I SACRAMENTI

Il battesimo

 

Dimensione trinitaria

 
           Il senso trinitario del battesimo è già rivelabile nel testo di Matteo, nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Mt 28,19 (“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”) sul piano storico gli autori discutono la sua autenticità, perché ha una presenza solitaria in tutto il N.T. ci si domanda se sia un detto da attribuire direttamente a Cristo, se sia una lettura post pasquale della comunità, una lettura dell'autore, o  un aggiunta addirittura di un copista. Ciò non priva il carattere di ispirazione dello Spirito Santo. Visto che in tutti i manoscritti antichi di Matteo c'è, difficilmente si può pensare all'ultima soluzione, quella di un aggiunta di un copista. D'altronde anche il battesimo di Gesù ha una visione trinitaria, qui è detto in una modalità di racconto, quello che si dirà sotto forma di formula. Paolo annuncia la manifestazione della salvezza attraverso la Trinità in parecchi punti Ef 4, 6-8 (“Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.”); 1 Cor 6,11 (“E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!”). Gli Atti ci dicono che il battesimo è amministrato nel nome di Cristo invece, quindi come è amministrato il battesimo? Nel nome di Cristo può anche significare sotto l'autorità di Cristo, se si tratta invece di una forma liturgica battesimale, può essere compresa nel quadro fortemente cristologico della chiesa primitiva.

La formula trinitaria a partire da questa di Matteo va molto oltre la semplice funzione giuridica, un battesimo senza la formula trinitaria non è valido, ma determina un evento trinitario, a vari livelli, sul piano della confessione, della comunione e dell'azione. Il battesimo è trinitario a tre livelli, serve la confessione nel Padre Figlio e Spirito Santo, è la fede del cristiano che annuncia il Padre che ha inviato il Figlio e lo Spirito Santo. Dire un nome significa indicare una persona, nella mentalità semitica significa entrare in relazione con una persona, addirittura è possedere anche ciò che si nomina. Nel battesimo, il fatto che si faccia confessare il nome della Trinità ci mette in relazione, in comunione con Dio, introduce una comunione con la Trinità. Agiscono tutti e tre in ogni avvenimento salvifico, se il lavacro opera sugli aspetti salvifici è perché i tre operano congiuntamente. Nominando il Padre noi siamo Figli di Dio, ci dona la divinità di Figli, una figliolanza non esteriore, ma ontologica, poiché l'identità di Figlio appartiene solo al figlio, noi siamo figli nel Figlio.

Il battesimo in relazione al Padre

            Il Padre nell'evento battesimale è colui che disegna la storia salvifica, che prende l'iniziativa e invia il Figlio, perché questo disegno si compia nel mondo, Col 1,13-14: “E' lui infatti che ci ha liberati dal potere della tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati”.

Il Padre è dunque, punto di partenza del percorso battesimale, senza tale disegno non avremmo avuto il Figlio e lo Spirito Santo (il Battesimo). Ma il Padre costituisce anche il fine, perché secondo le testimonianze, che ricaviamo dal NT, dona la figliolanza.

Il fine del battesimo è generare  dei figli al Padre.

Il tema della figliolanza è onnipresente nel NT, non sempre lo troviamo collegato al battesimo; è collegato al battesimo, di solito, per via cristologica, Gal 3,26-27: “Voi tutti siete figlio di Dio per mezzo di Gesù Cristo, perché credete in lui. Con il battesimo, infatti, siete stati uniti a Cristo, siete stati rivestiti di lui come di un abito nuovo”.

Questo brano riporta i due elementi costitutivi dell'evento salvifico: la fede e il percorso battesimale.

Nei due versetti successivi Gal 3, 28,29, si trae un'importante conseguenza sul piano morale.

Rivestendo gli uomini della stessa dignità del Figlio, il battesimo abolisce ogni forma di discriminazione in rapporto a qualsiasi condizione, razziale, culturale, sociale e persino religioso: “Non c'è più giudeo, né greco; non c'è più né schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.

Altri testi dicono più o meno la stessa cosa, parlando proprio di generazione, come 1Pt 1,23, quando dice: “Mediante il battesimo siete stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma da uno incorruttibile”.

In conclusione, che in rapporto al Padre, possiamo dire che il battesimo produce l'ingresso, dell'uomo, nella famiglia trinitaria, facendogli assumere la condizione di figlio nel Figlio. Da qui la seconda relazione cristologica del battesimo.

L'analisi delle altre due relazioni (del Figlio e dello Spirito Santo),permettono di fare un'indagine sintetica sulla teologia battesimale di due autori determinati del NT: Paolo e Giovanni.

E allora, quando parleremo della relazione cristologica, in relazione al Figlio, ci riferiremo, soprattutto, alla teologia paolina; quando, invece,  faremo una riflessione pneumatologica del battesimo, in relazione allo Spirito , ci riferiremo, soprattutto, alla teologia giovannea.

Queste due teologie, non sono giustapposte, perché anche Paolo conosce una dimensione pneumatologica del battesimo, e lo stesso Giovanni, conosce una dimensione cristologica del battesimo.

 

IL BATTESIMO