TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

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Paolo

 

Le Nuove prospettive

           Nel 1980 c'è una svolta nella ricerca su Paolo, il quadro di Paolo prima degli anni 70 è totalmente diverso da quello odierno. Ora ci sono dei dati di partenza nuovi e importanti delle nuove prospettive:

  1. Questo terremoto è cominciato sul rapporto teologico tra giustificazione e partecipazione. L'aspetto più importante di Paolo era la giustificazione per la fede, dagli anni 70' c'è una prospettiva nuova.
  2. Retorica o critica retorica: prima degli anni 70' non c'era retorica critica su Paolo, stilistica ma non retorica, poi abbiamo questo nuovo metodo, che comincia con Paolo, leggerle come modalità per convincere, non per fare teologia, non è un trattato, è scritto per finalità di persuasione, convincimento. Paolo adotta una strategia retorica, adotta un sistema argomentativo di persuasione.
  3. Antropologia/Sociologia: L'attenzione non vale tanto per Paolo di cui conosciamo già molti aspetti, ma l'attenzione si sposta sulle comunità, chi ha dato il via a questo cambiamento fondamentale è W.A. Mieks. Da 40 anni le comunità paoline non vengono viste in maniera unilaterale, non si tratta di comunità cristiane ben definite, hanno una conformazione ibrida, o liquida, hanno una composizione non certamente definita, sono paragonabili alla sinagoga, allo stoicismo, o ad associazioni volontarie, associazioni cultuali permesse dall'impero. O sono rapportate quindi alla sinagoga, o a scuole di filosofia, oppure ad associazioni cultuali. C'è una nuova prospettiva quindi.
  4. Tarso e/o Gerusalemme, l'autore in questo caso è Van Unnik, Tarso e Gerusalemme sono le due città principali di Paolo, la prima è la sua città natale, a Gerusalemme è stato invece educato al fariseismo. Secondo la visione classica bisognava scegliere tra Tarso e Gerusalemme, quindi Paolo è un greco o un giudeo. A prima vista certamente è giudeo, ma adotta sistemi molto vicini alla cultura greca. Questa polarizzazione tra il Paolo giudeo e greco è stata posta in crisi dagli studi di M. Hengel. Cerca di dimostrare che la dicotomia tra il Paolo giudeo e greco è un'opposizione artificiale, il giudaismo palestinese è ellenistico, anche la Palestina che faceva parte della Siria ha subito il processo di ellenizzazione iniziato con Alessandro Magno, anche in Palestina tutti parlano greco, cominciano ad essere impiantate le scuole di filosofia. Romano Penna critica questa posizione, condivide che tra giudaismo ed ellenismo non c'è questa distinzione, tuttavia il giudaismo della diaspora è diverso da quello palestinese. Questa è una questione problematica. Antonio Pitta preferisce distinguere il giudaismo per aree geografiche, il giudaismo alessandrino, romano, di Corinto, della Macedonia, cambia l'area geografica. Andare a scavare quale sono gli aspetti del giudaismo diverso l'uno dall'altro è molto difficile.
  5. Intertestualità, in questo caso l'autore principale è Hays. Per interpretare le lettere di Paolo è importante stabilire il rapporto tra le citazioni esplicite e il nuovo contesto, c'è un'intertestualità, Paolo utilizza ad esempio Gen 1-3 per parlare del nuovo Adamo. Ci sono qui certo un po' di esagerazioni, ci sono autori che vedono intertestualità in ogni luogo.
  6. Mirror Reading, lettura speculare, lettura attraverso lo specchio, attraverso il detto di Paolo possiamo identificare il non detto. Attraverso quello che Paolo dice possiamo identificare ciò che altri non dicono. Ad esempio Gal 3,1-4 chiede chi sono coloro che vogliono costringere alla circoncisione, il mirror reading va a far vedere che i giudei costringono alla circoncisione. Leggere il testo come uno specchio che riflette in maniera inversa l'immagine riprodotta. Bisogna stare attenti ad utilizzare questa prospettiva, non sempre infatti ciò che Paolo dice è negato negli avversari, può darsi anche che Paolo enfatizzi dei problemi. Paolo non chiama mai per nome i suoi avversari un modo per stanare quali sono questi avversari è questo.
  7. Religionistico o storia delle religioni, anche in questo ambito si è assistito a un cambiamento significativo, la posizione classica era che il giudaismo si oppone al cristianesimo. E.P.Sanders, il cristianesimo è una corrente all'interno del giudaismo palestinese, ci sono degli elementi che caratterizzano tutti gli elementi del giudaismo, comune a tutti i giudaismi. Non solo è si una corrente giudaica ma nello stesso cristianesimo all'inizio ci sono una serie di cristianesimi, Gabriele Boccacini, preferisce parlare di cristianesimi non di cristianesimo. Altro autore che ha sposato questa concezione è M. Pesce.
            Queste nuove prospettive scuotono, però l'importante è non esagerarle.

 


Il testo è preso da alcune lezioni di Antonio Pitta per approfondire: Antonio Pitta, Paolo la scrittura e la legge, Edizioni Dehoniane, Bologna: 2008

 

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