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Filioque

L'espressione latina filioque significa "e dal figlio" e deve la sua importanza perché è stata inserita dalla Chiesa come un'aggiunta al Credo niceno-costantinopolitano, in riferimento allo Spirito Santo: qui ex patre (filioque) procedit, cioè "che procede dal Padre (e dal Figlio)". Questo fu tra le cause del grande scisma con gli ortodossi.

Nella prospettiva orientale lo Spirito procede dal Padre per mezzo del Figlio, in quella occidentale, procede dal Padre e dal Figlio (Filioque), anche se la sorgente resta il Padre, infatti il Figlio riceve dal Padre la divinità, e quindi anche la capacità di spirare lo Spirito. Per Sant'Agostino lo Spirito Santo così procede dal Padre e dal Figlio proprio perché è questa ineffabile comunione tra i due, è il loro reciproco amore.

In realtà le due prospettive non erano così distanti, tant'è vero che Massimo il Confessore era ancora in grado di apprezzare teologicamente la posizione latina del Filioque. Purtroppo la distanza culturale si fece sempre più sentire, e le difficoltà di comunicazione aumentarono e resero incomprensibili i reciproci linguaggi. I termini ipostasi e persona inoltre causarono molte incomprensioni. Per parlare del rapporto tra lo Spirito e il Padre, i greci usavano il termine del concilio Costantinopolitano, ekporeuomai, che significa "scaturire da sorgente", venire dall'origine, e quindi può essere usato solamente per il Padre, che lo Spirito Santo "scaturisce solo da fonte", lo posso dire solo del padre, questo lo dice il Concilio. Invece in latino si traduce questo termine con procedere, che significa semplicemente "venire avanti", e quindi si può dire che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, in quanto viene avanti da entrambi. I Greci dicono solo dal Padre perchè il Padre è sorgente, e non possono esistere due sorgenti. I greci capiscono che nella teologia occidentale, ci sono due sorgenti che sono il Padre e il Figlio e questo sarebbe contro il dogma.

La storia dello scisma

In occidente si comincia a introdurre nel simbolo il Filioque, non si fermano a che "procede dal Padre" ma aggiungono "dal Figlio", questo, solamente a livello locale, questo per combattere l'arianesimo. Gli orientali sopportarono questa cosa, ma mettevano in chiaro che solo un concilio poteva cambiare un altro concilio. La situazione è questa: il Patriarca di Costantinopoli vuole affermare se stesso rispetto al vescovo di Roma, Carlo Magno voleva mettere il Filioque nel simbolo per affermare la superiorità dell'Occidente.

Questo inciso fu inserito per la prima volta a Toledo, in Spagna, nel 587. In quell'epoca, l'arianesimo era molto diffuso, soprattutto nelle alte sfere della nobiltà visigotica spagnola. Questa versione del cristianesimo si differenziava dal cattolicesimo proprio in ambito trinitario. Il Papa Leone III, autorizza Carlo Magno ad inserirlo ma non lo introduce a Roma, si può inserire ma solo a livello locale. Solo con Benedetto VIII, nel 1014, sarà inserito anche a Roma. Nel IX secolo la controversia esplode con Fozio, eletto patriarca di Costantinopoli nell'858, per affrontare la sua superiorità rispetto a Roma dice che il Filioque è sbagliato, perchè modifica il concilio, è perchè è errato, lo Spirito Santo viene solo dal Padre, e critica i latini di distruggere l'unità della Santissima Trinità, dicendo che in Lei ci sono due principi. Fozio afferma quindi che lo Spirito Santo procede solo dal Padre, formula che col passare del tempo, venne ritenuta quasi un dogma di fede per l'Oriente. Fozio cambia in questo modo lo schema lineare orientale. Con il patriarca Fozio si riesce comunque a trovare un accordo, a ricomporre il tutto. Dopo con il successivo Patriarca avanzano problemi, la rottura è nel 1054, rottura seria sancita dalla reciproca scomunica, da quel momento le due strade rimangono fortemente separate. Il cardinale Umberto di Silvacandida, legato pontificio a Costantinopoli, lancia l'anatema contro il patriarca Michele Cerulario, rimproverandogli, ignorantemente, di avere tolto il Filioque dal Simbolo. Il Filioque non era nel Simbolo, in quanto nell'ultimo Concilio si diceva appunto solo che lo Spirito Santo procedeva dal Padre. Naturalmente, il patriarca scomunica a sua volta con un contro-anatema il cardinale, e protesta perché i Greci sono stati scomunicati per non aver voluto alterare il Simbolo. Solo nel 1965, dopo lo storico incontro tra Paolo VI e Atenagora I a Gerusalemme, saranno tolte le rispettive scomuniche.

I concili medioevali sono concili a cui non partecipano più quelli della chiesa d'oriente, e questi concili affermano la formula del Filioque esplicitamente. Nel 1274, al concilio di Lione II viene aggiunta un'ulteriore formula che sottolinea con forza che il Padre e il Figlio sono l'Unico principio dello Spirito Santo, questo allontana ancora di più dagli orientali. C'è quindi il Padre che spira lo Spirito e il Figlio che spira lo Spirito, il Figlio spira si lo Spirito dal Padre, ma si considera il Figlio insieme al Padre. I numerosi tentativi di unione, dopo il 1054 fallirono questo sia per la situazione politica di Bisanzio, sia per l'imposizione unilaterale, da parte di Roma della prospettiva del Filioque.

Il XV secolo è un momento difficile per la Chiesa, Bisanzio è assediato dai turchi, la Chiesa d'oriente si appella a Roma per avere l'aiuto della Chiesa d'occidente, nella Chiesa d'occidente nel XV secolo c'è la questione conciliare, c'erano tre papi. 1439 -1445 si tiene il concilio di Ferrara, partecipano i patriarchi d'oriente e si ottiene una formula d'unione, si prende tutte e due come possibili formule, con un piccolo favore su quella occidentale, il popolo orientale non accetta questa situazione al ritorno del Patriarca, in quanto era una situazione imposta, quindi la chiesa d'oriente torna sui suoi passi. Dobbiamo giungere al 1700 A Benedetto XIV , figura molto simpatica, uomo di grande larghezza di vedute, che fa un affermazione importante per l'ecumenismo. Afferma che la formula senza il filioque, non solo è utilizzabile ma va utilizzata nelle chiese di rito greco unite con Roma. L'ultima tappa è quella del VaticanoII, con l'atto di Paolo VI e Atenagora che tolgono le reciproche scomuniche. Inizia il dialogo teologico portato avanti con alterne vicende. I cattolici dicono che le due formule sono equivalenti, per gli ortodossi ci sono varie posizioni: quella di Losskiy, che si rifà molto alla teologia ortodossa greca, che è critica sul Filioque latino, perchè il Filioque porta delle conseguenze a livello teologico più vasto, ad esempio provoca un certo cristononismo, cioè fa dimenticare o subordina l'azione dello Spirito Santo, c'è il pericolo di un certo centralismo, il Papa è vicario di Cristo, la comunione tra le varie chiese viene lasciata da parte; Bulgakov non solo accetta il Filioque ma vede l'apporto nuovo che offre all'interpretazione trinitaria; terzo autore è Evdokimov dice che c'è si il Filioque, ma se guardiamo la Sacra Scrittura dovremmo parlare anche di uno Spirituque, infatti, come lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio così il Figlio nasce tramite lo Spirito, tanto è vero che questo è incluso anche nel Simbolo che citando Luca e Matteo dice che il Figlio è generato nella carne dallo Spirito Santo, le relazioni trinitarie sono quindi reciproche. Quest'ultima affermazione è accolta dai maggiori teologi occidentali.

L'8 settembre 1995 esce un documento del Consiglio per l'unità dei cristiani, dove la chiesa cattolica dà quattro criteri teologici per leggere la questione. Il primo criterio è che il secondo concilio ecumenico ha valore normativo e irrevocabile. Il secondo è che bisogna stare attenti alla distinzione tra il greco ekporeusij e il latino processio. Il terzo è la questione della formula del concilio di Lione II, L'unico principio, non significa che il Padre e il Figlio siano un essenza divina sovrapersonale ma che il Padre dà al Figlio la capacità di dare lo Spirito Santo. Il quarto è la reciprocità delle relazioni trinitarie, non solo il Figlio è attivo ma anche lo Spirito Santo. La formula del Filioque aveva portato in ambiente cattolico a dire che il Padre è fecondo e il Figlio uguale e lo Spirito Santo è infecondo. Nelle situazioni ecumeniche i cattolici possono non citare il Filioque e dall'altra parte si richiede di accettare il Filioque, in quanto ormai ci sono le opportune chiarificazioni.