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Seconda guerra mondiale

Nel 1939 il cardinale Eugenio Pacelli fu eletto papa col nome di Pio XII e come il suo predecessore era ben preparato al compito di guidare la Chiesa nelle vicende della guerra.


Nacque a Roma nel 1876 da una nobile famiglia romana, giurista-canonista, era stato nunzio a Berlino sotto il pontificato di Pio XI e l’uomo di contatto con la Russia comunista e come Segretario di Stato sostituì Gasparri, purtroppo non aveva alcuna esperienza pastorale. Fu eletto il primo giorno del conclave, al terzo scrutinio, sostenuto da quasi tutti i cardinali stranieri, soprattutto francesi, che lo consideravano il migliore diplomatico del momento.

Cercò di evitare lo scoppio della 2° guerra mondiale, proponendo delle conferenze dove si cercò di risolvere i vari problemi europei. Ma la guerra scoppiò ugualmente nel settembre del 1939, verso cui adottò un atteggiamento imparziale, lasciando scontente tutte le parti belligeranti. Nel maggio del ’40, inviò alcuni messaggi di simpatia ai sovrani di Belgio, Olanda e Lussemburgo, nei quali auspicava un ritorno alla normalità, per questo motivo fu criticato dall’Italia fascista. Cercò di mantenere l’Italia fuori dal conflitto, ma non vi riuscì in quanto il 10 giugno del 1940, essa entrò in guerra a fianco della Germania. Dopo il fallimento della diplomazia vaticana, Pio XII rinunciò a proporre la sua mediazione per fermare la guerra, quindi si rivolse ai popoli mediante alcuni radiomessaggi con i quali cercò di esporre i principi di una pace duratura:

L’invasione tedesca della Russia, ne determinò l’entrata in guerra a fianco degli alleati, anche se la presenza della Russia comunista accanto agli alleati cristiani, fece sollevare degli scrupoli ai cattolici americani che si chiesero se l’alleanza con questo paese nemico della Chiesa fosse legittimo. Il papa rispose che si condannava un’ideologia non un popolo e nonostante le pressioni dell’Italia e della Germania, si rifiutò di predicare una crociata contro il bolscevismo ateo e di benedire le armate naziste e fasciste. I piani della Santa Sede ben presto differirono da quelli degli alleati, in quanto il papa rifiutava il principio di una resa incondizionata della Germania, proponendo una pace di compromesso per evitare il crollo della Germania e provocare così un vuoto nell’Europa centrale, ma tale idea crollò con il fallito attentato a Hitler.

Dopo lo sbarco in Normandia, la Santa Sede adattò la sua posizione di fronte alla nuova situazione, cioè il crollo della Germania e l’ascesa della Russia. Nell’Aprile del ’45 vennero costituite le Nazioni Unite, dove come era accaduto per la 1° guerra mondiale, la Santa Sede non fu invitata a partecipare alla conferenza di pace. Quindi il Vaticano criticò la politica dei vincitori nei confronti dei vinti, invitando gli alleati a non ripetere gli errori della conferenza di pace di Parigi, cioè di non umiliare i vinti, ma di cercare di conciliare le posizioni fra le due parti, cioè il papa auspicava ad una forma di auto-limitazione dei vincitori, temendo l’occupazione dell’Europa centrale da parte dei russi.

Il problema dell’atteggiamento della Santa Sede di fronte alla politica dei sterminio degli ebrei effettuata dalla Germania nazista durante la 2° guerra mondiale è scoppiato nel 1963 a seguito dell’opera teatrale di Hochhuth intitolata Il vicario, in cui l’autore denunciava il silenzio del papa nei confronti della soah. Sorse l’idea che il silenzio del papa fu motivato dal fatto che, non voleva urtare la Germania nazista, vista come l’ultimo baluardo di difesa contro la Russia comunista. Ma Paolo VI per smentire quest’accusa pubblicò gli atti e i documenti della Santa Sede relativi al periodo della 2° guerra mondiale, che provarono come la scelta del silenzio non fosse semplice, ma sofferta per il papa Pio XII, come appare soprattutto dalle lettere scritte ai vescovi tedeschi. Le ragioni del silenzio sono:

La Santa Sede dunque privilegiò la via diplomatica, cercando di agire verso i governi attraverso la mediazione dei nunzi apostolici, anche se il bilancio di quest’azione è contrastato: