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Sapienza

Nel mondo greco sofia - sofos (sophia), sono termini documentati a partire dal VI sec. a.C. La sapienza è atteggiamento pratico, rapporto equilibrato con il mondo, con gli dei e con se stessi. In seguito ci fu uno spostamento semantico a un sapere nel campo intellettuale. Nell'ellenismo sophos esprime l'ideale di "saggio". Nei miti e nelle saghe la sofia scende dal cielo sugli uomini: è un regalo della bontà degli dei. Delle quattro virtù sapienza, fortezza, prudenza e giustizia, la sapienza è la più importante. Con Aristotele diventerà quella virtù che permette di conoscere le cause prime. Con l'imporsi della filosofia stoica, la sapienza diventa un sapere incardinato nella vita. La sapienza si manifesta nel comportamento concreto del saggio, in stretto rapporto con la divinità, che lo preserva dall'errare: egli possiede tutte le virtù e per questo è felice.

L'ebraico Hokma, sapienza. L'uomo saggio è colui che comprende perfettamente la questione, tanto che può riprodurla, come artefice, artista. Negli eventi politici significa un consiglio adatto, dovrebbe essere la virtù tipica del re, basta pensare alla figura di Salomone. Nei libri più recendi, Proverbi e Giobbe, la sapienza è quella che inizia l'uomo all'educazione teorica e pratica della vita, un termine quindi proprio del campo etico-religioso. In alcuni passi si trova anche la personalizzazione della sapienza.