TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

I grandi santi e la loro storia

 
Sant'Ambrogio
   

patrono della città di Milano

 

Ambrogio non era nato a Milano, ma a Treviri, nella Gallia, verso 339. Era figlio di un funzionario romano in servizio oltralpe quale prefetto del pretorio per le Gallie, e dopo la morte del padre Ambrogio con la madre e i fratelli Marcellina e Satiroo, rientrò a Roma. Marcellina si consacrò a Dio prendendo il velo delle vergini; Satiro, che per un certo tempo ricoperse un'alta carica statale, morì nel 378. Amnbrogio studiò diritto e retorica, e iniziò la sua carriera giuridica a Sirmio. Divenne amministratore della Liguria e dell'Emilia, con sede a Milano, dove si trovava nel 374 quando il vescovo Aussenzio, ariano, morì e scoppiarono in città tumulti tra cattolici e ariani per la nomina del successore. Per evitare ulteriori disordini, in qualità di governatore, egli radunò i fedeli, parlando con senno e fermezza, affinche tutto fosse fatto secondo coscienza e nel rispetto della libertà. Proprio inseguito a questi discorsi che dall’assemblea si alzò un grido: ‘’Ambrogio Vescovo!’’. Ambrogio sorpreso e anche spaventato, proclamò di non essere neppure battezzato, che era solo un catecumeno e la sua indegnità; si professò peccatore, tentò perfino di fuggire. Tutto fu inutile. Ricevette così il Battesimo, e otto giorni dopo, la consacrazione episcopale il 7 dicembre di quell’anno. Scrupolosissimo nell’adempimento del suo ufficio, si diede perciò alla lettura dei Libri sacri e allo studio i Padri della Chiesa e i Dottori, sotto la direzione di Simpliciano, che diventerà poi suo successore, Distribuì tra i poveri il suo non indifferente patrimonio, ed improntò la sua vita ad una rigorosa ascesi, esercitando la carità verso tutti come grande pastore e dottore del suo popolo. La sua influenza fu particolarmente decisiva nella situazione ecclesiastica e politica dei suoi tempi. Lottò strenuamente ed inflessibilmente per il riconoscimento esclusivo della Chiesa di fronte al paganesimo, all'arianesimo e alle altre eresie; come anche per la sua libertà e autonomia rispetto al potere politico, sostenne infatti strenuamente dinanzi all’Imperatore non solo i diritti della Chiesa, ma l’autorità dei suoi pastori, e difese con gli scritti e con l'azione la dottrina della vera fede contro gli Ariani. Morì il sabato santo 4 aprile del 397.
Realizzò una delle forme più riuscite di pastorale, e appartiene al numero di quei grandi che con il pensiero e con l'azione posero le basi all'edificio della cultura cristiana medievale. Fu iniziatore dell'innologia religiosa popolare.
Stupisce che Ambrogio, impegnato su tanti fronti, abbia potuto trovare il tempo per la composizione di tante opere. La maggior parte di esse non contiene speculazioni dogmatiche, ma è strettamente legato al suo ministero pastorale, e anche in questo Ambrogio rivela la sua forma mentis tipicamente romana, cioè pratica.
 

a) scritti esegetici
  • Hexaemeron
 
  • Commento al Vangelo di Luca
 
  • altri trattati
b) opere morali e ascetiche
  • De Officiis
 
  • opere sulla verginità
c) opere dogmatiche
  • De Mysteriis
 
  • De fide ad Gratianum, De Spiritu Sancto, De incarnatione dominicae sacramento
 
  • La penitenza, composta tra il 387 e il 390, combatte il rigorismo dei Novaziani, affermando che solo la Chiesa cattolica e non gli eretici, ha il potere di remissione dei peccati.
 
  • Esposizione sulla fede
 
  • discorsi e lettere

Dalle ‘’Lettere’’ di Sant’Ambrogio, vescovo.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: ‘’Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra’’. (Qo 11,3).

 

I Grandi santi e la loro storia