Niccolò III (1277-1280)

 

STORIA DELLA CHIESA

I PONTEFICI

ll nuovo pontefice, Niccolò III (1277-81) adottò subito un atteggiamento più rigido nei confronti di Bisanzio. Nel mese di ottobre 1278, il papa incaricò una nuova ambasciata di portare a Costantinopoli la risposta papale ai documenti dell'aprile  1277.

                Le istruzioni date al vescovo di Grosseto Bartolomeo d'Ascoli, capo della missione, erano categoriche. I legati dove­vano chiedere all'imperatore non soltanto una conferma scritta della sua sottomis­sione, ma ottenere anche la promessa del patriarca e degli altri prelati di prestare giuramento secondo la forma prescritta da Roma. Ciò fu chiesto anche al clero di tutte le città. Niccolò III esigeva quindi una to­tale sottomissione canonica alle tradizioni romane.

                Il sinodo ortodosso, che do­veva rispondere alle richieste romane, non ammise il Filioque nella for­mula del Simbolo. Per il resto la dichiarazione sinodale è sostanzialmente identica  a quella dell'aprile 1277. Così Niccolò III non ottenne nulla di più di quanto aveva ottenuto Giovanni XXI. Per di più era riuscito ad irritare la su­scettibilità e la fierezza del clero greco.

                Non avendo poi il basileus accettato  la proposta alleanza con Carlo d'Angiò, il papa decise di permettere la formazione di una coalizione occidentale contro Bisanzio. La morte di Niccolò III (22 agosto 1280) non mise in pericolo il pro­getto, perché il suo successore, il francese Martino IV (1280-1285) era favorevole al re di Sicilia.