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Regno di Dio o dei cieli

Il progetto vitale di Gesù è il Regno, il programma che aveva nella mente, tanto è che Gesù si presenta come un profeta del Regno che vive in mezzo agli uomini, Gesù si configura dentro la cultura ebraica, dove la regalità di Dio era tema dominante, non vuol dire che ci sarà qualche re in terra che possa imitare Dio, si è visto in Israele che non era mai all'altezza, la regalità di Dio è la trascendenza con la quale guida la storia. C'è una concezione molto profonda, la creatura è creatura, non si può idolatrare. Predica il Regno di Dio, il primato di Dio nella vita delle persone, lo predica con la caratteristica dell'urgenza e la definitività, queste caratteristiche fanno un tutt'uno con la sua persona, il messaggio del Regno si identifica con la personalità stessa di Gesù, con Gesù in mezzo a noi c'è un'urgenza escatologica, il Regno si è avvicinato, è in mezzo a noi Mc 1,14-15([14]Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: [15]«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».). Il tempo è compiuto non c'è più da aspettare nulla, noi siamo in una situazione non redenta perchè la redenzione è alla fine, con Gesù oggi è il tempo del Regno. Regno di Dio si trova tantissime volte nei sinottici, assente in Paolo e Giovanni, laddove c'è l'interesse a farci vedere il passaggio tra fase gesuana e cristiana l'espressione è prevalente, il Regno di Dio costituisce l'oggetto della predicazione di Gesù, necessario dare un'occhiata alle pretese giudaiche del regno di Dio, Gesù non fa una catechesi dell'attesa del Regno nell'Antico Testamento.

Gesù è l'anticipazione del Regno, che si verificherà solamente alla fine, nel presente. Il tempo definitivo è ormai diventato un evento, non tutti i kronos sono degli eventi, ma il kairos è l'evento per eccellenza. Il carattere escatologico del Regno sta nel fatto che non si tratta di un evento soggetto a una precisione temporale. Buca il tempo, entra nel tempo, e si manifesta anche nel tempo, oltre il tempo ma che si manifesta nel tempo, un fatto universale ma che diventa concreto. I giudei erano abituati a sentire l'annuncio del Regno, ma non presente, è un Regno operante ma che si compirà definitivamente, il famoso già ora non ancora. È tutto manifestato nel momento in cui è avvenuto, il non ancora significa il compimento in noi, anche la seconda venuta non si tratta di un completamento della prima, ma di una manifestazione di ciò che si è compiuto nel tempo. L'urgenza è che ormai non c'è più da aspettare nulla per il Regno, è presente, compimento, perchè il Signore rispetta anche la lentezza dei tempi. Nella predicazione di Gesù appare chiaro che tra il Regno e la sua persona c'è un'identità, il Regno non predica una redenzione, ma predica un redentore, che è Gesù, tutto l'atteggiamento di Gesù nel suo insieme. Giovanni Battista rimane spiazzato da Gesù si immaginava il messia in modo diverso, la risposta di Gesù la troviamo in Lc 7,22-23 “[22]Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. [23]E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».” Gesù evangelizza, compie gesti miracolosi, tutto legato alla sua persona. I miracoli li compie chi agisce con il dito di Dio, sono i segni del Regno di Dio ormai in atto. San Marco evangelista aggiunge come un'equazione matematica che più avanza il Regno di Dio più sono scacciati i demoni, più avanza il Regno di Dio più retrocede quello di Satana. Oggi si è adempiuta questa scrittura dice nella sinagoga.

Lc 4 parla di Gesù pieno di Spirito Santo, perchè pieno di Spirito Santo? Da dove gli viene? Dal Battesimo. Si può dunque affermare che nella predicazione sinottica l'identificazione tra il Regno e Gesù è fondamentale. Nella domanda di Gesù a Cesarea e nella risposta di Pietro troviamo una identificazione di ciò che ha fatto sino ad ora Gesù, nella famosa risposta di fronte a Caifa si sommano, una intronizzazione celeste e il fatto che Gesù viene dall'alto. Sedere alla destra di Dio sulle nubi del cielo è una preroogativa tipicamente divina. Figlio dell'Uomo diventa ormai un titolo divino, di trascendenza, nell'evento della croce e della resurrezione di compie il Regno di Dio, ed è il mistero della Pasqua che rivela il Regno di Dio. Il Regno di Dio arriva con l'incarnazione, il battesimo gli ha dato l'investitura, e la morte e resurrezione lo manifesta a tutte le genti. L'evento dell'incarnazione è tutto lo svilupparsi della storia di Gesù di Nazaret, non solo il momento del concepimento, quindi comprende la Pasqua.

Stiamo cercando di mettere sempre più a fuoco, abbiamo capito il metodo di accostarci a Gesù di Nazareth, come si colloca nell’ambito ebraico, Gesù è un ebreo del tutto speciale, non è omologabile con la grande tradizione. Questo uscir dalle righe di Gesù l’abbiamo visto rispetto a un determinato ambiente sociale, con il movimento del Battista, con i movimenti religiosi del suo tempo, sino a quelli politici. Ci siam posti pian piano la domanda "chi era questo Gesù di Nazareth?" e abbiamo iniziato a trattare del Regno.

Dobbiamo cercare di capire più a fondo, dobbiamo cercare di capire ad esempio quale sono le cose dette realmente da Gesù, quelle che per forza sono uscite dalla sua bocca, e quelle parole che invece sono state dette dalla comunità, non tradendo Gesù ma riassumendo. Il sottofondo comune delle opere di Gesù è il messaggio del Regno, un Regno che è presente e si manifesta Mc 1,14-15, attraverso la predicazione di Gesù si è manifestato il Regno, in Marco più il Regno di Dio viene annunziato e maggiormente il regno del male di Satana, viene sgominato.

Lc 4,1 introduce una situazione nuova, Gesù inizia la sua vita pubblica pieno di Spirito Santo, l’evangelista Luca è colui che tra i sinottici più di tutti ha una prospettiva pneumatologica. Pieno di Spirito Santo vuol dire che Gesù nel battesimo ormai si è manifestato, fu condotto dallo Spirito nel deserto, se andiamo a scavare bene la traduzione italiana non è proprio aderente, si dovrebbe dire che fu condotto nello spirito nel deserto, gli esegeti dicono che c’è intanto il verbo egheto è un azione continuativa quindi, continuava ad essere condotto nello Spirito nel deserto, la tentazione era per Gesù qualcosa di molto difficile, e c’è la forza dello Spirito che lo accompagna in questa tentazione prolungata. Alla fine se Gesù supera la tentazione è perchè c’è una forte presenza dello Spirito su di lui. Tutto il vangelo di Luca è costellato dalla presenza dello Spirito, Gesù fa tutto trascinato dallo Spirito, Gesù è colui sul quale scende e riposa lo Spirito, Gesù però non è soltanto colui che riceve lo Spirito, ma anche colui che dona lo Spirito, e questo nel vangelo di Giovanni. In molti testi di teologia si trova la presenza di Gesù nello Spirito, espressione usata molto nella teologia greca, ma è entrata anche in quella latina, la nostra vita nello Spirito.

La tentazione di Gesù si fa forte nel momento della prova, della passione, quella insistenza sullo Spirito sta nel fatto che è nella forza dello Spirito che supererà ogni tentazione Gesù. Gerusalemme rappresenta chi è fino in fondo Gesù e la tentazione che ancora una volta deve subire.

Lc 4,14 con la potenza dello Spirito Santo inizia a predicare il Regno, vicino allo Spirito Santo c’è dinamis, dinamicità, tipica di chi è giovane, lo Spirito Santo è giovinezza, vitalità, forza, sembra quasi uscito da un allenamento che lo prepara a qualche cosa. Lc 16, versetto che sembra di pura cronaca ci fa vedere bene il suo rapporto con la sua religione, nella sinagoga si va soprattutto per ascoltare e commentare. Il testo che qui commenta è Is 61, e guarda caso comincia con “Lo Spirito del Signore è sopra di me...”. Sul messia escatologico c’è una permanenza dello Spirito, viene legato con la persona di Gesù. La citazione di Luca si ferma solo alla grazia, viene tralasciata la parte negativa della citazione di Isaia quella che parla della vendetta.

Lc 22 si dice che si è adempiuta oggi questa Scrittura. Usa pleroma, Luca quindi dice che oggi è avvenuta questa completezza che lo Spirito è su Gesù per annunciare la buona novella ai poveri. Questo oggi ci fa vedere tutta la presidenzialità dell’avvento del Regno in Gesù. Il capitolo 4 è come un manifesto dell’evangelizzazione, così dovrebbe avvenire l’evangelizzazione. Nella redazione sinottica il nesso tra il regno di Dio e l’identità della sua persona è la sintesi della predicazione cristiana di Gesù e su Gesù: Gesù è questo Regno e guardando a Lui io vedo il Regno di Dio. Quando dico persona dico la sua esperienza vitale, l’identità di Gesù è collegata strettamente all’annuncio da parte di Gesù di quello che dovrà fare il Figlio dell’Uomo, noi per capire davvero che cosa è il Regno di Dio dobbiamo seguire Gesù nel suo percorso, qui hanno molta importanza quei testi evangelici dove si collega con il Figlio dell’uomo, come nella risposta al Sommo Sacerdote. La presenza del Regno di Dio si compie pienamento nell’evento della croce e resurrezione. È proprio a partire dal mistero della pasqua che l’annuncio di Cristo può considerarsi il messaggio escatologico del Regno di Dio, noi diciamo in genere che a Pasqua si svela l’identità di Gesù, possiamo aggiungere che a Pasqua si svela cos’è il Regno di Dio. I significati principali dell’annuncio del Regno di Dio in Gesù sono tre:

  • Escatologico, propria di Gesù, l'espressione Regno di Dio è piuttosto rara nel giudaismo, San Paolo non la usa, sta ad indicare un Regno escatologico, che è già presente, un modo diverso di concepirlo quindi. È pura grazia, è un offerta gratuita, nessuna forza umana ha forzato la venuta del Regno.
  • Significato cristologico-teologico, le distanze si sono ravvicinate, il Regno di Dio viene solo e soltanto per mezzo del Figlio, la rivelazione di Dio Padre costituisce il baricentro di questo annuncio, del Regno se ne parlava anche nell'Antico Testamento, ma ora si dice che il Padre può essere rivelato, Gesù ci annuncia un Dio che perdona, che è salvezza.
  • Significato soteriologico, cioè l'avvento del Regno coincide con la salvezza e il perdono.

Gesù annuncia il Regno attraverso due strade:

  • Quella della parola, ci sono delle parole di Gesù sintetizzate anche in alcuni luoghi dell'Antico Testamento, può anche essere visto come un maestro di sapienza, con il significato ebraico, colui che attraverso la Parola di Dio interpreta la tua vita
  • Un altro modo si vede nel messaggio delle beatitudini e delle parabole

La predicazione di Gesù appare quella di un oratore popolare, è l'evangelizzatore per eccellenza, non è un dottore della legge o uno scriba, Gesù non è neanche un maestro di morale o un umanista, è semplicemente l'annunciatore di un messaggio di salvezza che è pura grazia, questo messaggio di salvezza trova sua piena realizzazione nel ministero galilaico, Galilea vuol dire discorso alle folle, per tutti. Il modo di annunciare di Gesù fa vedere il vero modo della sovranità divina. Le parole di Gesù manifestano un attitudine salvifica universale, non ci sono barriere di purità o di carattere nazionale o etnico.

Il regno è una realtà escatologica dell’ultimo tempo o che viene già da ora, in alcuni testi sembra già presente “In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno” (Mt 16,28) sembra quasi che sia immediato, questo vorrebbe dire che non avrebbe senso fondare una Chiesa, tuttavia ci sono altri testi che rimandano nel tempo, ma che fanno intuire una fase terrestre del regno che si estende sino alla fine dei tempi. Così il Padre Nostro, “venga il tuo regno”, il seme che germoglia, che nasce (Mc 26,21). Il regno coincide con la venuta di Gesù quindi, ma il suo tempo di realizzazione si dilata sino alla fine dei tempi, il già e non ancora. Con Gesù è già venuto il regno ma la sua piena realizzazione avverrà alla fine dei tempi. Ci sono dei passi in cui Gesù fa coincidere il Regno con se stesso (Lc 4,21), sta leggendo Isaia che parla proprio delle promesse messianiche, ed oggi si è adempiuta questa promessa, indicano quindi non solo la volontà di rimandare a un tempo futuro, ma di realizzare il suo regno già nella storia. Gesù non è solo l’annunciatore del Regno, ma anche il realizzatore del Regno, non è colui che rimanda al Regno che verrà ma colui che oggi porta il Regno. Essere contro il Regno è essere contro Gesù stesso. Questo inizio cristologico del Regno non poteva scomparire con la scomparsa di Gesù, se è convinto Gesù che con in lui il Regno ha un inizio, una inaugurazione non poteva svanire con la sua dipartita, nei vangeli tral’altro traspare la volontà che continui, sceglie dei discepoli, li invia in missione, tra questi sceglie 12 persone, chiara l'idea di rifondare le 12 tribù di Israele, tra i 12 ne sceglie 3 (Pietro, Giacomo e Giovanni) tra i 3 ne sceglie uno (Pietro). Certo non è la Chiesa attuale, ma c’è il germe qui. Chi non vuole costruire qualcosa dopo di lui non sceglie dei discepoli e degli apostoli, non affida un primato. C’è una continuità tra Regno e Chiesa.