Si chiama Valerie Gatto, ha 24 anni, è laureata cum laude all’Università di Pittsburgh ed è bellissima. Tanto che in dicembre è stata incoronata Miss Pennsylvania e domenica scorsa ha persino sfiorato il titolo di Miss USA 2014, vinto poi da Nia Sanchez, già Miss Nevada.
Qual è la particolarità di Valerie? È che è nata da uno stupro. Sua mamma è stata infatti violentata da uno squilibrato che le mise un coltello alla gola quando aveva 19 anni. La giovane scoprì così presto di essere rimasta incinta.
Aborto? Nemmeno a parlarne; quella figlia doveva nascere.
Certo, il compito di allevare una creatura a quell’età sarebbe stato gravoso, rifletté la giovanissima mamma di Valerie, ma subito pensò che in qualche modo ce l’avrebbe comunque fatta. Partorire la piccola e poi magari darla in adozione: questa poteva essere una soluzione ragionevole.
Sì, perché no. Anzi, niente affatto. E così quella giovane mamma innocente si tenne stretta la piccolissima Valerie, ancora più innocente. Cosa, chi aveva fatto cambiare idea a quella giovane madre? Colui che tutto può, Dio, quel Dio che la grande fede della ragazza interrogava di continuo e che di continuo faceva sentire la propria presenza. Alla figlia rimasta incinta in modo così drammatico la nonna di Valerie aveva del resto insegnato, detto e ripetuto: «Dio non ti manda mai più di quel che puoi sopportare».
È stata proprio Miss Pennsylvania a vuotare il sacco, a tirare fuori questa storia non perché le pesasse come un macigno ma perché ha ritenuto che valga davvero la pena di venire raccontata, di essere conosciuta. Da un male enorme e assurdo è venuto un bene imprevisto e ancora più grande: Valerie è di questo che vuole parlare al mondo.
Perché riportare sempre e solo le molte, troppe storia brutte e persino raccapriccianti di cui il nostro mondo è prodigo, gente che cambia sesso come cambia i calzini, famiglie sfasciate e prima ancora conculcate, scuole che diseducano violentando psicologicamente i bimbi sin dalla più tenera età, unioni contronatura di ogni natura, poligamie spesso omosessuali, aberrazioni procreative, uccisioni delle creature più fragili e indifese ancora nel seno delle proprie madri?
Il giorno in cui fu violentata e, ignara, concepì la figlia, la mamma di Valerie avrebbe facilmente potuto rimetterci persino la vita sotto quella lama inesorabile. Ma accadde che una luce improvvisa interruppe il dramma in atto, sbigottì l’assalitore e permise così alla giovane donna di scappare. «Tu sei la mia luce»: la mamma lo dice da sempre alla bella Valerie. È infatti convinta che quella luce che un dì la salvò trasformando il buio di uno stupro nella speranza di una figlia inattesa (come tutte le cose che Dio ci mette davanti “a Suo insindacabile giudizio”) sia stato l’intervento dell’angelo custode.
E la bella Valerie? Oggi dice serena: «Sono certa che Dio mi abbia voluto qui per una ragione. Per ispirare le persone, per incoraggiarle e per dare loro la speranza che tutto è possibile e che non ci si può lasciare definire la vita dalle circostanze». La fede è l’eredità più grande che la mamma le ha lasciato. E la sua piccola celebrità lei la sfrutta così, come un dono, come un’occasione. Da tempo gira infatti gli Stati Uniti per insegnare alle donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni come reagire ai tentativi di violenza sessuale e alle aggressioni in generale. Parlando di Dio.
Fonte: La Nuova Bussola
«Rimani sempre forte e ricordati che tu non sei quello che ti è capitato nella vita, ma ciò che scegli di diventare». Sono parole di Ashley, una quattordicenne americana di Elwood (Illinois), rimasta incinta in seguito a uno stupro, che ha deciso di non abortire. Oggi suo figlio Aiden ha sette mesi.
LO STUPRO. La storia di Ashley è stata raccontata da Monica Kelsey, anch’essa nata da una violenza sessuale e membro dell’associazione americana “Save the 1", che si occupa di aiutare le donne che scelgono di non abortire. L’adolescente di Elwood è stata violentata da un ragazzo di 17 anni che frequentava la sua stessa scuola e amico di suo fratello. Il ragazzo, nonostante avesse già abusato di altre due ragazze, non si è mai fatto neanche un giorno di prigione. E «quando Ashley è tornata a scuola è rimasta scioccata, perché il suo violentatore frequentava ancora il suo stesso istituto: invece che mandarlo via, hanno chiesto a lei se preferisse essere trasferita», ha raccontato Kelsey.
AIUTI INASPETTATI. Nonostante l’ostilità dell’ambiente, Ashley non ha mai pensato all’aborto anche grazie al sostegno della sua famiglia, che però non disponeva di grandi mezzi economici. L’incontro tra Kelsey, Ashley e “Save the 1" è stato provvidenziale visto che attraverso l’associazione in tanti hanno deciso di aiutare economicamente la giovane madre: «Dopo aver incontrato Ashley e suo figlio – scrive Kelsey – ho capito che questa giovane aveva bisogno del mio aiuto, più di quanto mi immaginassi. Così ho cominciato a raccontare di lei attraverso Facebook e la risposta è stata straordinaria». Mamma e figlio hanno ricevuto pannolini, vestiti e tutto l’occorrente per crescere un neonato.
«GRATA DELLE PREGHIERE». In tanti hanno criticato Ashley per la scelta di far nascere Aiden ma lei, grata per una nuova vita «permessa dal Signore», non se n’è mai preoccupata. «Stare con Ashely è incredibile, l’atteggiamento sempre positivo è ciò che la rende unica. Cerca sempre di trarre il bene da ogni situazione. Ed è solo grata delle preghiere e degli aiuti ricevuti in questi sei mesi», ha scritto Kelsey commentando le foto sempre sorridenti della giovane e del piccolo. La storia di Ashley ha colpito e appassionato tantissime persone, che hanno anche deciso di creare un fondo per permetterle di andare al college e diventare veterinaria. «È una benedizione – conclude Kelsey – il fatto di poter camminare a fianco di Ashley e toccare con mano i miracoli che vedo accadere di fronte a me».
Fonte: Tempi.it