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Salomone (970-931)

Salomone ebbe la legittimazione divina che però si riferiva solamente alla sua persona, quindi doveva essere rinnovata o ampliata per i suoi successori.

Nel periodo di Salomone probabilmente non ci furono guerre, anche se alcuni gruppi all’esterno si sottrassero alla supremazia israelitica. Non fu però un principe di pace, infatti dava grande importanza all’apparato militare. Furono trovate ad esempio a Megiddo grandi scuderie per cavalli per carri da guerra. Tutto questo era molto caro e forse aveva il compito di dimostrare all’esterno il prestigio del re di Gerusalemme. Salomone edifico inoltre, sempre per aumentare il proprio prestigio, il Tempio e anche un palazzo reale in un nuovo quartiere che rispose anche all’aumento della popolazione; il legname era importato e quindi non era a buon mercato, inoltre aveva anche un harem che dava prestigio all’epoca a un sovrano del vicino oriente. Con la costruzione del tempio e del palazzo reale nella stessa città circondate da un muro, Jahvé fu dichiarato divinità ufficiale e Gerusalemme fu dichiarata il principale luogo di culto. “L’arca fu trasferita nel tempio e probabilmente ancora nel tempo di Salomone la cosiddetta narrazione dell’arca (1 Sam. 4,1-7,1; 2 Sam. 6;7,1-7.17) fu composta con i singoli racconti originali e ampliata, al fine di motivare la leggitimità di Gerusalemme quale sua sede permanente; e in tale contesto fu dato grande risalto al potere dell’arca”1. Salomone inoltre compose 3000 proverbi e 1005 cantici.

“Salomone finanziariamente stava meglio di tutti i suoi connazionali. Era un grande latifondista; non si era procurato lui questi possedimenti, ma li aveva ereditati. Inoltre poteva contare su entrate derivanti dai tributi sull’importazione o sul transito, e soprattutto derivanti da tasse onerose. Per le sue costruzioni inoltre impiegò servi della gleba come operai; le spese per i salari erano quindi basse. Per gli israeliti questo metodo di procurarsi la forza lavoro era inaudito. Ricordava loro il lavoro servile dell’Egitto. Malgrado tutto questo a Salomone non bastarono le sue entrate. Per le truppe mercenarie, i carri da guerra e i loro cavalli dovette alienare preziosi beni e contrarre addirittura un prestito”2.

In politica estera Salomone scelse la strada dei matrimoni politici, divenne sua moglie una principessa egiziana e per lei Salomone costruì un palazzo. Un gran numero delle sue mogli adorava dei stranieri e mantennero questo culto anche a Gerusalemme e a quanto pare permise la costruzione di santuari per altri dei (1 Re 11,7). In seguito Salomone fu rimproverato per questo fatto.

1) Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, Parte seconda, I 11,2

2) Klaus Vogt, Piccola storia d’Israele, pag 48