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I grandi santi e la loro storia

 
Santa Caterina da Siena
   

Caterina da Siena

da Wikipedia.org

          Caterina da Siena (1347-1378). Proclamata nel 1999 da Giovanni Paolo II copatrona d’Europa –insieme a Brigida di Svezia e a Teresa della Croce (Edith Stein)- Caterina da Siena è la santa italiana più rappresentativa del secolo XIV. Nasce nel 1347 a Siena, con la gemella Giovanna sono rispettivamente 23a e 24a figlia del tintore di panni Jacopo di Benincasa e di sua moglie Monna Lapa di Puccio dei Piagenti. Negli anni della sua crescita sviluppa una singolare vita spirituale. Nel 1363 viene ammessa all’abito delle Mantellate (Terziarie domenicane). Da questo momento i suoi interventi divennero sempre più mirati. Dopo l’esperienza dello sposalizio mistico con Cristo, nelle mistiche nozze della fede, viene segnata anche dalle stimmate (invisibili fino a dopo la morte), finché nel 1367 riceve la missione di impegnarsi nel mondo a nome di Cristo per la salvezza dei fratelli.

Intorno a lei si comincia a costituire una famiglia di discepoli, formata da uomini e da donne. Nel 1368 è spettatrice a Siena di tensioni e di rivolgimenti politici. Non si estranea; ma vive intensamente quel dramma. Il 1370 è l’anno delle grandi estasi: va dallo scambio del cuore con il Signore alla morte mistica.

Nel 1372 scrive le prime lettere politiche al cardinal Legato per la pace d’Italia. Sostenne il pontefice nella diffusione dell’idea della crociata; andò poi a Firenze in occasione del capitolo generale dei domenicani. Le venne assegnato come confessore e guida fra Raimondo da Capua, divenuto poi suo biografo.

Scoppiata nel 1374 la peste a Siena, Caterina si mise a servizio dei malati. L’anno successivo si recò a Pisa, poi tornò a Siena dove convertì Nicolò di Tuldo, condannato a morte. Nel frattempo Firenze si era rivoltata contro il papa e per questo fu colpita dall’interdetto. Nel 1376, su richiesta dei Fiorentini Caterina si recò in Avignone dove incontrò il papa e lo esortò a tornare a Roma: Gregorio XI lascerà Avignone il 13 settembre 1376. Tornata a Siena, Caterina nel 1377 scrisse a Gregorio XI a favore della sua città che si era unita a Firenze nella ribellione antipapale. Dopo di che si recherà in missione di pace e di evangelizzazione tra castelli della Val d’Orcia. Il 13 dicembre di quello stesso anno si trova a Firenze dove tratta la pace, per incarico di Gregorio XI, il quale, rientrato a Roma il 17 gennaio 1377,  morì un anno dopo (23 marzo 1378).

            L’8 aprile viene eletto Urbano VI. Caterina il 28 luglio 1378 riesce a siglare la pace tra Firenze e il papa il quale però, viene contestato dagli stesi cardinali che l’avevano eletto. Il 20 settembre successivo scoppia il grande scisma d’Occidente, con l’elezione a Fondi dell’antipapa Clemente VII. Due mesi dopo Caterina, su invito del papa, si reca a Roma per parlare ai cardinali. Dopo di che comincerà a scrivere lettere in varie parti del mondo cristiano a sostegno di Urbano VI. Svolgerà pure attività di pacificazione tra i romani che si erano ribellati contro il pontefice.

          Morì la mattina del 29 aprile 1380, dopo aver offerto al propria vita per la Chiesa.

          Canonizzata nel 1461 da Pio II Piccolomini, fu proclamata patrona d’Italia, nel 1939, da Pio XII, insieme a san Francesco d’Assisi. 381 le lettere che Caterina ci ha lasciato. La sua opera principale è però il Dialogo della divina Provvidenza (o Libro della divina dottrina) un colloquio tra Caterina e l’Eterno Padre, cui la senese chiede quattro cose:

  • la sua santificazione;

  • la salvezza del genere umano e la pace nella Chiesa;

  • la riforma del clero;

  • la guida della divina Provvidenza per la salvezza delle anime.

Un giorno il Signore le disse: “Caterina, io sono colui che è; tu sei colei che non è”. Solo se ci si rende consapevoli della nostra nullità, in quanto tutto viene da Dio, potremmo sperimentare che Dio è tutto. Tre gli stadi che Caterina descrive nell’itinerario delle anime alla santità:

  • l’amore servile: accompagnato dalla paura di punizioni per i propri peccati;

  • amore mercenario: accompagnato dalla speranza della ricompensa eterna;

  • amore filiale: amore di Dio per il suo interesse che è la perfezione della carità.

Nello stadio dell’amore perfetto l’essere umano è completamente spogliato della volontà e totalmente abbandonato alla volontà divina. L’unione mistica consiste nell’esperienza, o coscienza della presenza di Dio, ben differente dalla semplice unione con Dio attraverso la grazia santificante. Nello stato di perfezione l’anima non perde mai la coscienza della presenza di Dio; c’è un’unione così intima e continua tra l’anima e Dio che ogni tempo e luogo possono essere una occasione per pregare, o per essere in comunione con Dio.

La devozione di Caterina per Cristo è incentrata sul suo prezioso Sangue, versato per la redenzione dell’umanità.

 

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