I SACRAMENTI

 

Dimensione liturgica

 
Un altro elemento richiamato dalla teologia odierna è la liturgia. Una definizione di sacramento è quella di "azione simbolico rituale", per gli autori contemporanei questa affermazione sostituisce quasi ormai "segni efficaci della grazia". Si tratta di capire che la liturgia non è un elemento accessorio, ma è il luogo all'interno del quale i sacramenti prendono vita. I sacramenti sono realtà che si celebrano, vanno celebrati, vanno liturgicamente espressi e vissuti. I sacramenti non sono evento se non sono ritualmente agiti, vissuti. I sacramenti sono celebr-azioni, non sono concetti non sono idee, non sono cose, sono azioni che vanno celebrate.

Differenze tra rito e celebrazione a livello linguistico:

-          Il rito ha una natura più individuale

-          La celebrazione ha una natura più pubblica

Le due non sono alternativi, perché una celebrazione comporta dei riti. Anche se per alcuni sono sinonimi, noi diciamo che in senso stretto la celebrazione non è altro che l’esecuzione di un rito.

Tuttavia la linguistica, non solo teologica, tende ad ampliare il significato di celebrazione rispetto a quello di rito; la cultura odierna sembra aver fatto una scelta nello scegliere il termine celebrazione anziché rito.

La preferenza di celebrazione si pone in un ambito molto più ampio con una specifica attenzione anche allo stile, i modi.

Quando, a partire dal rinnovamento conciliare, si parlava di celebrazione dei sacramenti anziché rito, si vuole sottolineare il carattere liturgico pubblico. Si vuole anche cercare di superare la rigidità della interpretazione giuridica ma in generale, col termine celebrazione si vuole dare al sacramento un supplemento di anima, di vitalità.

Un aspetto caratterizzante della celebrazione è infatti il “dinamismo”, una sorta di movimento, quasi spontaneo, dei partecipanti che rispondono a una convocazione; movimento dei partecipanti anche tra loro.

La celebrazione, in senso teologico, non è altro che un rito, ma un rito svolto in una maniera particolare, per esempio attraverso un sentimento di profonda comunione con gli altri (la celebrazione esprime comunione); una celebrazione è anche numericamente rilevante, ma un rito invece può essere svolto in solitudine, ma anche attraverso una esperienza festiva.

Le celebrazioni esprimono eventi significativi per la vita di un popolo; se un popolo non ha celebrazione perde sul piano dell’identità e della coesione. Celebrando una comunità mantiene vive le proprie radici, conserva la memoria degli eventi principali che l’hanno costituita, intensifica la fraternità amalgamando un gruppo. Una celebrazione incoraggia le forze vitali, perché lascia libero spazio alle emozioni.

La celebrazione cristiana riprende tutte queste espressioni antropologiche, ma con una proprietà specifica che è data dal Kerigma Pasquale che condiziona (fa da chiave ermeneutica ) tutte le celebrazioni. Ne sacramenti, i credenti, celebrano il Cristo mandato dal padre per realizzare l'opera della liberazione dalle forze del male.

Celebrando i sacramenti si rendere un culto al Padre, lo si adora in Spirito è verità (autentico è sincero), ma si festeggia anche la salvezza della vita realizzata dallo Spirito nel Signore morto e risorto.

Quella dei sacramenti allora sono:

-          celebratio trinitatis= perché in ogni sacramento nella sua forma celebrativa si adora e si riconosce la signoria della Trinità.

-          Celebratio Fidei= perché in ogni sacramento si proclama l’intervento salvifico del Cristo, riconosciuto e accolto dagli uomini con la fede.

-          Celebratio Vitae= perché la loro azione promuove la vita e l’edificazione della storia secondo il disegno di Dio.

-          Celebraio Ecclesiae= perché ogni celebrazione sviluppa una trama comunitaria che attua la Chiesa mistero di comunione.

 

 

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