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Fabrizio De Andrè - Si chiamava Gesù


Si chiamava Gesù di Fabrizio De Andrè: testo e commento alla canzone

Il testo


Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.

Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.

E per quelli che l'ebbero odiato
nel getzemani pianse l'addio
come per chi l'adorò come Dio
che gli disse sia sempre lodato,
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine,
accettando ad estremo saluto
la preghiera l'insulto e lo sputo.

E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore
non si può dire che sia servito a molto
perché il male dalla terra non fu tolto
Ebbe forse un po' troppe virtù,
ebbe un nome ed un volto: Gesù.
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio.


Il mio Commento



Il mio contributo per Natale è una canzone non molto cristiana, che non riconosce Gesù come Dio, ma riconosce che certo non è umano il suo modo di perdonare sulla croce chi lo sta uccidendo. Per fare una cosa del genere però bisogna per forza che Gesù conoscesse la verità, non è una cosa semplice da scoprire che bisogna amare i propri nemici. O era un saggio e conosceva la verità o era la verità. Ma se era solo saggio, un saggio che dice di essere "la via, la verità, la vita" non è un pazzo? Se Gesù fosse solo uomo certo non sarebbe stato umile a dire di essere "la via, la verità e la vita" mentre ha dimostrato di essere molto umile con la sua vita e con la sua morte soprattutto.

>Come dice giustamente la canzone è inumano perdonare i propri nemici, ma non solo è inumano anche questo che stiamo aspettando ora. Stiamo aspettando il Natale, la celebrazione della nascita di Gesù, un Dio che si fa umano che si pone i nostri limiti per dimostrarci in che modo possiamo superare i nostri limiti, un Dio che accetta di soffrire per noi, di accettare le umane sofferenze per noi. Cosa c'è in comune con il perdono sulla croce? entrambi sono gesti inumani? Entrambi sono gesti di un amore immenso pieno e gratuito, che è quello che ci chiede Gesù di avere l'uno verso l'altro. Io vorrei in questa preparazione per il natale cercare il più possibile di fare proprio questo: di amare gli altri come Dio mi ha amato. Io devo perdonare a chi ho intorno ben poco rispetto a quello che Dio ha perdonato a me. Spero in questa preparazione per il natale di avvicinarmi ancora di più all'amore di Gesù, in modo da capire ogni anno di più quello che vuol dire veramente il Natale, quello che è il suo vero significato. Auguro buon Natale a tutti e auguri che ogni giorno Gesù nasca nel vostro cuore.