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Martin Lutero

La riforma protestante apre un periodo nuovo nella storia della Chiesa e dell’Europa, poiché essa segna la fine dell’unità religiosa in Europa.


Le cause di questa profonda fattura sono religiose politiche, sociali, psicologiche. La riforma Protestante non può essere vista soltanto come una risposta agli abusi o ai difetti della Chiesa del tempo, ma affonda le sue radici ben più lontano, infatti oggi gli storici parlano di una lunga pre-riforma, di un lungo periodo di fermento cristiano/religioso che inizia nel XIV secolo e continua fino al XVI. Questa cosiddetta pre-riforma non riguarda soltanto gli ambienti ecclesiastici, ma anche quelli laici. Fra i movimenti che fanno parte di questa pre-riforma e che poi ritroviamo all’interno della Riforma Protestante ricordiamo: la mistica, l’umanesimo, la Devotio moderna.

Fino all’inizio del ‘900, nel mondo cattolico, l'immagine di Martin Lutero era molto negativa e ciò perché la storiografia cattolica ne accentuava gli aspetti deteriori della sua figura e del suo pensiero. La teologia cattolica lo vedeva come un monaco depravato, l'obiettivo era screditare l'uomo, un uomo corrotto. Tra questi storici ricordiamo:

Nel 1900 ci fu una rivalutazione non solo dell'uomo ma anche della dottrina. Questo sia ad opera degli storici che dei teologi. Fra questi ultimi ricordiamo K.Adam e Yves Congar i quali ammettono che Lutero era un uomo profondamente religioso, con un senso autentico del peccato e con un forte senso della carità cristiana. Il carattere molto forte di Lutero, pronto alla collera, spiega la sua inclinazione al soggettivismo. Questo carattere lo rendeva poco disposto ad accettare le direttive della gerarchia ecclesiastica, mediatrice tra Dio e l’uomo e per tale motivo venne chiamato doctor hyperbolicus.

Nel 1483 nasce Lutero, in una piccola città della Germania orientale, il vero cognome è Luder, questo cognome è stato cambiato in Luter, perché non gli piaceva il suo cognome che aveva un significato un po' ingiurioso. Un uomo molto severo, ha conosciuto un'educazione molto severa. Studiò filosofia a Erfurt in un ambiente nominalista e occamista. Nel luglio del 1505 decide di entrare nella corrente riformata degli agostiniani, contro la volontà del padre, due anni dopo fu ordinato sacerdote, sacerdote cattolico, monaco agostiniano. Nel 1510 finalmente riesce a realizzare il suo viaggio a Roma per protestare l'idea del superiore di unire i due rami dell'ordine agostiniano, quello riformato e quello no. Rimase scandalizzato di quello che vide, della mancanza di raccoglimento dei preti, il modo di vivere dei cardinali, il fasto. I fastidi di questo viaggio vennero raccoltati molto più tardi in maniera accentuata, tornato continuò a studiare teologia, e nel 1512 riceve il titolo di dottore in teologia, continuò l'insegnamento della sacra scrittura fino al 1515.

Tra il 1515 e il 1517 maturò in lui una crisi che lo portò a maturare una nuova dottrina, che è quella della giustificazione. Lutero subisce un'evoluzione psicologica che lo portò ad elaborare la nuova dottrina della giustificazione per mezzo della fede. Egli arriva alla dottrina della sola fide in seguito ad una profonda crisi spirituale originata dalla convinzione, in lui radicata, che l'uomo non si possa liberare dal peccato. Egli quindi cerca una via di salvezza che lo porta ad interessarsi della mistica tedesca, a riprendere la lettura di Sant'Agostino e delle lettere di San Paolo. Indubbiamente alla base del movimento di riforma di Lutero, non c'era la formazione di una nuova chiesa, ma fu una crisi esistenziale di Lutero, che si vedeva un peccatore, che si chiedeva come faceva a liberarsi dai peccati e non far parte del numero dei dannati, nonostante i suoi sforzi non ci riusciva, cercava la via della salvezza personale, cercando una via d'uscita ha iniziato a rileggere quindi i mistici, ma anche gli scritti di Sant’Agostino e le lettere di San Paolo, da queste letture ha trovato le risposte al suo problema esistenziale, l'uomo come tale non vale nulla di fronte a Dio, la natura è completamente corrotta, pessimismo antropologico, che contrasta con la visione dell'umanismo, con Erasmo. Lutero si sente peccatore senza speranza, si pone la domanda fondamentale sulla sua salvezza, è disperato, non sa come potrà essere salvato davanti a un Dio che punisce i peccatori, e lui si vede così nonostante tutti i suoi sforzi. La risposta è venuta quando ha cominciato a leggere e meditare il passo di San Paolo "il giusto vivrà per fede", il giusto vive per il dono di Dio. Dio misericordioso ci giustifica per mezzo della fede, è la giustizia di Dio non è la giustizia dell'uomo, l'unica cosa che Dio ci chiede è di credere, di dar fiducia alle sue promesse. Solo con la fede si può essere salvati, non con le opere, basta credere per essere salvati. Quando Lutero uscirà alla scoperta con il problema delle indulgenze aveva già maturato questa esperienza personale, che sta alla base di tutta la sua teologia. Ha cercato una risposta per lui e l'ha estesa a tutti. Basta credere per sentirsi salvi, per essere certi di essere salvati, dare fiducia alle promesse di Dio rivelate in Gesù Cristo contenute nella Sacra Scrittura. Non è tanto l'idea di una conoscenza e l'adesione a questa conoscenza, a un dogma, ma più un abbandono, una fiducia alle promesse di Cristo. Per questo è fondamentale il ritorno alla Sacra Scrittura.

Non è questa dottrina con cui Lutero si è fatto conoscere, ma con la storia delle indulgenze, quando nel 1517 Lutero o i suoi studenti hanno affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, com'era uso a quel tempo, 95 tesi in latino riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. Può sembrare una questione secondaria, ma ha la sua importanza nel modo di riferimento del movimento. L'indulgenza era la remissione da parte della chiesa delle pene inflitte al penitente, queste a volte potevano essere molto severe, digiuni, pellegrinaggi, non è la remissione della colpa, per quella ci vuole l'assoluzione in confessione, ma è la remissione della pena inferta al penitente dalla Chiesa. Tutta questa dottrina delle indulgenze si basava sull'idea di un tesoro della Chiesa alla quale poteva attingere per rimettere le pene ai peccatori, questo tesoro era fatto da tutti i meriti di Cristo e dei santi. A partire dal XV secolo queste indulgenze si ottenevano dietro pagamento, sono state oggetto di un commercio, il concetto stesso di indulgenza ha iniziato ad allargarsi, non solo alle pene temporali, ma anche per i defunti per abbreviare i tempi del purgatorio. All'inizio del 1500 papa Giulio II ha incoraggiato la vendita delle indulgenze per favorire la costruzione di San Pietro. Questa pratica si diffuse anche in Germania dove, il vescovo Alberto di Magdeburgo aveva avuto da Roma l'autorizzazione a concedere le indulgenze a pagamento per far fronte alla tassa romana sul cumulo dei vescovadi di Halberstadt e di Magonza nella sua persona. La predicazione delle indulgenze iniziò in Germania ad opera del domenicano tedesco Giovanni Tetzel.

In reazione alla predicazione sull'indulgenza, che era ai limiti dell'ortodossia, Lutero ha mandato al vescovo queste 95 tesi, visto il silenzio di quest'ultimo le manda ad alcuni teologi tedeschi che le diffusero, queste si diffusero in tutta la Germania, e Lutero divenne famoso, il vescovo nel frattempo le aveva mandate a Roma per essere giudicate. Non contestava l'idea dell'indulgenza, diceva di tornare all'autentica concezione delle indulgenze, voleva relativizzarne la portata, che non vale per la colpa ma solo per la pena, e soprattutto non vale per i defunti, non contestava la possibilità di rimettere la penitenza da parte della chiesa della pena messa da se stessa, ma che queste venissero pagate non lo accettava, rimettere le pene poi dopo la morte era veramente illogico, il potere della chiesa si fermava a prima della morte, l'indulgenza è una remissione della pena inflitta dalla Chiesa, che non riguarda i defunti. Per Lutero l'unico tesoro di cui dispone la chiesa è la parola di Dio, non c'era questo tesoro dei santi che permetteva alla chiesa di rimettere le indulgenze. L'indulgenza dà una falsa sicurezza all'uomo peccatore, l'essenziale non è andare a cercare e comperare le indulgenze, ma andare a leggere il vangelo. Lutero divenne qualcuno di inquietante per il papa e non si poteva farlo fare senza reagire.

All'inizio c'era la tendenza a prendere con serenità la cosa, c'erano tanti movimenti che volevano cambiare le cose, ma poi visto che la cosa diveniva grande nel 1518 fu intimato a Lutero di presentarsi al papa Leone X per difendere le sue tesi, ma fu dispensato per intercessione del principe di Sassonia Federico e fu mandato un cardinale, ma questo dialogo non fu positivo, Lutero qui non voleva più già sottomettersi al Papa per obbedienza, voleva esser convinto di essere nell'errore, e voleva essere convinto sulla base della Sacra Scrittura, che era unica autorità. Lutero poté contare sul sostegno del suo principe, il principe della Sassonia, candidato alla successione al trono imperiale, era il protettore di Lutero, questa adesione dei principi a Lutero fu la causa del suo successo. Eck, cattolico professore di teologia, entrò in conflitto con Lutero, nel 1519 ci fu una disputa a Lipsia, durante questo colloquio evidentemente Lutero dovette presentare le sue tesi, e lo fece pubblicamente dicendo delle cose che non aveva detto prima, le indulgenze non c'entravano più, si parlava del primato della chiesa non valido , difendeva la teoria conciliarista, e il fatto che l'unica autorità è la Parola, escludendo così la tradizione della Chiesa. Lutero contesta quindi qui pubblicamente l'autorità sia del Papa che del Concilio, ritiene la Sacra Scrittura come unica autorità nella Chiesa, si è passato dalla cosiddetta soteriologia all'ecclesiologia che diventava più pericolosa. Siamo all'inizio dell'idea di una nuova Chiesa, idea che Lutero probabilmente ancora non aveva, il problema di Lutero era un problema personale sino al 1519 la sua idea di Chiesa era rimasta molto vicina a quella tradizionale. Dopo la disputa di Lipsia la rottura tra il Papa e Lutero sembra consumata.

Lutero quindi non aveva l'idea di fondare una nuova chiesa, la sua visione ecclesiale era abbastanza tradizionale, ma dopo questa disputa la rottura tra Roma e il riformatore è consumata. 15 giugno 1520 venne emanata una bolla papale che dava 60 giorni a Lutero per ritrattare e condannava 41 proposizioni estratte dai suoi scritti, solamente 6 riguardavano le indulgenze, questo indica che le problematiche maggiori erano altre. Lutero non ritrattò, non si sottomise a questa ingiunzione papale, ma in segno di rifiuto bruciò pubblicamente la bolla papale il 10 dicembre del 1520, insieme con tutti i testi del diritto canonico e dei suoi avversari, la scomunica avvenne il 3 gennaio del 1521, con la bolla Decet Romanum Pontificem, che scomunica di Lutero e seguaci. Nello stesso anno venne invitato a presentarsi alla dieta imperale, Lutero si presentò ma ripartì prima che venisse deciso il bando dell'impero, fu rapito da soldati del suo principe, altrimenti sarebbe stato messo al rogo.

Gli scritti di Lutero sono di circostanza, dettati da necessita. Il primo scritto agosto 1520 si intitola Alla nobiltà cristiana, questo testo è un epistola alla nobiltà cristiana e Lutero lancia un appello a questi principi per demolire i pilastri della romanità, la distinzione tra lo stato ecclesiastico e il resto del popolo di Dio, apparteniamo tutti allo stato ecclesiastico, non c'è una differenza di natura, ma di funzioni. Secondo pilastro della romanità il diritto esclusivo della gerarchia papale a interpretare la sacra scrittura, ognuno deve poter avere accesso alla Sacra Scrittura, critica il fatto che solo il papa potesse convocare il concilio e la superiorità del Papa su di esso.

Il secondo scritto dell'ottobre del 1520, De captivitate babylonica ecclesiae praeludium, riguarda i sacramenti, sulla cattività babilonica della chiesa, contesta la dottrina della chiesa, i sacramenti sono mezzi utilizzati dalla chiesa per poter controllare i fedeli. Ne conserva solo tre, il battesimo, l'eucarestia, e la penitenza. Sull'eucarestia Lutero cerca di sviluppare una nuova dottrina: nega la dottrina della transustanziazione e parla di consunstanziazione, Cristo non potrebbe far contenere il suo corpo sotto la sostanza del pane, c'è una coesistenza al momento della celebrazione eucaristica non dopo, tuttavia mantiene l'idea di una presenza reale a differenza di futuri riformatori. Nega anche il valore sacrificale della messa, la messa non è un sacrificio, non si può parlare di una riattualizzazione del sacrificio di Cristo, la messa è una promessa di Cristo, il sacrificio è unico. A differenza di altri esponenti protestanti rimarrà in Lutero l'idea della presenza del corpo e del sangue, ma solo durante la celebrazione eucaristica.

Il terzo scritto è quello sulla libertà, De libertate christiana, pubblicato simultaneamente in latino e tedesco, c'è un'esaltazione della libertà, della libertà dell'uomo giustificato in Cristo, Lutero torna a ripetere che non c'è un libero arbitrio, la natura umana è corrotta, le buone opere sono le conseguenze della beatificazione non la causa, l'uomo fa il bene perché è in stato di grazia. Questo libro segna la rottura fra Umanisti e Riformatori.

Altro lavoro di Lutero consiste nella traduzione della Bibbia in tedesco, questa grazie alla stampa si diffuse rapidamente. Ciò ha portato alla diffusione delle teorie di Lutero.

A partire dal 1520, all'interno del movimento riformatore ci sono umanisti come Erasmo, c'era una stima reciproca tra i due, Lutero lo ammirava, ma Erasmo ha voluto prendere un atteggiamento senza posizione, poi prese parte contro Lutero, proprio contro il De libertate christiana di Lutero che decide che tutto è determinato, contrario sia alla sacra scrittura che alla libertà umana, se l'uomo non è libero la misericordia di Dio non ha più senso. Lutero nel 1525 rispose molto male ad Erasmo, rottura tra Lutero e umanesimo. Lutero nega il libero arbitrio, le opere buone sono le conseguenze della giustificazione e della grazia. Rottura anche con riformatori più estremi dai quali Lutero prese le distanze.

All'indomani della scomunica di Lutero e della sua rottura con Roma. Il movimento luterano si diffonde nell'impero. Dal 1521 al 1525 c'è il periodo delle rivoluzioni sociali. Questo primo periodo è contrassegnato dalla guerra dei contadini. I capi di questo movimento si richiamavano alle sue idee, quindi Lutero fu richiamato da questo movimento. Questa rivolta fu guidata da Tommaso Muntzer, che voleva cambiare tutto l'ordine sociale in nome del vangelo, era un ex monaco che aveva aderito alla dottrina di Lutero, aveva preso la guida di questo movimento di ribellione, andando a predicare una specie di comunismo evangelico, un nuovo ordine sociale egualitario. Questi contadini hanno dato un'interpretazione politica alla libertà di Lutero. Questa sorta per rivendicazioni sociali e religiose prima fu appoggiata da Lutero, però successivamente quando sfociò in una forma di anarchia, egli se ne allontanò. Quindi scrisse Contro le empie e scellerate bande dei contadini, in questo testo si schierava apertamente dalla parte delle autorità e quindi contro gli insorti. Lutero percepisce la necessità di un principio di ordine della società che trova nello Stato. Ha riconosciuto il bisogno dello stato per dare ordine. In questo periodo si costituiscono le Chiese di Stato, dove all'autorità del papa si sostituisce quella del principe, il quale diventa un vescovo di emergenza ed è chiamato ad esercitare i poteri propri del vescovo. Queste chiese non avevano più nessuna gerarchia, quindi il principe diventava una specie di vescovo di emergenza. L'importanza del principe e dello stato nella concezione luterano del rapporto chiesa-stato, avrà due conseguenze, dopo il 1600 porterà da una parte porterà alla statalizzazione di queste chiese, anche la secolarizzazione dei beni ecclesiastici.

Quindi dopo il 1520 il luteranesimo si diffuse, fino al 1555 dove si arriva alla pace di augusta. Una prima fase di questo periodo fino al 1525, è la fase delle rivolte dei contadini, che scoppia in tutta la Germania, un movimento rivoluzionario, che si richiama alle idee di Lutero sulla libertà, bisognava realizzare su questa terra un ordine sociale, che era simile a quello del vangelo. Accanto a queste rivendicazioni sociali c'erano anche quelle religiose, come elezioni democratiche dei parroci. Coloro che hanno preso la testa di questi movimenti erano discepoli di Lutero, in particolare Tommaso Muntzer, che aveva interpretato questa idee andando ad annunciare un comunismo del vangelo, per far avvenire su questa terra il regno di Dio. Lutero stesso ha dovuto prendere posizione, condannando i danni dei rivoltosi. In questo scritto riconosce della necessità dell'autorità dello stato, lo stato visto come principio di ordine e quindi anche le chiese dovevano sottomettersi alle autorità dello stato. I vescovi erano rimasti tutti cattolici, i principi quindi erano stati per Lutero i vescovi di emergenza, provvisori, provvisorietà che è rimasta per quasi tre secoli però.

Nel 1525 abbandona la vita politica, la veste religiosa, si sposa, ha 8 figli e si dedica allo studio della bibbia, atteggiamento da parte sua sempre più polemico, lo scritto antisemita sugli ebrei risale all'ultimo periodo di Lutero. Tradusse la bibbia in lingua tedesca, dal greco e dalla traduzione latina di Erasmo.

Dal 1525 al 1532 c'è il periodo delle diete, ovvero dei colloqui durante i quali si cerca di raggiungere un accordo fra cattolici e protestanti. Nel 1526 l'imperatore Carlo V, al fine di riportare la pace nell'impero, convoca la dieta di Spira, dove riconosce ai principi il diritto di abbracciare la nuova fede a titolo provvisorio e quindi implicitamente si riconosce il diritto all'esistenza dei protestanti. I principi tedeschi erano liberi di applicare o no il decreto della dieta di Worm che aveva bandito gli scritti di Lutero dall'impero. Posizione troppo favorevole ai protestanti, questa apertura ha contribuito all'espansione del luteranesimo e l'imperatore, per arginare detta espansione, convocò nel 1529, sempre a Spira, una nuova dieta, durante la quale si decise il divieto di ogni propaganda luterana e si rese obbligatoria l'applicazione del decreto del 1521. Contro le decisioni della dieta del 1529 protestarono 6 principi e 14 città, per questa protesta si attribuì il nome di Protestanti ai fedeli luterani.

Nel 1530 ad Augusta fu convocata una nuova dieta dove fu presentata dai principi protestanti la Confessione Augustana, cioè la loro professione di fede e si cercarono di minimizzare le divergenze fra la nuova e l'antica fede. Questo scritto è stato fatto da un discepolo di Lutero molto più moderato, il testo era stato scritto con un'intenzione conciliante. La confessione Augustana fu rigettata dai maggior parte dei delegati della dieta, ci fu la costituzione di una specie di alleanza militare tra tutti i principi tedeschi protestanti per difendere il loro diritto. Gli stati protestanti vengono invitati a ritornare alla legge dell'impero, ovvero al cattolicesimo, però questi si rifiutano e si coalizzano contro l'imperatore costituendo la lega di Smalcalda. La Riforma Protestante acquista quindi una dimensione politica. Questa lega ebbe anche il sostegno di grandi potenze europee. Nel 1532 ci fu una nuova dieta a Norimberga che annullò le decisioni di Augusta.

Dal 1532 al 1555 c'è un periodo di lotta fino al raggiungimento della pace con il compromesso di Augusta. Il fallimento di ogni tentativo di giungere a un accordo delle parti, a seguito del rifiuto dei protestanti di accettare l'idea di un concilio (che sarà quello di Trento convocato nel 1545, a cui i protestanti non hanno voluto partecipare, il concilio certificherà questa rottura), porta ad una guerra aperta tra gli stati protestanti e l'impero, guerra che si conclude con la battaglia di Muhlberg del 1547 che segna la sconfitta dei protestanti. Nonostante questa sconfitta e la morte di Lutero dell'ottobre 1546, il movimento luterano diventa inarrestabile e ciò costringe l'imperatore a convocare una nuova dieta ad Augusta, dove si raggiunge un compromesso: la pace di Augusta nel 1555. Le conseguenze sono la divisione della Germania sul piano religioso, gli stati evangelici riformati hanno il diritto di professare la propria fede come stabilito nella dieta del 1530 e l'imperatore rinuncia a stabilire l'unità religiosa dell'impero; il principio della territorialità ecclesiale, ovvero il diritto di ogni principe di scegliere la Chiesa alla quale appartenere. La religione del principe diventa quella dei sudditi perché l'unità politica coincide con quella religiosa.