneità a Roma, automaticamente tutto si è complicato.
Quell'anno ottenni solo una piccola supplenza da una scuola privata. Mi sentivo inutile, quella frase riecheggiava nella mia testa "non solo sei ignorante in teologia ma anche in cultura generale". Nonostante ciò non avevo la forza di reagire. Quindi mi son fatto abbracciare da Dio, e ho deciso di reagire. La felicità non si ottiene attraverso quello che ci circonda, ma dalla nostra scelta ogni giorno su dove posare i nostri occhi. Sveglia Massy, hai una splendida famiglia, ricordi? Hai amici eccezionali, anche se veramente sei ignorante in teologia e cultura generale puoi comunque essere felice. E da allora mi sono affezionato a una frase di Voltaire "Ho deciso di essere felice perchè fa bene alla mia salute", io sono felice perchè ho deciso di esserlo, niente mi può buttare giù, Dio ha per me un progetto più grande di quello che immagino. Di questo ne sono sicuro.
Mi sono ricordato che il segreto è l'amore che tutto il resto è un dettaglio. Nell'estate Frascati mi ha chiamato, il mio vescovo mi ha ricevuto e mi ha detto “Allora, io non ho fiducia in te, come posso darti un incarico se non hai superato l'idoneità di Roma? Se avessi un'altra possibilità la userei, ma siamo in emergenza e quindi per quest'anno ti devo per forza dare queste ore. Ma sia chiaro che vale solo per quest'anno, il prossimo ti cerchi un'altra diocesi. Inoltre dovrai essere interrogato da me a Novembre”. Insomma niente di troppo incoraggiante, ma per me era intanto la possibilità di poter ancora fare il lavoro più bello del mondo, anche se magari per l'ultimo anno. A dicembre ho fatto l'esame, giudizio negativo. Questa volta, la botta l'ho sentita, però ho deciso di reagire. Cosa so fare? Mi piace il pc, bene, ho iniziato a fare corsi, per aprirmi anche altre strade, ho iniziato a fare diversi corsi: montaggio video ed effetti speciali, web design, programmazione, grafica 3D. L'anno precedente, piangendo su me stesso alla fine ero stato fermo, ora il tempo speso a piangere l'ho usato per formarmi. Sono sicuro che se Dio ha permesso che questa strada si chiudesse è perchè per me ha un progetto più grande che non conosco. Intanto servirà a rendere più bello e più raggiungibile questo sito.
Quest'anno niente insegnamento, mi sto buttando nella formazione, io ci sto mettendo tutto me stesso e sono felice. Del resto? Chi se ne frega. Conta l'amore, tutto il resto è un dettaglio, per essere felici ci vuole l'amore.
Massimiliano Salerno