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Sacramento

Speciale sui 7 Sacramenti

La classica definizione di sacramento è "segno efficace della grazia". Perchè ci sia il sacramento ci devono essere Segno e Parola, il segno (Elementum), di per sé è inefficace, ha bisogno della parola (Verbum), che è la realtà determinante, perché è quest'ultima che veicola sull'elementum, l'azione dello Spirito e gli da l'efficacia salvifica. Ad esempio nel battesimo il segno, o materia è l'abluzione (cioè il gesto dell'immersione, infusione o aspersione), la forma o il Verbum o parola è la formula trinitaria "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

Il concetto di sacramento in realtà si è un po' allargato: in senso stretto i sacramenti sono sette e sette devono rimanere, lo dice il Concilio di Trento, nè di più nè di meno. Ma abbiamo detto che sacramento è la comunicazione salvifica di Dio attraverso un segno sensibile, bene tutta la creazione è quindi un sacramento, creata da Dio, ha una funzione mediatrice per arrivare a Dio, si può leggere nella creazione, infatti, Dio stesso, o le tracce di Dio.

Cristo in realtà è non solo sacramento, ma il sacramento fontale o originario, tutti i sacramenti partono infatti da Cristo, quindi il primo vero Sacramento è Cristo stesso, così afferma anche Sant'Agostino: "non c'è altro sacramento di Dio se non Cristo".

Altro sacramento è la Chiesa, questo deriva da un fatto storico, alla Chiesa viene affidato il compito di portare la salvezza a tutti i popoli, alla Chiesa inoltre dà i sacramenti, se Cristo è quindi il sacramento fontale, originario, la Chiesa è sacramento fondamentale. La salvezza passa tramite la Chiesa.

Storia del Termine:

Il passaggio da misterium a sacramentum è graduale, i padri adottano il concetto di misterium, in maniera molto ampia per parlare di tanti episodi, sono misterium per Ignazio di Antiochia la verginità di Maria, il parto e la croce. In genere i padri sono sospettosi nei confronti del termine misterium, perché ricordava i culti misterici pagani. Richiamava soprattutto i culti iniziatici, siccome i sacramenti cristiani sono iniziatici, chiamarli misterium come quelli creava imbarazzo, questo fu uno dei motivi che portò a cercare un termine diverso. Il mistero nella religiosità pagana era legato ad una ritualità cultuale, il termine greco mysterion: chiudo la bocca, ha un accezione di segreto, di misteriosità, di nascosto, di oscuro.

Musthrion è poco usato nel Nuovo Testamento, l'uso precristiano del termine ha diverse sfumature:

  • Designa una cosa segreta, una realtà misteriosa, nascosta
  • Si riferisce a una cerimonia religiosa segreta, a un rito misterioso attraverso il quale si entra in comunicazione con delle realtà nascoste.
  • Per derivazione, il termine passa a designare la santità rituale e la perfezione cultuale

Anche nell'Antico Testamento (nella traduzione della LXX) non si incontra moltissime volte. Nel libro della Sapienza designa i segreti di Dio oggetto di rivelazione (Sap 2,22; 6,22), più frequente nel libro di Daniele e nella letteratura apocalittica, si riferisce ai segreti di Dio che sono a fondamento di tutto ciò che accade, specialmente di ciò che sarà manifestato alla fine del tempo.

Nel Nuovo Testamento nei vangeli si trova una sola volta in Mc 4,11 e intende l'evento della signoria di Dio nella parola e nell'opera di Gesù, nascosto agli altri e svelato per ora solo ai discepoli. Poi compare più spesso in Paolo dove designa il piano di Dio, il disegno di salvezza nascosto nei secoli e ora manifestato. In Ef 5,32 si indica con questo termine le nozze tra Cristo e la Chiesa. In Paolo il mistero di Dio non riguarda soltanto il futuro quindi, ma abbraccia tutta la storia della salvezza, dalla creazione fino alla sua pienezza in Cristo e nella Chiesa e al suo compimento ultimo.

L'utilizzo tra i primi cristiani del termine è molto sobrio, l'utilizzo è lo stesso degli scritti neotestamentari per lo più, quindi nel II secolo è l'azione salvifica di Dio, gli eventi di Cristo e la Chiesa, nel III secolo conosce invece un nuovo significato dalla scuola alessandrina e diventa sinonimo di conoscenza o dottrina. Si incomincia anche ad usare il termine in riferimento a battesimo ed eucarestia. Si sente il bisogno di una diversificazione rispetto ai culti misterici pagani, si tende a specificare la diversità e l'originalità cristiana.

Nel mondo latino il termine viene tradotto con sacramentum il più delle volte. Il motivo per cui si è passati da misterium a sacramentum non si sa, ci ritroviamo semplicemente a un dato di fatto, è accaduto. Le prime versioni latine della bibbia greca tradussero mysterion con sacramentum, alternano a volte la traduzione misterium (29 volte) a volte quella di sacramentum (16 volte). Etimologicamente sacramentum deriva da sacrare "consacrare qualcuno", generalmente gli dei, o da sancire, che significa rendere irrevocabile, conferire una garanzia sacra.

Si privilegiava il senso giuridico di sacramentum, per i Romani la parola sacramentum era:

  1. Il giuramento di fedeltà del soldato verso il suo padrone e la sua patria, c'è una vera e propria cerimonia, un militare legge la formula del sacramentum e ogni soldato le ratifica con le parole idem in me, il giuramento viene fatto in nome di Cesare. Si tratta di un gesto non ordinario, è collegato a una sacratio, cioè una sanzione: se il soldato viene meno al suo impegno, diventa maledetto, anatema, il suo delitto contrario alle leggi divine e quindi potrà essere giudicato solo dagli dei.
  2. Una somma di denaro che due contendenti in una disputa civile depositavano nel tempio, il sacramentum era questa somma di denaro che prendeva chi vinceva la causa. Originariamente questo tipo di azione legale aveva un senso religioso, nella forma antica infatti la cauzione non era una somma di denaro ma un capo di bestiame che veniva sacrificato dai sacerdoti che esaminavano le viscere per pronunciare poi il verdetto per una delle parti.
  3. Terzo significato è quello di vincolo o patto di amicizia.

Tertulliano è un po’ il padre della sacramentaria, è il primo ad utilizzare il termine sacramentum nel suo senso di giuramento in rapporto al battesimo. Il cristiano è un soldato di Cristo e il battesimo costituisce l'arruolamento nella milizia di Cristo, i termini sono militari. Così la professione di fede battesimale è vista in analogia con il giuramento militare. Sacramentum però non è solo un giuramento individuale, ma il battesimo istituisce anche un legame dei cristiani tra di loro nella comunità ecclesiale.

In Tertulliano sacramentum è utilizzato anche con il significato di segno, designa il segno profetico o rituale: battesimo e eucarestia. Questo significato può essere raccordato con l'istituto giuridico della causa per sacramentum, il denaro viene depositato come cauzione. I segni rituali attestano che la salvezza è ormai compiuta, sono garanzia della verità di fede, come la cauzione era garanzia per le parti in lite e così il battesimo è garanzia della libertà del peccato, l'eucarestia è garanzia che Cristo veglia per l'eternità su questa vita liberata.

Tertulliano quando traduce mysterion lo fa sempre con sacramentum nonostante il latino conoscesse il termine misterium. Non sappiamo bene i motivi di questa traduzione, probabilmente il primo luogo per una presa di distanza dai misteri pagani e perchè probabilmente per i motivi che abbiamo visto la parola sacramentum si adattava bene a tradurre il termine mysterion.

Con il passare del tempo le due realtà vengono indicate con termini ormai definitivamente distinti: misterium per il mistero-verità, sacramentum per la celebrazione cristiana. Da questa divisione la simbolicità viene così confinata nell'ambito della ritualità e il mistero escluso dalla sfera delle realtà simboliche e ne esce impoverito il simbolo perché servirà solo per conoscere una realtà nascosta.

Primo a dare una definizione formale del sacramento è Agostino che utilizza il termine segno (quella cosa che oltre all’immagine visibile ai sensi, mi fa venire in mente un’altra cosa… per esempio la bandiera rimanda alla patria); i sacramenti sono segni sacri, ossia un rito in cui ciò che viene compiuto è strutturato in modo da significare un’altra realtà che si deve ricevere santamente. Agostino estende la realtà di sacramento anche ad altri segni (per esempio alla circoncisione degli ebrei).. Il segno fa attraverso le immagini sensibili dei sensi, venire in mente un’altra cosa, abbiamo prima fatto l’esempio della bandiera. Sacramentum è per Agostino signum sacrum: rito dove ciò che viene compiuto è strutturato in modo da significare un’altra realtà che si riceve santamente.

  • ISIDORO DI SIVIGLIA (+ 635 d.C.) Nel libro 20 cap. 6 parr. 19 e 40 del “Etimologie” dà questa definizione di sacramento unendo i due elementi, ma poi dà una spiegazione ulteriore per esplicitare l’operatività del segno: “sono detti sacramenti perché sotto il velo di identità corporee, la potenza divina opera segretamente la salvezza di ciascun sacramento, di conseguenza essi sono qualificati come sacramenti proprio in ragione della loro potenza salvifica nascosta o realtà sacra”. La prima parte commenta l’idea di segno visibile di una realtà invisibile con termini suoi. Non dice nulla di nuovo rispetto a S. Agostino, semplicemente riformula il concetto. Nella seconda parte (“essi sono qualificati …”) vuol far emergere la potenza salvifica dei sacramenti.
  • BERENGARIO DI TOURS (+ 1088 d.C.) sostiene alla lettera l’idea di s. Agostino che il sacramento è forma visibile della grazia invisibile. L’errore di Berengario è quello di applicare queste idee soprattutto nell’Eucaristia nel “De sacra coena”. Egli distingue eccessivamente il sacramentum dalla res (il segno esterno della grazia) arrivando a sostenere fra i due un rapporto puramente mentale cioè il sacramentum rimanda mentalmente ad una realtà trascendente, ma la contiene? È segno di una realtà trascendente, ma per Berengario non la contiene. Applicando questa idea all’Eucaristia succede che l’ostia consacrata rimanda a Gesù Cristo, ma non ha la presenza reale. Berengario, dunque, riduce il concetto di segno di S. Agostino a semplice realtà informativa: “aliud sacramentum corporis, aliud corpus; aliud sacramantum sanguinis, aliud esse sanguine” (DS 690)
  • UGO DI S. VITTORE: autore medievale che più di tutti comprende la necessità di porre le basi al concetto di sacramento. A questo scopo scrive il primo trattato di sacramentaria generale: “De sacramentis”. “Il sacramento è un elemento corporeo o materiale proposto in maniera esterna e sensibile che rappresenta per la sua somiglianza, significa perché a tal fine è istituito, contiene perché capace di santificare una qualche grazia invisibile e spirituale”. Lo sforzo di Ugo è anzitutto di recuperare il concetto di istituzione, per cui non basta l’idea di somiglianza, il suo essere segno non viene primariamente dalla somiglianza, ma dal fatto che viene istituito. Quindi il segno del sacramento è dato dall’istituzione. Altro sforzo di Ugo è quello di indicare l’operatività del sacramento, quindi “contiene”, non solo “rimanda”, la grazia invisibile spirituale. La concezione antropologica di Ugo da S. Vittore: qual è il fine dei sacramenti? Perché Dio ha voluto i sacramenti? “Il fine dei sacramenti e il remedium”. Una concezione forse troppo negativa in quanto vede solo l’aspetto negativo della grazia sacramentale: l’uomo ha peccato quindi necessita di un remedium (come un linguaggio medicinale, i sacramenti come farmaci spirituali). Dio ha istituito i sacramenti come farmaci per tre scopi specifici: a) ad humiliationem (umiliazione dell’uomo); b) ad eruditionem (per l’istruzione); c) ad excercitandum (per l’esercizio).
  • PIETRO LOMBARDO: è colui che risolve questo problema di dare alla definizione di “segno sacro” una qualche operatività più intensa. Importante personaggio della sacramentaria perché porta un termine utile a definire in maniera oggettiva l’operatività sacramentaria, cioè: il concetto di “causa”. Nel libro “Le sentenze” (Libr. 4 – 1,4): “è detto sacramento in senso proprio ciò che è segno della grazia di Dio e forma visibile della grazia invisibile, in modo da portarne l’immagine ed esserne la causa”. Quindi il segno visibile porta l’immagine della realtà invisibile, ma anche la causa. La terminologia causale di P. Lombardo perfeziona lo sviluppo storico, per quanto riguarda la scolastica, perché perfeziona la concezione agostiniana del “segno” che poteva apparire debole sul piano dell’efficacia. Quindi i sacramenti non solo manifestano la grazia ma la producono (evento salvifico). Pietro Lombardo è una figura importante, Tommaso studia sulle sue sentenze, e queste si studieranno fino al concilio di Trento, nel sacramento ha un ruolo importante, è lui a introdurre il concetto di causa, per spiegare l’efficacia del sacramento, come è efficace questo sacramento? È un efficace simbolica? Ha un efficacia simbolica? Io do un fiore a una persona questo fiore ha un efficacia simbolica, Io battezzo una persona e gli comunico la grazia di Dio, ma in quel modo? Introducendo il concetto di causa Pietro Lombardo ottiene l’effetto anche di saper distinguere i sacramenti in senso stretto, sono sacramenti coloro che sono causa della grazia, se io dico sono sacramenti i segni della grazia, le esequie sono segni della grazia? Se io mi baso solo sul concetto di segno non è molto chiaro determinare quali sono i sacramenti, quando invece Pietro Lombardo inserisce il concetto di causa, sacramenti sono quei segni che causano oggettivamente la grazia, e allora Pietro Lombardo sarà il primo a darci il numero settenario dei sacramenti. L’elemento della casualità determina e perfeziona la concezione agostiniana del segno. Le parole “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” queste parole causano un elemento oggettivo non è più pane è corpo di Cristo.
  • SAN TOMMASO D’AQUINO:

Tommaso tratta della sacramentaria nella Somma Teologia, dividendola in 5 parti(III pars):

  1. q. 60: che cos’è il sacramento?
  2. q. 61: la necessità dei sacramenti
  3. q. 62-63: gli effetti dei sacramenti
  4. q. 64: la causalità dei sacramenti
  5. q. 65: il numero dei sacramenti.

Famosa l’espressione di Tommaso “aggiungi la parola all’elemento sensibile ed avrai un sacramento” questo pane e questo vino nel momento in cui aggiungi il verbo diventa corpo e sangue di Cristo. Pietro Lombardo parla di Res et verba, Tommaso applica la teoria di Aristotele, ogni ente per Aristotele ha due componenti, materia e forma, teoria ilemorfica, ogni sacramento ha una materia e una forma, attenzione non bisogna prenderla alla lettera come la teologia successiva ha fatto altrimenti la farà diventare giuridica, questo non è applicabile a tutti i sacramenti, nel battesimo e nell’eucarestia è chiaro, nel matrimonio qual è la materia? Alcuni nel matrimonio danno la sessualità, ma così si crea una concezione particolare. Questi due elementi verranno interpretati giuridicamente, perché per Tommaso la materia non era l’acqua, ma tutta l’azione battesimale, la forma non era la formula “io ti battezzo” ma la fede, era tutto ciò che componeva l’elemento parola nella celebrazione: letture, vangelo; è una concezione più ampia, quando Tommaso applicherà questa teoria si cercherà la materia non nell’azione rituale ma nella cosa, il pane, la forma nella formula, ci concentreremo talmente su quello che tutto il resto non ha importanza. Quando è valida la messa? Quando il sacerdote ha detto quelle parole, non è più così che vanno le cose oggi. Concepire l’elemento forma come elemento determinante ha portato a diminuire l’importanza della materia. Il prete sarà molto attento alle parole, meno attento al segno sensibile, infatti oggi noi facciamo il battesimo un rituale in cui c’è un lavacro, il segno materiale è sparito, l’acqua sono solo 4 gocce. Provate a dire “questo è il mio corpo questo è il mio sangue” su un calice pieno dell’acqua, la più buona che c’è vediamo se diventa eucarestia, è importante la materia. Dobbiamo ridare importanza al segno materiale. Altro elemento è la res, l’effetto, elemento costitutivo del sacramento è la comunicazione della grazia santificante, concesso in modo gratuito in ogni sacramento.

Tommaso applica questa concezione, che è quella storico-salvifica del mistero, al sacramento liturgico-rituale, sostenendo che ogni sacramento liturgico-rituale attua una triplice relazione:

  1. ogni sacramento si riferisce al passato di cui è segno commemorativo (signum rememorativum);
  2. ogni sacramento si riferisce al presente di cui è segno indicativo (signum demostrativum). Nel presente il sacramento indica una grazia che non è solo ricordata, ma è data oggi;
  3. ogni sacramento si riferisce al futuro (dimensione escatologica) di cui è segno profetico (signum prognosticum).

I teologi al tempo di Tommaso erano molto attenti a rilevare solo la dimensione del presente (ciò che oggi mi dà il sacramento).

Efficacia del Sacramento

Sant’Agostino fa la distinzione tra sacramento valido e sacramento infruttuoso. Anche i donatisti fanno un battesimo valido, però non hanno la grazia del battesimo la res, per cui sono in peccato mortale. Un adulto che si battezza e lo fa solo per lavorare, ha un battesimo valido, ma non sarà fruttuoso, non riceverà la grazia. Ogni sacramento è purificazione, ma anche santificazione. Il ministro è uno strumento per la comunicazione della grazia, che viene da Dio, il soggetto ha invece una sua importanza, io non battezzo una mucca. Il ministro pronuncia la parola in quanto strumento della Chiesa e di Cristo, il suo ruolo è strumentale, ma il sacramento è dato da Cristo. Il soggetto è anch'esso un elemento costitutivo del sacramento, la considerazione del soggetto rientra perché il soggetto non è passivo, ma deve produrre atti personali di fede.

I sacramenti non sono segni indicativi della grazia, non sono una semplice promessa di grazia, come afferma Lutero, i modernisti diranno che i sacramenti servono a risvegliare il senso religioso, per noi i sacramenti contengono, comunicano e producono la grazia, questo attraverso la celebrazione liturgica.

Tommaso distinguerà diversi livelli di casualità:

  • Causalità efficiente principale: Dio
  • Causalità efficiente congiunta: l’umanità di Cristo, congiunta a Dio ma che in sé non è Dio perché appartiene al mondo corporeo
  • Causalità strumentale dei sacramenti, il sacramento è strumento congiunto con l’umanità di Cristo

Quando vado a riceve i sacramenti la salvezza è Dio non il sacramento in se, non è il battesimo ad avermi dato la salvezza ma Dio. Poiché la causalità efficiente è Dio è lui la causa della grazia e quindi non si lega direttamente al sacramento. Il dinamismo dei sacramenti parte dall'alto. La principale causa efficiente della grazia è Dio stesso, rispetto al quale l'umanità di Cristo fa da strumento congiunto e i sacramenti da strumento separato. Incontrando i sacramenti mi incontro con Cristo.

Tommaso nella sua sacramentaria elabora un'altra bella idea, riprende la concezione antica del misterium e elabora una concezione storico salvifica dei sacramenti, lui dice che ogni sacramento stabilisce una triplice relazione con la storia della salvezza:

  • In rapporto al passato, al presente, e al futuro, in rapporto al passato il sacramento è segno rememorativo, è memoria innanzitutto del mistero pasquale da cui attinge la propria capacità di comunicare la grazia, ma per estensione di tutti gli avvenimenti della storia della salvezza: quando io battezzo un bambino, si fa memoria della pasqua di Cristo, ma anche del passaggio del Mar Rosso e di tutta la storia della salvezza.
  • Segno indicativo di una grazia che viene data nell'oggi, il battesimo dona una grazia oggi.
  • Segno profetico, ogni sacramento rimanda al regno, segno anticipato della Gerusalemme celeste.

Pietro Lombardo con l'introduzione del concetto di causa immetterà la differenza tra i sacramenti e i sacramentali. Dal concilio di Trento ci sarà la distinzione tra ex opere operato ed ex opere operantis. Con la prima espressione si intende dire che la virtù dei sacramenti viene da Dio, quando un sacramento è celebrato con tutte le condizioni richieste dal piano di Dio, dalla disposizione divina, comunica la grazia in virtù della sua stessa celebrazione, l'attenzione verte sulla casualità divina. Se io vado a confessarmi da un prete che in realtà è in peccato mortale, il più grave dei peccati, io comunque sono assolto, la causa del sacramento non è il piccolo prete, ma Dio. Certo ci devono essere le formule richieste, se quel prete dice "ti assolvo in nome di Che Guevara" non è valida la confessione. Questo ruolo verrà confuso con qualcosa di magico, e quindi anche i protestanti contesteranno molto questo, come una formula magica, come se noi imponessimo qualcosa a Dio. In realtà si tratta di sottometterci noi a Dio, non imponiamo noi qualcosa a Dio come il mago, il sacramento si sottomette alla volontà di Dio. Condizione però è l'ex opere operantis, i sacramenti pur essendo operatori di grazia, esigono la cooperazione di chi li riceve, la magia non richiede la cooperazione, il sacramento non opera senza la cooperazione, ed è valido in chi non pone ostacoli. Ci sono due tipi di ostacolo, uno lo rende invalido, uno infruttuoso. Un uomo e una donna si sposano, ma in realtà lei è stata minacciata, il matrimonio non è valido, manca il libero consenso. Vado a battezzarmi per avere un posto di lavoro, lo scopo principale è che mi diano il posto di lavoro, il sacramento è valido, c'è il libero consenso, ma non è fruttuoso.

Un altro elemento costitutivo del sacramento è l'effetto, gli scolastici usavano il termine res, la res sacramentum. Nella polemica con i donatisti, Agostino, differenzia il signum sacramentum, la realtà sensibile composta da elementi, e la res, che è quell'altra realtà a cui devo andare con la mente, quella che il sacramento produce nell'anima. Ogni grazia sacramentale è una grazia purificatrice, e in positivo, ogni sacramento è l'intima costruzione della grazia, dell'uomo nuovo. Per il concilio di Trento la grazia per effetto dei sacramenti o ha inizio, o è aumentata o se viene perduta ristabilita.

Il carattere

Tre dei sette sacramenti comunicano anche il carattere e sono battesimo confermazione e ordine. Che cos’è il carattere? È un segno indelebile e spirituale che implica la validità e quindi l’irripetibilità di questi sacramenti, questi sacramenti non si possono ripetere anche se chi li riceve cadrà in peccato mortale o li rinnegherà. Il carattere è un segno indelebile, spirituale, che segnala la validità e quindi l'irripetibilità di quel sacramento, anche se chi li riceve cade in peccato mortale, si sbattezza, diventa apostata. Quando il sacramento è celebrato validamente con le condizioni richieste oggettive, il carattere è sempre garantito, è la grazia che non è garantita, il carattere non sarà mai più cancellato e quindi non sarà mai più riamministrato quel sacramento. La grazia dipende da Dio non è una cosa che possiamo gestire noi. Il carattere abilita a ricevere la grazia. Il concilio di Trento non dà una definizione precisa del carattere ma si limita a definirlo.