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Editto di Nantes (1598)

Promulgato da Enrico IV, nel 1598, allo scopo di porre fine a 40 anni di guerra civile in Francia; fu successivamente revocato da Luigi XIV (1685) che sperava di ritornare all'unità religiosa. Possiamo affermare che questo editto che si pone in controtendenza perché con esso viene introdotto il nuovo principio della tolleranza civile e religiosa.

L’editto concedeva ai protestanti i seguenti privilegi (e non riconosceva dei diritti):

  • Il rispetto della libertà di coscienza: nessun protestante poteva essere costretto ad agire contro coscienza
  • Il riconoscimento anche se limitato, della libertà di culto: il culto era ammesso soltanto in determinati luoghi
  • Il riconoscimento dell’uguaglianza civile tra protestanti e cattolici
  • Il privilegio giudiziario con la creazione di tribunali misti (composti per metà da protestanti e metà da cattolici)
  • La possibilità per i protestanti di disporre di posti sicuri nel Sud della Francia nei quali i cattolici non avrebbero potuto perseguitarli

Il fatto che ai protestanti venivano concessi dei privilegi e non riconosciuti dei diritti indicava chiaramente che non s’intendeva stabilire la parità fra cattolici e protestanti. Infatti Enrico, nell’apertura dell’editto, si presenta come il re cristianissimo, che vorrebbe vedere i propri sudditi ritornare alla fede cattolica. Questo editto ha lo scopo di ristabilire il cattolicesimo in Francia. In sintesi possiamo affermare che l’editto di Nantes fu un editto di tolleranza, dove tolleranza sta ad indicare che i protestanti venivano sopportati come un male minore rispetto al male maggiore della guerra civile.

Storia

La Francia era equamente divisa tra cattolici e protestanti, non c’era predominio né di una parte, né di un’altra. La lotta contro le nuove correnti di riforma e contro le nuove eresie cominciò agli inizi del 1560 e fu affidata a degli inquisitori nominati dai vescovi col placet (poco concesso) del parlamento e del re. La politica religiosa di Francesco I (1515-1547) fu fino al 1540 esitante, da questa data in poi, invece, effettuò una politica repressiva contro i protestanti

Nel 1543 il re di Francia pubblicò le Lettere patenti, che contenevano gli articoli della vera fede e l’indice dei libri proibiti Nel 1547 muore Francesco I e gli succede Enrico II (1547-1559) che promulga, nel 1551, l’editto di Chateaubriant e, nel 1559, quello di Ecoven: due editti repressivi. Il re, pur volendo, non poté svolgere un’azione repressiva contro i protestanti, come avveniva in Spagna, perché era ostacolato dal parlamento.

La pace di Cateai-Cambreis (aprile 1559), stipulata fra il re di Francia Enrico II e il re di Spagna Filippo II, permette ai due re cattolici di dedicarsi all’estirpazione delle eresie nei loro rispettivi paesi. Dal 1560 fino alla fine del secolo, in Francia si vive un nuovo periodo di disordini e violenti scontri: una guerra civile, fra gli appartenenti alle due professioni religiose. Si arriva alla guerra civile perché: la scomparsa di Enrico II porta a un indebolimento del potere reale provocato dall’instabilità dell’istituzione monarchica. Infatti per quasi 40 anni il trono sarà occupato sia da giovani re (Francesco II; Carlo IX) sia da sovrani rinnegati dai sudditi (Enrico III; Enrico IV);

La nascita del partito protestante degli Ugonotti è legata alla diffusione del calvinismo, che prima degli anni ’60 era diffuso soltanto fra il popolo, anche presso la nobiltà. Questo partito vuole ottenere la libertà di religione e di far cessare l’egemonia politico/religiosa della cattolicissima Spagna.

Con la morte di Enrico II, diventa reggente di Francia Caterina dei Medici, la quale nella speranza di promuovere una forma di coesistenza pacifica tra le due confessioni, abbandonò la politica repressiva dei suoi predecessori. Ma lo scontro fu inevitabile, e si arrivò a una serie di massacri, il peggiore dei quali fu quello di Saint Barthelemy dell’agosto del 1572, durante il quale furono massacrati tutti gli Ugonotti di Parigi e dintorni.

Il nuovo re di Francia, Enrico IV di Navarra, al momento della sua ascesa al trono era il capo degli Ugonotti francesi e per questo, in un primo momento fu rinnegato dai sudditi cattolici, che si erano costituiti nel movimento della Lega. Questo movimento era appoggiato dal papa e dal re di Spagna, che voleva riportare sul trono di Francia un re cattolico. Però il re Enrico IV fu alquanto abile perché, al fine di riconquistare il favore dei cattolici, nel 1593, nella basilica di Saint-Denis, abiurò solennemente e quindi ritornò alla fede cattolica. Nel 1594 ricevette l’unzione sacrale e finalmente entrò a Parigi. Nell’aprile del 1598, sotto il suo regno, si arriva alla promulgazione dell’editto di Nantes. Con questo editto, il re Enrico IV cercò di organizzare la coesistenza pacifica tra le due confessioni e questo implicava: il riconoscimento del fatto protestante, il riconoscimento di una esistenza legale alla religione cosiddetta riformata; la riaffermazione del diritto cattolico, cioè il riconoscimento del carattere cattolico del regno di Francia. Con questa norma si ponevano dei limiti alla diffusione delle eresie nel regno di Francia. Queste due norme che sono in contrapposizione, hanno reso l’editto ambiguo e quindi sarà contestato sia dai cattolici, sia dagli stessi protestanti.