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La quinta crociata

Il fallimento della quinta crociata promossa da Innocenzo III


Morto Innocenzo IIII (16 luglio 1216) fu eletto a succedergli l'an­ziano card. Cencio Savelli che prese il nome di Onorio III (1216-1227). Il papa continuò la pre­parazione della crociata pro­mossa da Innocenzo III, ma la corrispondenza dei pa­esi cristiani fu scarsa.

Il re di Germania Federico II (1215-1250), avrebbe do­vuto partecipare alla crociata, ma la prima spedizione, che partì nel 1217, fu guidata dal re Andrea II d'Ungheria e dal duca Leopoldo d'Austria, mentre Federico II era rimasto in Germania, assorbito dagli impegni di assicurare il trono di Germania a suo figlio Enrico VII.

Principe geniale e dotato di una vasta cultura, Federico, che aveva fondato l'Università di Napoli, fu il rappresentante di quella cultura mi­sta di elementi arabi e latini che fiorì in Sicilia, come an­che di quello spirito laico che non si sente più legato alle norme della concezione medievale del mondo e per questo fu un pre­cur­sore del Rinascimento, anche se non può definirsi come il primo sovrano mo­derno. L'Italia meridionale fu il fulcro della sua potenza tanto che, dal 1220 al 1250, si trattenne in terra tedesca solo due volte.

Nella dieta di Francoforte, dell'a­prile 1220, Federico II fece eleggere re dei Romani suo figlio Enrico, di nove anni e già re di Sicilia e lo affidò al valido arci­vescovo Enghelberto di Colonia, reggente di Germania e tutore di Enrico.

Questa elezione avvenne nonostante la promessa che Federico II aveva fatto a Innocenzo III nel 1216, se­condo cui l'autorità di Enrico doveva rimanere limitata al regno di Sicilia, feudo pontificio. Il prezzo di questa elezione furono ampie con­cessioni ai principi ecclesiastici che divennero veri e propri so­vrani dei loro terri­tori, con un conseguente indebolimento del po­tere impe­riale in Germania.

Quindi, il 22 novem­bre dello stesso anno, Federico II si fece incoronare imperatore, a Roma, per le mani del card. Ugolino di Ostia.

In quell'occa­sione, d'accordo con il papa, l'im­peratore rinnovò la sua ade­sione alla crociata e fissò come data di partenza l'agosto 1221. In realtà, più che preparare la crociata, Federico II era preoccupato di or­ganizzare il suo regno di Sicilia e di estendere la sua autorità sui domini papali dell'Italia centrale allo scopo di demolire l'edificio politico co­struito da Innocenzo III. Finché, nel trat­tato di S. Germano (presso Cassino), concluso il 25 luglio 1225 con il papa, Federico II ac­cettò come termine improro­gabile per la partenza l'agosto 1227, pena la scomu­nica. Ma prima che scadesse il termine del rinvio -era già il nono- Onorio morì.