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Girolamo Savonarola

Frate domenicano, principale avversario di papa Alessandro VI e dei cattivi costumi dei pontefici, un personaggio controverso anch'esso, ma molto interessante, questo Girolamo Savonarola, fu condannato al rogo e la condanna fu eseguita il 23/5/1498 in piazza della signoria a Firenze. Tale condanna segnava la sconfitta della corrente riformista della Chiesa. Esponente di una corrente riformatrice all'interno della Chiesa, c'è chi sostiene che era il simbolo dell'intolleranza cristiana, alcuni lo presentano come un esaltato, altri più numerosi vedono in lui come una figura profetica, mandato da Dio proprio in quel momento per manifestare la santità della Chiesa. Si parla oggi anche di una possibile canonizzazione di Savonarola. Era nato a Ferrara il 21 settembre del 1452 aveva presto lasciato la casa paterna in seguito a una crisi spirituale. Un giorno della primavera del 1475 si è presentato alle porte del convento di Bologna dai domenicani. Questo convento di San Marco era stato fondato dai Medici ed era legato a questi. Visse nel convento dal 1482 al 1487. Nel 1489 Lorenzo il Magnifico sostiene il ritorno del Savonarola a Firenze, dove arriva nel 1490. Nel 1491 sempre con l'appoggio di Lorenzo dei Medici fu eletto priore di San Marco. Fu un evento eccezionale visto che lui non era originario di Firenze. Ben presto l'intesa tra i Medici e il Savonarola cessò perché questo iniziò a denunciare la connessione esistente tra il potere polito e quello ecclesiastico (simonia) e cominciò a predicare la riforma della Chiesa. Il momento di gloria di Savonarola sarà quando cadranno i medici e arriverà la repubblica. Il 25/7/ 1492 muore papa Innocenzio VIII, gli successe Alessandro VI l'11/8/1492, la cui elezione venne ritenuta simoniaca.

Questo frate inizia a predicare contro il papa e contro Roma, vennero pronunciate contro di lui delle sentenze di condanna, 1495 gli fu proibito di predicare. Savonarola si rifiutò ad obbedire al papa, rifiutandosi, si richiamava alla sua coscienza, tutto questo portò il papa a pronunciare una sentenza di scomunica nei suoi confronti. Savonarola reagì proclamando un'epistola a tutti i cristiani, in questo testo lui rivendica il carattere ispirato, profetico della sua predicazione, dichiara che la sentenza presa dal papa è errata quindi invalida. Denunciava l'attualità partendo dall'esodo, si presentava come il nuovo Mosè, il faraone era il papa di Roma. Savonarola aveva il sostegno della città di Firenze, sostenuto dal partito dei piagnoni, a un certo punto perse questo sostegno politico, la signoria passò alla fazione opposta dei piagnoni, quella degli arrabbiati. Fu costretto al silenzio Savonarola. Scrisse ai principi cristiani per chiedere di un concilio, l'8 aprile del 1498 venne arrestato, processato, tre processi, torturato e condannato a morte in piazza signoria a Firenze, insieme con due fratelli che gli erano rimasti fedeli fino alla morte. Il suo progetto era quello di fare una città santa, quindi in lui c'era una certa confusione tra potere spirituale e temporale. La chiesa per lui ha un ruolo politico, deve attuare il suo ordine morale, si bruciavano libri e tutto ciò che non era in linea con l'ordine morale cristiano. Ora c'è un processo di beatificazione di Savonarola, l'ordine domenicano spinge molto per arrivare a questo.