TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

 

Conosciamo e crediamo

 

Chi è Gesù Cristo?

 

Introduzione

 

Come studiare Gesù?

 

          Il punto di partenza della cristologia è la fede credente della Chiesa e la seconda idea staffetta è che la fede della Chiesa interpreta la storia di Gesù di Nazareth. Di fatto il dato che abbiamo davanti è quella cinghia di tradizione che ha tradotto quella storia e l'ha resa significativa. Gesù poteva rimanere un personaggio degli storici romani, negli annali di Tacito, Plinio il Giovane, pochi riferimenti, i cristiani rendono significativa la storia di Gesù non in senso che mistificano il personaggio, ma che lo raccontano, non c'è Gesù senza fede senza una tradizione vivente. La fede pasquale della Chiesa ha aperto gli occhi, la Pasqua è al centro della vita di Gesù la fede pasquale spiega l'incarnazione.

La Pasqua ha aperto gli occhi, ha fatto interpretare ciò che c'era già prima, però è stato riconosciuto in pienezza con la Pasqua, Gesù è stato riconosciuto Cristo con la Pasqua. In fondo si tratta di unire due parole una della storia l'altra della fede, Gesù e Cristo e mettere la copula in mezzo, Gesù è Cristo, un evento che appartiene alla storia ma trascende la storia stessa. Cristo è l'escatos, cioè quel futuro di Dio che si è fatto carne, il tempo è compiuto, si è svelato, quella salvezza che si attende ormai è già nel presente. Gesù è il Cristo oggi, è avvenuto qualcosa sul quadrante della storia.

           La fede della Chiesa interpreta la storia di Gesù. Qualcuno distingue tra gesuologia e cristologia, divisione che va bene pur che non si trascuri la loro unione. È vero che la cristologia è una riflessione sull'evento Gesù, è un elaborazione nella fede di quell'evento, è vero che nella fase cristologica troviamo dei titoli su Gesù che sono ancora embrionali nella fase precedente. La fase cristologica rappresenta un gradino più avanti ma il nostro obiettivo sarà quello di comprendere che quei titoli cristologici che vengono dopo traducono tutto quello che c'era nel linguaggio gesuano. Kyrios sicuramente non viene dal linguaggio ebraico, chiaro che c'è un'elaborazione, ma i sinottici già contengono tutta questa realtà. La fede della Chiesa interpreta una storia.

           Nei testi che noi abbiamo c'è un intreccio molto importante tra storia e kerigma (annuncio), il vangelo è il buon annuncio, la buona notizia. L'esegesi biblica cerca di studiare i testi che ha di fronte nella loro pluralità. Ci sono vari ritratti di Gesù, i quattro vangeli, San Paolo, le lettere di Giovanni, il biblista cerca di studiare tutto questo. Già dentro ai vangeli abbiamo dei percorsi comuni, se prendiamo il racconto della passione di Gesù c'è chi ha ipotizzato che gli evangelisti abbiano attinto ad un fondo comune, probabilmente prima di Marco, qualcosa di comune con piccole particolarità.

           Il genere letterario vangelo come lo collochiamo? È un racconto che annuncia e un annuncio che racconta, è un genere atipico rispetto agli altri, non è un genere letterario storico, la preoccupazione non è solo di ricostruire una storia, ma di annunciare raccontando, la preoccupazione è di dire che quel crocifisso è in mezzo a noi. La fede della Chiesa interpreta la storia di Gesù di Nazareth. Come si è sviluppata la fede della Chiesa prima di arrivare al testo scritto?

  1. Vi è una fase fondativa dell'esperienza del Gesù storico, questo evento fondativo è Gesù di Nazareth, questo incontro storico umano con Gesù è l'evento fondatore, qualcuno ha incontrato questo evento. La fase fondativa dell'esperienza di fede si basa sul vedere, il sentire, il credere. Il vedere del vangelo di Giovanni non è vedere con gli occhi della carne, ascoltare con le orecchie, tanti l'hanno fatto ma non ci hanno creduto, questo incontro si apre alla fede, l’esperienza storica è già un esperienza di fede germinale. Dire storia è sempre un fatto più un senso, per ogni avvenimento che succede, qui nella prima fase è già così il vedere e ascoltare è già un riconoscere. La fede viene da una consegna da una testimonianza. Ciò che è stato veduto è diventato kerigma, trasmesso come tradizione normativa, cioè come un’incanalare, un guidare, non è solo una legge esterna, e allora la conoscenza storica di Gesù non si ottiene in modo storicistico ricomponendo le prove materiali una alla volta.

  2. La seconda fase la potremmo chiamare quella della trasmissione, gli apostoli sono i primi a trasmettere questo deposito. La tradizione apostolica approfondisce l'evento cristologico e il suo significato. In questa fase si trasmette la fase cristologica, la tradizione apostolica approfondisce l'evento Gesù in quanto il Cristo. La fase cristologica non aggiunge qualcosa che non c'è. C'è un legame profondo tra l'evento di Gesù e la cristologia apostolica che è sempre guidata dal risorto, dallo Spirito, porta a compimento quel processo rivelativo iniziato con Gesù. Questa seconda fase congiunge insieme l'evento Gesù e i primi cristiani, nasce il canone delle scritture.

  3. Terza fase di sviluppo è la tradizione post apostolica. Tradizione, Scrittura e Magistero questi i tre loci importanti, il dogma è sotto la parola di Dio, in quanto deriva dalla Parola di Dio, la Sacra Scrittura ha certamente un primato, ma abbiamo bisogno anche della tradizione per interpretare la Scrittura. La Scrittura è norma non normata, ma questo non vuol dire la solitudine dello scritto nell'ambito dell'ambiente della Sacra Scrittura, la tradizione subapostolica mi aiuta a capirla.

Introduzione